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Dom, Mag

Itinerari

Un itinerario attraverso le diverse vicende storiche e le trasformazioni urbanistiche della nostra città dalla sua versione romana a quella dei primi decenni nel XX secolo, è il leitmotiv di un’esposizione frutto di un lungo percorso di studi, indagini stratigrafiche e d’archivio che sembra aver colto davvero nel segno.

Schiamazzanti, sudati, scomposti i turisti degli anni Cinquanta volevano una cosa sola quando lasciavano i pullman che li avevano traghettati da Latisana, Gorizia, Trieste e altre parti del Friuli fino a Paularo: respirare l’aria pura e incontaminata della “Conca d’oro” o “Conca verde”, come veniva chiamata la Val d’Incarojo.

 

La chiamata arriva verso l’ora di pranzo: “Partenza per Barcellona alle 20.30, ci troviamo al capannone”. Per una frazione di secondo il panico, poi una strana voce spiccica

Uno, due, tre… otto, nove… dodici, tredici e quattordici, o forse quindici moto e sidecar probabilmente della Seconda guerra mondiale, targhe tedesche e lussemburghesi, superandoci salutano con una complicità tra lontani parenti.

Tutto dipende da che parte guardi il mondo. Se poggi sui sellini di una Vespa verde bugesa del ’56, due ore di Panda 1000 si traducono in tre ore e mezza abbondanti di strada, quasi quattro.

 

Si dice che l’autore di questi versi sia proprio Gabriele D’Annunzio. Fatto sta che, di chiunque ne sia la paternità, questo distico ben riassume il senso e la funzione del

Non ce l’ha fatta. Era prevedibile. I 6,6 gradi centigradi esterni hanno dato il colpo di grazia alla mitica Vespa verde bugesa del ’56. L’autunno è troppo potente per lei. Per ben due volte è stata ripresa per le candele, la terza ci è rimasta.

 

Siete pronti? Allora salite in macchina e dal centro di Trieste imboccate la sopraelevata, direzione San Dorligo della Valle, prendete l’uscita Grandi Motori e proseguite fino alla

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