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Sciogliemento delle Camere? Di certo non prima del 29 ottobre 2010

 |  Redazione Sconfini

elezioniCadrà o non cadrà? Sembra essere questo il leit motiv dell'agosto politico italiano. Ce la farà Berlusconi con il suo sempre più esiguo numero di uomini a superare le forche caudine che Fini sta piazzando lungo il percorso? E se cadrà, si andrà al voto? Le domande si prestano a molteplici interpretazioni perché con il passare del tempo aumentano le variabili che ne potrebbero chiarire la risposta. Di certo i due principali contendenti della scena politica di questi mesi (Berlusconi e Fini) hanno fatto i loro calcoli. Quasi certamente divergono, altrimenti non si sarebbero "separati".

Mercoledì il primo test probante per verificare chi è stato più bravo in matematica (sfiducia a Caliendo). Tuttavia le variabili sono molteplici (cosa faranno i finiani, come si comporterano i centristi, come e con chi inciucerà il Pd ecc.) ma tra tutte le variabili, quella più importante è rappresentata da una data: 29 ottobre 2010. E' il giorno in cui i parlamentari di questa disgraziata legislatura acquisiranno i diritti per la pensione!

Nessuno (per vergona) tra i politici la cita, infatti, ma è la variabile principale per interpretare il futuro prossimo della politica italiana. Come ben sappiamo dopo due anni e sei mesi di ininterrotta legislatura i parlamentari italiani acquisiscono il diritto ad una monumentale pensione ed importanti benefit vita natural durante. Impossibile ipotizzare che le Camere vengano sciolte quindi prima del 29 ottobre 2010, dal momento che la XVI Legislatura (quella attuale) è iniziata il 29 aprile 2008. La schiera di "figli di", "ballerine", "nani", "servi", "leccapiedi", "avvocati di" ecc. non può permettersi di non arrivare al traguardo, specialmente perché manca ormai molto poco. Tutti voteranno in modo da non rischiare di perdere tutti questi benefici prima della scadenza.

La prima cosa che certamente si può affermare con certezza è quindi che le nuove elezioni non saranno indette a settembre come in molti sperano, perché altrimenti ci sarebbe una rivoluzione tra i parlamentari con le pezze al culo. Quelli che hanno perso la faccia o non ce l'hanno mai avuta, quelli che non hanno mai lavorato e quelli che non vogliono lavorare.

Diverso il discorso della nomina di un nuovo governo. Nonostante l'incredibile disinformazione di regime, infatti, ricordiamo che non è il popolo che elegge il premier ma è il Presidente della Repubblica sentiti i leader dei partiti rappresentati in Parlamento. Napolitano solo ha il potere di sollevare un Presidente del Consiglio per provare a metterne in piedi un altro prima di sciogliere le Camere.

Dando per scontato (e probabilmente sbagliando) che Berlusconi (il quale però è ancora a caccia di voti - sembra che ne manchino 8 per stare sicuro - promettendo a destra e a manca prebende e poltrone) stavolta non riuscirà ad "acquisire" un numero di voltagabbana sufficienti e che sarà deposto, chi potrà sostituirlo? In pratica, riuscirà Napolitano a trovare i numeri alla Camera e al Senato che sostengano un governo "di lealtà costituzionale" privo di Lega Nord e ciò che resta del Pdl al netto dei presumibili nuovi arresti che interesseranno il partito del Cavaliere nelle prossime settimane?

Difficile mettere daccordo Pd, Idv, Udc e i finiani. Più probabile un ricorso alle urne, ma non prima della fatidica data: 29 ottobre 2010. In questo scenario, che è il peggior scenario possibile perché non sarebbe modificata l'illiberale legge elettorale, non sarebbe modificato il controllo dei media da parte di Berlusconi e soprattutto non sarebbe restituita la dignità al mondo dell'informazione, ci si ritroverebbe probabilmente a vedere nuovamente tornare a Palazzo Chigi Silvio Berlusconi.

Stavolta per sempre.

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