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Elezione di Grasso, il fallimento del Pd, la buccia di banana di Grillo

 |  Redazione Sconfini

Diciamoci la verità, ci sono cose ben più importanti della scelta di 12 senatori M5S di votare Grasso al ballottaggio anziché votare scheda bianca.

Ci sarebbero un centinaio di provvedimenti da prendere immediatamente per salvare questo povero Paese ridotto a un cumulo di macerie. Ma senza un governo in carica, evidentemente, le cose non sono destinate a sbloccarsi nel brevissimo periodo.

Eppure il focus politico si è concentrato sul dettaglio della scelta di questi coraggiosi senatori. Un motivo ci sarà. Quello principale, che attiene la propaganda filobersaniana (che se avesse avuto questa costanza e forza mistificatoria avrebbe cancellato il berlusconismo da almeno 15 anni) tende oggi a far apparire le mosse del segretario del Pd come quelle vincenti e in grado di portarlo al trionfo nell'elezione di Boldrini e Grasso alle presidenze dei due rami del Parlamento.

La presunta spaccatura (si vedrà nei prossimi giorni se vera o finta) tra i senatori grillini e l'enorme eco con cui viene ancora oggi amplificata (addirittura più dell'elezione dei presidenti, a dimostrazione del pesante grado di malattia mentale o di piaggeria dei giornali italiani) serve in realtà a nascondere verità diversissime.

In primis questo bombardamento mediatico serve a nascondere l'assioma principe che i servi del Pd hanno propinato fino a oggi e che con l'elezione di Grasso è collassato miseramente, quello che prevedeva che i grillini fossero una banda di lobotomizzati guidati da Grillo e Casaleggio. I senatori pentastellati hanno invece dimostrato di essere in buona parte persone pensanti, in grado di distinguere la candidatura di Grasso da quella di Schifani.

Ma la vittoria apparente di Bersani per le presidenze nasconde invece un'altra sconfitta. L'apparato voleva Finocchiaro e Franceschini e senza il pungolo del M5S sarebbe stato sicuramente eletto il secondo a Montecitorio e forse anche la prima al Senato.

Dunque il miglioramento qualitativo dei candidati da parte del Pd è stato merito più diretto che indiretto del Movimento 5 Stelle che, c'è da scommetterci, dopo che Bersani avrà varato il suo governo Frankenstein con Monti e Bossi, continueranno a votare le leggi migliori ma soprattutto obbligheranno il legislatore a scriverle.

La buccia di banana su cui è scivolato Grillo, il cui punto di vista sulle foglie di fico è però inoppugnabile, sulla scomunica ai senatori dissidenti è l'ennesimo esempio di quanto sarà difficile in queste prime fasi orientare il magma grillino su scelte monolitiche. Troppe sfumature politiche, troppe estrazioni ideologiche o post-ideologiche diverse perché tutto fili sempre liscio. Non è detto, come nel caso dell'elezione di Grasso, che questo sia un male. Fucilare alle spalle ogni volta i dissidenti non porterà lontano però: anche perché se è vero come è vero che l'eletto M5S non è un leccaculo dell'apparato o un grigio burocrate da strapazzo di cui ne sono pieni gli altri partiti, si rischia che prima o poi restino solo Grillo e Casaleggio a votare.

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foto Ansa

 


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