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Chirurgo estetico: il peso dell’autostima

 |  Redazione Sconfini

 

La chirurgia plastica-estetica comprende tutti gli interventi che modificano in senso migliorativo l’aspetto fisico ed estetico del paziente, spesso quello funzionale, pur

non essendo determinanti da un punto di vista fisiologico per la salute stessa del soggetto, e non avendo rilevanza patologica.

 

“La chirurgia plastica-estetica – afferma il dottor Costantino Davide, chirurgo plastico, libero professionista alla Casa di Cura “Sanatorio Triestino” di Trieste – si prefigge di rimuovere o correggere difetti e malformazioni che non rappresentano delle patologie, o malattie vere e proprie, ma che per il paziente hanno una rilevanza determinante, a livello psicologico condizionando l’autostima, e a livello fisico migliorandone la funzionalità”.

 

Esempi classici? La rinosettoplastica migliora non soltanto la forma del setto nasale deviato e l’aspetto estetico, ma anche la respirazione e quindi complessivamente la qualità della vita del paziente. Risultato estetico e funzionale risolti dalla mastoplastica riduttiva: un seno super maggiorato, oltre a motivo d’imbarazzo, per una giovane donna rappresenta uno svantaggio fisiologico provocando una postura scorretta che, nel tempo, può compromettere l’assetto della colonna vertebrale. Ma la maggioranza degli interventi statisticamente rilevanti sembrano ascrivibili a richieste legittimate da canoni estetici massificati e omologanti. Se a rifarsi il seno o gonfiarsi le labbra a 20 anni è la ragazza normale, ispirata dalla velina televisiva, è laltecito gridare che è una narcotizzata da ideali estetici irraggiungibili o è socialmente più corretto capirne le motivazioni e sostenerla psicologicamente?

 

“Scopo della chirurgia estetica è ricreare l’armonia delle forme e delle proporzioni secondo canoni estetici socialmente riconosciuti, rilevanti secondo cultura, condizionamenti storici ed etnici”, puntualizza Costantino Davide. “Dopo essermi specializzato a Padova in chirurgia plastica – racconta – ho sviluppato buona parte della mia professionalità tecnico-chirurgica in un vero e proprio “tempio della chirurgia estetica” perfezionandomi presso il prof. Ivo Pitanguy a Rio de Janeiro in Brasile. In quel paese, non a caso divenuto punto di riferimento per la formazione, ricerca, miglioramento e divulgazione delle tecniche di chirurgia plastica per tutto il mondo, vige una cultura della cura del corpo, sia estetica che fisica, diffusa a tutti gli stati socio-culturali ed economici. La mentalità e la cultura accreditano e giustificano interventi ricostruttivi (per malformazioni, ustioni, incidenti in genere purtroppo molto diffusi) ed estetici anche ripetuti, evidenti e dichiarati”. “Bisogna prendere atto – aggiunge ancora il chirurgo – che in quel Paese (e anche da noi) la chirurgia plastica-estetica è sempre più importante, ed è richiesta al di fuori di un contesto di malattia come mezzo per migliorare il proprio aspetto fisico, la propria immagine trasmessa agli altri, la propria autostima. Rimuovere o ridurre i difetti naturali o le caratteristiche ritenute difetti, è una richiesta per arricchire armonicamente l’aspetto esteriore della propria persona”.

 

Il paziente di certo non è uno specialista, e non tutto quello che chiede di modificare o rimuovere del proprio aspetto è consigliabile o fattibile tecnicamente. Il ruolo fondamentale del chirurgo non è solo di garantire ineccepibili condizioni tecniche-chirurgiche, ma anche quello di valutare insieme al paziente la necessità dell’intervento richiesto, di accompagnarlo a comprendere esattamente tutti gli aspetti della fase operatoria e soprattutto dell’impatto post-operatorio. Ogni paziente che chiede di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica deve comprendere bene che quello non è il rimedio ai propri capricci, a desideri voluttuari o la soluzione per altri problemi esistenziali e di rapporti interpersonali.

 

“La chirurgia estetica – spiega il dottor Davide – è una metodica che si avvale di tecniche sempre più raffinate, di materiali di qualità e compatibili con i tessuti organici, e che, pur con le limitazioni mutuate e filtrate dallo specialista chirurgo, sa dare risposte alle legittime aspirazioni di avere un aspetto gradevole e ben accettato, di contrastare l’invecchiamento, di ritardarlo con il relativo allontanarsi dalla vita sociale e di relazione”. “L’intervento del chirurgo plastico – conclude – è delicato e ispirato da competenze chirurgiche e psicologiche. Le motivazioni alternative alla cultura interventistica sono di pertinenza della società in genere, e devono far parte della completezza della persona, degli aspetti formativi, culturali e interiori del soggetto”.

Ignazia Zanzi

  


In collaborazione con Help!

 

 


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