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Come aiutare le associazioni di volontariato?

 |  Redazione Sconfini

Cosa può fare un semplice cittadino per aiutare concretamente e, più o meno direttamente, le associazioni senza scopo di lucro che operano sul suo territorio? Naturalmente, nella maggior parte dei casi le persone che vogliono mettersi in gioco direttamente oppure contribuire economicamente o con mezzi materiali, possono scegliere due strade principali. La prima è la donazione alle grosse istituzioni o enti che svolgono attività estremamente meritorie nei rispettivi settori: classici esempi sono i Centri per la cura dei tumori, le Caritas provinciali. La seconda è legata al volontariato vero e proprio, ovvero il mettersi a disposizione direttamente e in prima persona per contribuire all’organizzazione interna o agli eventi ed attività proposte dalle varie associazioni. A quest’ultime, nella maggior parte dei casi, si arriva perché si conosce già qualcuno che vi opera, magari il presidente, oppure per dare vita al cosiddetto mutuo-aiuto.

 

E chi non avesse denari da donare, né tanto meno beni da regalare, e nel contempo non avesse le conoscenze sufficienti per entrare in un’associazione che opera in un settore a lui congeniale? Per queste persone vediamo quali sono le possibilità che hanno per “rendersi utili”.

 

1) Il 5 per mille. Dal punto di vista del cittadino, il 5 per mille rappresenta una forma di finanziamento fondamentale per le associazioni, per le organizzazioni non profit, le università e gli istituti di ricerca scientifica e sanitaria che, a differenza delle donazioni, non comporta maggiori oneri in quanto all’organizzazione prescelta (con l’indicazione del codice fiscale nella dichiarazione dei redditi) viene destinata direttamente una quota dell’Irpef. Oltre che come nuova forma di finanziamento del cosiddetto terzo settore, l’istituto del 5 per mille è pure considerato dalla dottrina giuridica quale esempio di sussidiarietà fiscale. In virtù della previsione del 5 per mille viene difatti garantita al contribuente una sfera di sovranità nella quale egli stesso può decidere a chi destinare parte della ricchezza con cui contribuisce alle spese pubbliche. In tale prospettiva, l’intento del 5 per mille non è solo l’individuazione di nuove forme di sovranità, ma pure la responsabilizzazione del contribuente nell’individuazione degli enti che meritano di essere finanziati con le risorse pubbliche. Il 5 per mille è molto conosciuto, anche se non è ancora sfruttato appieno dai contribuenti. Molte sono le associazioni che chiedonoalt di destinare a loro questo finanziamento e per questo nelle settimane precedenti le dichiarazioni dei redditi sono in molte le organizzazioni di volontariato (dalle associazioni sportive a quelle culturali, da quelle che operano con i disabili a quelle che sostengono gli anziani, da quelle che si occupano di bambini a quelle di tutela del consumatore) che pubblicizzano il loro codice fiscale per ottenere il 5 per mille. La scelta è veramente ampia, per tutti i gusti. Per chi volesse scegliere una della “classiche” associazioni di volontariato sono a disposizione degli elenchi molto completi presso le sedi provinciali del Centro Servizi Volontariato.

 

2) L’elargizione. È possibile, come detto in apertura, disporre elargizioni in denaro alle associazioni o enti non profit. Presso gli sportelli delle banche e i quotidiani locali sono aperti i servizi di raccolta. Viene compilato un modulo, che riporta gli estremi della persona che effettua l’elargizione, l’importo e l’associazione o istituto non profit beneficiario. È usanza molto diffusa che chi abbia beneficiato dell’elargizione spedisca un ringraziamento al donatore, dopo aver effettuato la procedura di richiesta del suo indirizzo. Spesso a godere di questi soldi sono sempre le stesse grandi organizzazioni o istituti, anche perché effettivamente svolgono sul territorio attività estremamente importanti per centinaia o migliaia di cittadini. Tuttavia è bene ricordare che i piccoli importi possono significare moltissimo per le piccole associazioni, che magari hanno spese contenutissime e zero entrate: per loro un’elargizione di 100 euro potrebbe significare completare un piccolo progetto o pagare una bolletta che altrimenti sarebbe pagata con i soldi dei soci o (come spesso accade) del presidente o del consiglio direttivo.

 

3) La donazione. È un atto dal grande valore morale e simbolico, ed è più diffusa di quello che si potrebbe immaginare. Per donazione si intende la cessione a titolo definitivo in favore delle associazioni e degli istituti non profit di mezzi, immobili e strumenti in grado di migliorare e agevolare l’attività dell’organizzazione cui viene donato il bene. L’identikit standard del donatore è solitamente (ma non solo) quello di un anziano solo, senza marito o moglie, senza figli o parenti stretti. La donazione di rilievo più ambita dalle associazioni, nonché una tra le più diffuse proprio tra gli anziani “senza eredi”, è quella di un immobile. Dal punto di vista fiscale sono notevoli i vantaggi: sia chi fa sia chi riceve la donazione non deve pagare né tasse né imposte di registro, altrimenti inevitabili in caso di donazione tra “privati” anche se parenti. Condizione sine qua non è che chi riceve la donazione goda dello status di onlus.

 

4) La partecipazione “passiva”. Il modo meno impegnativo, ma comunque molto apprezzato dal mondo del volontariato, di aiutare le associazioni è quello di partecipare da spettatore a spettacoli, gite, eventi, gazebo all’interno dei quali è dichiaratamente prevista una dicitura del tipo “il ricavato della manifestazione sarà devoluto all’associazione…”. In questo modo gli organizzatori si impegnano formalmente a devolvere il ricavato (spese escluse) in beneficenza. Tra le altre cose, c’è da segnalare che spesso gli spettacoli organizzati da queste associazioni sono molto divertenti o molto apprezzabili per qualità. Con uno sforzo minimo (l’offerta è quasi sempre libera) tutti possono quindi aiutare i volontari anche dal punto di vista economico.

 

5) La partecipazione “attiva”. Giovani, ma anche madri, dopolavoristi e pensionati trovano spesso sfogo nel regalare il proprio tempo alla causa delle associazioni con le quali condividono obiettivi o passioni: gli uomini sono spesso rivolti alle associazioni sportive e culturali, mentre i disabili, l’assistenza ai più deboli e la formazione dei più piccoli sono prevalentemente il regno delle donne. Meglio distribuiti a livello di genere i volontari nel settore dell’integrazione extracomunitaria. Questa è la forma tipica del supporto al mondo del volontariato, che trova la sua ragione di essere proprio facendo leva sulle persone che materialmente si impegnano a lavorare senza richiedere compensi. Certo, a volte in questo modo si può andare incontro a problemi di “scarsa professionalità”, ma il valore umano di tutti i volontari non potrà mai essere messo in discussione. Per chi non conosce bene il mondo del volontariato ma nel contempo vuole essere d’aiuto, per avere una panoramica completa sulle associazioni esistenti, come già accennato in precedenza, basta recarsi al Centro Servizi Volontariato più vicino scegliendo tra gli sportelli di Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine, Azzano Decimo, Aviano, Monfalcone, Porpetto, San Daniele del Friuli, San Vito al Tagliamento e Tolmezzo (gli indirizzi e i recapiti telefonici si trovano anche sul sito www.csv-fvg.it). Presso i Centri Servizi sono infatti disponibili gli elenchi di tutte le associazioni iscritte con le relative competenze e bisogni. Trovare quella presso cui fare volontariato attivo sarà così più facile.

Giuseppe Morea

 

In collaborazione con Help! 

 

 


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