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Nuova legge elettorale per le europee. Cosa succederà se sarà approvata questa proposta di legge

 |  Redazione Sconfini

L'Europarlamento di Bruxelles, elezioni europeePd e Pdl hanno raggiunto un accordo abbastanza preciso e, pare, abbastanza definitivo sulla nuova legge elettorale per le elezioni europee della prossima primavera. Il confine tra accordo e "inciucio" è sempre molto labile e discutibile, tuttavia stavolta sale forte la protesta delle formazioni e dei partiti politici più piccoli sia fra coloro che in un modo o nell'altro sono entrati in Parlamento sia fra le forze extraparlamentari. Tuttavia, questo accordo/inciucio, che oggettivamente è nettamente migliorativo rispetto alla proposta che alcuni mesi fa ha fatto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, potrebbe nascondere moltissime sorprese.

Innanzitutto partiamo dalla situazione con cui si è votato alle ultime europee: in estrema sintesi, il sistema è proporzionale con voto di preferenza (al massimo due voti di preferenza a due candidati della stessa lista). Il territorio nazionale è suddiviso in cinque grandi regioni elettorali: Nord ovest; Nordest; Centro; Sud e Isole. I seggi sono ripartiti sulla base del totale dei voti ottenuti da ciascuna lista in ciascun Collegio divisi per il quoziente elettorale nazionale. Non sono previste soglie di sbarramento e ciò ha portato all'elezione di un candidato (Carlo Fatuzzo) il cui partito (Pensionati) ha ottenuto solamente lo 0,7% circa a livello nazionale. Per essere eletti bisogna aver compiuto i 25 anni e godere di tutti i diritti civili e politici, mentre per votare è sufficiente la maggiore età.

La proposta Berlusconi sulla modifica delle legge elettorale per le europee, datata settembre 2008, somigliava drammaticamente allo schifoso "porcellum", la legge elettorale che attualmente vige nelle elezioni dei parlamentari. Innanzitutto si prevedeva una soglia altissima, al 5% (tra l'altro già esistente in molti paesi tra i quali Francia e Germania) ma negava il sacrosanto diritto degli elettori di esprimere la preferenza. Si sarebbe trattato quindi di ratificare la scelta dei vertici di partito e di accettare, attraverso una X, le liste bloccate di ogni lista, che aveva già precedentemente assegnato i posti sicuri ai soliti amici, familiari, parenti, amanti, ballerine, donne dai facili costumi, leccapiedi e portaborse di ogni risma. In pratica, una riedizione del Parlamento italiano.

Sommersa dalle critiche, questa proposta è stata quindi rivista dai due partiti principali (Pd e Pdl) proprio in questi giorni. Da soli sono in grado di disporre dei numeri sufficienti da non dover ascoltare altre campane e questa è - in sintesi - la proposta oggi sul piatto:

- Conferma del proporzionale e della divisione del territorio in 5 collegi.

- Soglia di sbarramento al 4% (come avviene in Austria e Svezia).

- Conferma delle preferenze.

Sul fatto che si mantenga il sistema proporzionale non esiste polemica alcuna, sul fatto che si mantengano le preferenze tutti devono essere felici ma è sulla soglia di sbarramento medio-alta al 4% che infuria la polemica. I "piccoli" partiti che non sono sicuri di raggiungere il 4%, infatti, insorgono e gridano all'inciucio tra Veltroni e Berlusconi, ben felici - a loro modo di vedere - di tenere fuori quanti più partiti possibili per potersi spartire più seggi.

Premesso che certamente è così, come dicono i "piccoli", è probabile che però questo sia ciò che vogliono gli italiani, che altrimenti non avrebbero escluso tante formazioni dalle ultime politiche (Comunisti, Socialisti, DC, Verdi, Destra di Storace, MpA e Pensionati in primis).

E allora quale riflessione si può fare su questa importante legge?

