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Le attività pedagogico-cliniche nella scuola

 |  Redazione Sconfini

Il bambino è un meraviglioso mondo, complicato, delicato, fragile… mosso da meccanismi che agli occhi dell’adulto paiono spesso celati, imperscrutabili. Quante le domande che genitori, educatori, insegnanti, si pongono quando si trovano di fronte a bambini o ragazzi che presentano “inspiegabili” difficoltà di apprendimento o di regolazione del proprio comportamento. Quanta preoccupazione e senso di impotenza. Quante richieste d’aiuto senza risposta.

 

Nella scuola di oggi, fortunatamente, ci si preoccupa sempre più della promozione del benessere del bambino e anche all’interno delle diverse strutture scolastiche della nostra regione sono stati attivati molti percorsi che riguardano la formazione ed aggiornamento del corpo docente e/o interventi con gruppi di alunni. Proprio per questo, negli ultimi anni, il pedagogista clinico è sempre più presente anche in ambito scolastico. Questa figura professionale, avvalendosi della propria formazione e grazie all’utilizzo di tecniche specifiche, cerca di soddisfare le richieste dei docenti e dei genitori e offre importanti opportunità di crescita ai bambini stessi.

 

Spesso gli insegnanti chiedono al pedagogista clinico di strutturare progetti e di realizzare interventi finalizzati alla promozione del benessere psico-emotivo dei bambini e degli adulti, in quanto loro stessi sentono la necessità di trovare atteggiamenti adeguati per fronteggiare i momenti critici che caratterizzano, spesso, le relazioni interpersonali tra adulti, tra bambini, tra adulti e bambini e viceversa.

 

Nei corsi di formazione-aggiornamento rivolti agli insegnanti, il pedagogista clinico presenta e sviluppa tematiche che i docenti stessi scelgono fra un ventaglio di proposte. Gli argomenti spesso riguardano le difficoltà di apprendimento, l’iperattività (ADHD), la comunicazione a scuola, il bullismo. Gli interventi, generalmente, sono strutturati in modo tale che ad una parte teorica ne segua una pratica attraverso la quale i docenti stessi possono vivere esperienze di crescita personale che poi potranno proporre ai propri alunni.

 

Per quanto riguarda gli interventi rivolti a gruppi-classe, invece, generalmente il pedagogista clinico struttura ed attua percorsi atti a promuovere nel singolo individuo, attraverso il movimento, la consapevolezza del sé ed un’autentica espressione corporea, un proprio modo di essere nel contesto ecologico di appartenenza. Esperienze, queste, che offrono le medesime possibilità di espressione all’intelligenza, alla ragione, alla sensibilità, all’emozione, alle intuizioni e le soddisfa con un ventaglio di tecniche diverse, in costante interazione e complementarità.

 

Talvolta, inoltre, vengono predisposte attività che danno al bambino la possibilità di proiettare se stesso e quindi la propria carica emotiva ed affettiva, attraverso la creazione artistica. In questo modo ogni singolo soggetto ha l’opportunità di parlare di sé, esprimere se stesso ed i suoi stati emozionali, per meglio inscriversi in una relazione con gli altri. In questo modo è possibile garantire il rispetto dell’individualità di ogni componente il gruppo e permettere al singolo soggetto di trarre, dalle molteplici e diversificate esperienze vissute, il “nutrimento” di cui ha bisogno.

 

Il pedagogista clinico può operare nella scuola, su progetto, attivando interventi mirati indirizzati ad alunni segnalati o con disagio. In questo caso le attività generalmente sono rivolte al singolo o ad un piccolo gruppo di bambini. Le proposte sono articolate e diversificate e mirano a dare una risposta alle specifiche esigenze espresse dal bambino. I percorsi non sono mai uguali gli uni agli altri in quanto i bambini stessi sono portatori di caratteristiche, vissuti, esigenze diverse.

 

Il professionista ha l’opportunità di predisporre il proprio intervento scegliendo, tra le numerose tecniche pedagogico cliniche, quelle che gli permettono di rispondere ai reali bisogni dell’individuo. Modalità, queste, attraverso le quali il bambino può fare esperienza del mondo in modo naturale e spontaneo sperimentando sé in ogni occasione di scambio e di intesa, coinvolgendo, nel processo di apprendimento, le capacità sensomotorie, cognitive, affettive e sociali. Il fine è, in definitiva, potenziare le abilità e le competenze degli alunni, facilitarne l’integrazione per garantire loro un maggiore stato di benessere.

 

In alcune realtà territoriali della regione gli interventi messi in atto all’interno della scuola sono affiancati da altri rivolti ai genitori. La richiesta è, generalmente, espressione di un’esigenza manifestata dai docenti e accolta positivamente dalle mamme, dai papà e dalle Aziende sanitarie locali. I percorsi proposti sono tenuti dal pedagogista clinico che con il proprio intervento ha l’opportunità di dare un messaggio univoco a coloro che si occupano dei bambini. Le attività proposte danno al professionista la possibilità di accompagnare genitori ed insegnanti lungo un percorso di crescita personale che permette loro di conoscersi meglio e di ritrovare in sé il bambino che si è stati.

 

dott.ssa Beatrice Blasutig, pedagogista clinico,

reflector, direttore provinciale Anpec di Udine

 

 

In collaborazione con Help!

 

 


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