L'influenza, che quest'anno è stata ribattezzata "australiana", raggiungerà il suo picco a inizio febbraio, ma sono già centinaia di migliaia gli italiani a letto con i malesseri stagionali. Inoltre, le stime fatte fin qui, potrebbero essere riviste al rialzo perché, stando a un allarme dei patologi americani i nuovi ceppi del virus dell'influenza resistono agli effetti curativi del Tamiflu, uno dei farmaci più utilizzati per combattere la malattia.
Al momento la situazione è sotto controllo, anche negli States, ma il numero di persone ricoverate a causa dell'inefficacia del Tamiflu è vertiginosamente in crescita. Il motivo? Una mutazione spontanea del virus che sta rendendo inefficace l'effetto della medicina. I medici stanno cercando di capirne la causa.
I numeri.
In Italia, il numero degli italiani, soprattutto bambini tra gli 0 e i 4 anni (6,7 casi per mille abitanti), a letto a causa dell'influenza, è in aumento e dovrebbe toccare il picco, come detto, agli inizi di febbraio. I meno colpiti al momento, anche per le vaccinazioni cui si sono sottoposti, gli anziani (solo 1,6 casi per mille abitanti).
Secondo l'Istituto Superiore superiore di sanità la curva epidemica ha cominciato la sua ascesa con un un'incidenza media totale pari a poco meno di 3 casi per 1000 assistiti pari a quella registrata nella stagione 2004-2005. Al momento Val d'Aosta, Umbria e Marche sono le regioni più colpite. Insomma l'influenza colpisce a macchia di leopardo.
I sintomi dell'influenza Australiana.
Generalmente esordisce con febbre alta per 24-48 ore, ma gli strascichi durano per giorni con mal di gola, tosse, problemi intestinali
I sintomi più avvertiti sono:
- febbre sino a 39,5 °C,
- dolori muscolari,
- un diffuso e fastidioso senso di stanchezza
- brividi,
- malessere generale,
- mal di testa,
- mancanza di appetito,
- sintomi respiratori (come tosse, mal di gola, congestione nasale)
- congiuntivite in rari casi.
Spesso è possibile rilevare anche:
- sintomi a carico dell'apparato gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea), specialmente nei bambini.
- Nelle persone anziane può comparire stato confusionale.