1. Anziché dividersi e sottodividersi ancora (pensiamo ai quattro gatti di Rifondazione Comunista che stanno pensando ad un'ulteriore scissione tra vendoliani e fedeli alla linea di Ferrero), i partiti più piccoli soprattutto a sinistra saranno costretti a unire le forze per avvicinarsi allo sbarramento, magari con un progetto politico più credibile dell'arruffata "Sinistra Arcobaleno". Il tutto con una positiva semplificazione del quadro politico.

2. Un altro possibile scenario, che potrebbe sorprendere non poco i protagonisti dell'accordo/inciucio fronte Pd, sarà il ribaltamento della filosofia del "voto utile". Alle politiche, soprattutto nella sinistra sono stati centinaia di migliaia a optare per il Pd sacrificando la fede comunista, nella speranza di battere Berlusconi o di trovarsi comunque rappresentati da un'opposizione forte. Tutti i sogni sono andati in frantumi dal momento che il Pdl ha stravinto le elezioni, del Pd tutto (il male) si può dire tranne che rappresenti un'opposizione seria e le istanze più vicine al sociale sono completamente disattese. Per questo motivo, il "voto utile" che ha permesso al Pd di annichilire la Sinistra alle politiche con un roboante 33,17%, potrebbe ribaltare i suoi effetti, riversando voti del Pd nella sinitra radicale che se unita potrebbe superare lo sbarramento. Il risveglio, soprattutto delle coscienze, nel Pd sarebbe un altro dato positivo.

3. Il Pdl dovrebbe confermarsi primo partito in Italia con qualsiasi legge elettorale. Nonostante i grandi errori e i grandi scandali in pochi mesi (Alitalia, Social Card, Lodo Alfano, Legge sulle intercettazioni, illegittimità delle decisioni sulla guerra tra Procure) gli italiani continuano ad amare Berlusconi e il suo decisionismo. Difficile comunque ripetere il 37,8% circa delle Politiche.

4. La Lega, quale che sia lo sbarramento, non avrà problemi poiché alle politiche ha superato ampiamente l'8% e, sebbene il caos Alitalia abbia fatto storcere il naso a molti padani, sembra goda ancora di molta credibilità. Stesso discorso per Italia dei Valori, partito del momento nonostante le campagne di discredito imposte da tv e giornali, che può contare sul sempre più numeroso e informato popolo del web. Dipietro nasconde i suoi obiettivi, ma potrebbe anche avvicinare il 10%, grazie alla sua opposizione dura e pura.

5. La scarsa visibilità, ecco un'altra possibile sorpresa, e i troppi parlamentari chiacchierati (Totò Cuffaro, condannato per favoreggiamento a un mafioso, in testa) potrebbero costare invece molto cari all'Udc. Il partito di Casini aveva raccolto un ottimo 5,6% alle politiche ma potrebbe pagare lo scotto di un'opposizione all'acqua di rose, eccezion fatta per il federalismo, e la scarsa trasparenza dei suoi rappresentanti in parlamento. La soglia del 4% potrebbe essere un ostacolo che l'Udc supererà o non supererà per pochissimi voti.

6. Per tutti questi motivi, la legge elettorale al momento proposta, sebbene indubbiamente tarata sui bisogni e l'istinto di conservazione dei due principali partiti (Pd e Pdl) sembra positiva, perché potrebbe essere da sprone per molti soggetti politici al momento annebbiati, divisi, immobili e in preda a inutili e vacue riflessioni interne.

Attenzione, il giudizio è positivo a un patto: che nella discussione parlamentare non sbuchi fuori un emendamento che proponga l'abolizione delle preferenze. In quel caso gli italiani perderebbero anche a livello europeo la possibilità di scegliere i propri rappresentanti e dovranno ratificare le liste chiuse decise dei partiti a tutto vantaggio dei soliti figli "trota", amanti e donnine dai facilissimi costumi, mogli, parenti, amici, leccapiedi. Sarebbe davvero un'insopportabile, ennesima, forzatura della Casta ai danni della democrazia.


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