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Sindromi influenzali: vaccini e misure personali non farmaceutiche

 |  Redazione Sconfini

L’influenza che si sta “aggirando” dalle nostre parti, pronta a colpire in quest’inverno, è “australiana” ed è composta da tre virus. Tutto ora gira attorno al vaccino antinfluenzale, la cui composizione si basa sulle informazioni dei ceppi virali circolanti e sul trend epidemiologico raccolti dal Global Influenza Surveillance Network dell’Organizzazione mondiale della sanità, che si avvale della collaborazione dei National Influenza Centres (NIC) presenti in 83 Paesi. Per l’Italia il NIC è sito presso l’Istituto Superiore di Sanità che coordina 18 Laboratori regionali. Dai dati raccolti da tale network risulta che il virus pandemico A/H1N1v, emerso nel marzo-aprile 2009, è rimasto predominante nel mondo durante la scorsa stagione influenzale, mentre i virus delle precedenti stagioni (A/H1N1, A/H3N2 e B) hanno circolato a livelli molto bassi. Tuttavia, non potendo prevedere con certezza l’impatto che avranno i virus A/H1N1v, A/H3N2 e B nel nostro emisfero durante la stagione 2010-2011, l’Oms ha deciso che la composizione del vaccino per la prossima stagione 2010-2011 per l’emisfero settentrionale sia la seguente: antigene analogo al ceppo A/California/7/2009 (H1N1), il cosiddetto ceppo “pandemico”; antigene analogo al ceppo A/Perth/16/2009 (H3N2); antigene analogo al ceppo B/Brisbane/60/2008.


I sintomi dell’influenza sono comuni a molte altre malattie da raffreddamento ed è difficile spesso distinguerli e fare una diagnosi differenziale: febbre (generalmente accompagnata da brividi), mal di tealtsta, malessere generale, mancanza di appetito, dolori muscolari e osteoarticolari, sintomi respiratori (tosse, mal di gola, congestione nasale), congiuntivite. Soprattutto nei bambini si possono manifestare anche sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea). La vaccinazione antinfluenzale rappresenta un mezzo efficace e sicuro per prevenire la malattia e ridurre le sue complicanze. L’invito è comunque quello di sentire il consiglio del medico di base, il più accreditato ed abilitato a dare consigli sull’utilità o meno della vaccinazione.


La campagna di vaccinazione stagionale, partita poche settimane fa, è promossa dal Servizio sanitario nazionale ed è rivolta principalmente ai soggetti classificati e individuati a rischio di complicanze severe, e a volte letali, in caso contraggano l’influenza ed alle persone non a rischio che svolgano attività di particolare valenza sociale. L’offerta di vaccino a queste categorie è gratuita ed attiva da parte delle Regioni e Province Autonome.


L’Organizzazione mondiale della sanità indica quale obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale la prevenzione delle forme gravi e complicate di influenza e la riduzione della mortalità prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave: una strategia vaccinale basata su questi presupposti presenta un favorevole rapporto costo-beneficio e costo-efficacia. Per ciò che concerne l’individuazione dei gruppi a rischio rispetto alle epidemie di influenza stagionale, ai quali la vaccinazione va offerta in via preferenziale, esiste una sostanziale concordanza, in ambito europeo, sul fatto che principali destinatari dell’offerta di vaccino antinfluenzale stagionale debbano essere le persone di età pari o superiore a 65 altanni, nonché le persone di tutte le età con alcune patologie di base che aumentano il rischio di complicanze in corso di influenza.


Un’efficace campagna vaccinale stagionale contro l’influenza permette la riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte, e la riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità. Le patologie invernali colpiscono fino a 22 milioni di italiani ogni anno e curare l’influenza può arrivare a costare anche 2,4 miliardi di euro in un solo anno. In presenza di una buona corrispondenza fra la composizione del vaccino e i virus influenzali circolanti, l’efficacia stimata, in adulti sani, varia dal 70% al 90%; nei bambini e ragazzi fino a 16 anni è stimata invece un’efficacia pari al 60-70%; negli anziani che vivono in comunità, l’efficacia stimata della vaccinazione, nel ridurre la mortalità legata all’influenza, varia infine dal 23% al 75%.


L’inserimento dei bambini sani di età compresa tra 6 mesi e 24 mesi (o fino a 5 anni) nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro l’influenza stagionale, è un argomento attualmente al centro di discussione da parte della comunità scientifica internazionale. Questa scelta è già stata fatta dalla Sanità americana e canadese e da alcuni Paesi della Comunità europea, ma i dati di copertura vaccinale finora raggiunti non consentono di valutare l’impatto di tale intervento. Pertanto non si ritiene necessario promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino influenzale stagionale ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio. Ciò non significa che vi siano controindicazioni alla vaccinazione dei bambini “sani” di età superiore a 6 mesi, qualora il loro pediatra optasse per tale scelta. Valgono per loro le stesse regole (dosaggio) indicate per i bambini appartenenti ai gruppi a rischio.


Per tutti i soggetti della popolazione generale che decidano di vaccinarsi contro l’influenza stagionale, per varie motivazioni (timore della malattia, viaggi, lavoro ecc.), il vaccino stagionale è disponibile presso le farmacie.
La prevenzione dell’influenza deve includere anche informazioni e misure igieniche e personali non farmaceutiche utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, che si aggiungono ai tradizionali presidi farmaceutici (leggasi vaccinazioni). Sono raccomandate le seguenti azioni:

- il lavaggio frequente delle mani (in assenza di acqua, usare gel alcolici), un gesto semplice ed economico, in particolare dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito, che costituisce un rimedio utile per ridurre la diffusione dei virus influenzali, così come di altri agenti infettivi; sebbene tale gesto sia sottovalutato, esso rappresenta sicuramente l’intervento preventivo di prima scelta, ed è pratica riconosciuta, dall’Organizzazione mondiale della sanità, tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali;

- una buona igiene respiratoria, quindi coprire la bocca e il naso quando si starnutisce o tossisce, e trattare i fazzoletti nel modo adeguato;

- un isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili, specialmente in fase iniziale;

- l’uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale tutte le volte che si trovano in ambienti sanitari (ospedali) o in luoghi chiusi in cui sono presenti individui appartenenti ai gruppi a rischio.

 

Ignazia Zanzi

 


Le misure senza tempo 


Regola numero uno: rinforzarsi! Fare scorta di alimenti freschi e naturali ricchi di vitamina C (agrumi, kiwi, cavolfiori, broccoli), vitamina E (mandorle e nocciole), betacarotene (carote, pomodori, zucca), infusi di Rosa canina, e su consiglio del medico o del farmacista affidarsi alla fitoterapia (Rosa canina in gocce e propoli).

Contro i sintomi del raffreddore zenzero e limone hanno proprietà antibatteriche, il miele è utile per la gola e il rum aumenta la sudorazione. Una tisana toccasana e confortante: portare a ebollizione acqua con un po’ di zenzero fresco e scorza di limone biologico; spegnere e aggiungere succo di limone, cannella e dolcificare con miele e rum. Un metodo per liberare il naso sempre valido sono i fumenti o suffumigi: acqua bollente a cui aggiungere sale grosso, oli essenziali di menta, eucalipto (anche da nebulizzare nell’ambiente).

Contro la febbre un adagio recita: ingrassare il raffreddore e far digiunare la febbre. La febbre è il segno che l’organismo reagisce contro l’infezione, quindi preferire cibi liquidi (succhi e brodi) che idratano e non affaticano il sistema digerente. Ai primi sintomi febbrili 2-3 tazze al giorno di tisana preparata con due chiodi di garofano e un frammento di cannella in acqua da bollire per pochi minuti; dopo l’infusione di 20-30 minuti aggiungere miele e succo di limone. Quando la febbre sale (oltre 38,5 gradi si usano antipiretici) è utile l’ananas. Per fluidificare si deve sempre bere tanto: infuso di timo e malva, gargarismi di camomilla, il classico latte caldo e miele di eucalipto con una goccia di limone o essenza di arancio.


Dopo influenze lunghe e recidivanti, specie per anziani e bambini
, per velocizzare la convalescenza vitamine e sali minerali possono essere integrati, a dosaggio mirato, per portare il metabolismo alle normali attività. In particolare il complesso di vitamine B riequilibra con i probiotici, a cui spesso è associato, le funzioni intestinali; la vitamina C risulta fondamentale per il sistema immunitario; il magnesio è efficace per combattere l’astenia post influenza.


In collaborazione con Help!


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