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Tutti i segreti della bioedilizia

 |  Redazione Sconfini

Alcune volte capita di leggere nelle pubblicità sui giornali una parola strana, ma sempre più diffusa: “bioedilizia” o più semplicemente edilizia ecologica. Capita anche che ne sentiamo parlare in televisione senza che, però, si entri mai nello specifico; senza che ci venga spiegato il perché dobbiamo operare in maniera ecologica nella costruzione di nuovi edifici e nel recupero delle vecchie costruzioni; senza che ci venga spiegato lo scarso confort abitativo che hanno le nostre attuali abitazioni in cemento armato. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

 

La bioedilizia non ha una precisa “data di nascita”, ma bensì eredita tutti i tratti caratteristici dell’edilizia storica: non è altro che la modernizzazione di tutti i criteri utilizzati cento è più anni fa riguardo l’utilizzo dei materiali tradizionali e la loro giusta applicazione, avvalendosi di quanto più avanzato oggi la ricerca può fornire in questo campo. Infatti, nel passato i materiali “ecologici” erano gli unici disponibili sul mercato e il loro livello di affinazione era altissimo: non per niente a tutt’oggi possiamo notare nelle città storiche che edifici progettati e costruiti alcuni secoli fa ancora adesso resistono, mentre altri costruiti recentemente in calcestruzzo e ferro subiscono deterioramenti molto repentini sia delle strutture che degli intonaci.

 

Fare bioedilizia non è una moda, anzi, sta diventando un requisito fondamentale per poter vivere meglio sul nostro pianeta. Infatti, l’obiettivo è quello di trovare soluzioni concrete e tangibili che riducano l’impatto sull’ambiente, cercando di utilizzare in maniera ottimale tutte le risorse già disaltponibili sul mercato e prediligendo ovviamente materiali sani, naturali e riciclabili, e le energie alternative.

 

Partendo dal basso, la prima cosa che troviamo in un edificio, tra l’altro di vitale importanza, sono le fondamenta. Le nostre case dovranno essere costruite ben ancorate al suolo e all’asciutto per garantire ovviamente la massima asismicità dell’edificio, senza tralasciare la “respirazione” naturale per evitare che il gas radon ristagni.

 

Le pareti dei nostri edifici di nuova costruzione dovranno essere fondamentalmente traspirabili con buone doti d’isolamento sia termico che acustico, in modo da aumentare la vivibilità interna; la costruzione del tetto, seguendo tutti i criteri bioclimatici, dovrà tener conto di variabili come il surriscaldamento estivo e la tenuta termica invernale, ovviamente utilizzando sempre materiali naturali per la coibentazione e la ventilazione.

 

I pavimenti dovranno essere isolati con pannelli di fibra naturale in modo da impedire che i rumori si trasmettano al solaio e alle altre strutture; molto utilizzati risultano i pavimenti di legno prefiniti, quasi tutti garantiti come prodotti “bio” con prezzi ridotti rispetto ad un pavimento di legno pregiato e di montaggio veramente rapido.

 

Ovviamente, anche le finiture della casa dovraaltnno seguire i canoni sopra esposti, utilizzando materiali “bio” e totalmente riciclabili e vernici ecologiche, con particolare attenzione nella scelta del colore delle pareti e degli altri elementi in quanto la percezione umana potrebbe essere disturbata da colori troppo forti (si dovranno scegliere, quindi, tinte più soft e meno vistose).

 

La scelta dei materiali risulta oltremodo importante nell’economia costruttiva e per il futuro dell’abitazione stessa. Negli ultimi anni, in seguito alla crescita del calcestruzzo, nelle nostre abitazioni abbiamo visto un calo vertiginoso nell’utilizzo del legno; con i criteri “bio” questo importante elemento viene del tutto rivalutato, utilizzato nuovamente come materiale costruttivo. Essendo il legno parte della nostra storia, possiamo dire di conoscerne i suoi comportamenti, le sue prestazioni, le capacità isolanti, la sua durabilità ed il comfort abitativo; e un aspetto non meno importante è quello psicologico, cioè la percezione inconscia di solidità, calore e concretezza che le strutture fatte con questo tipo di materiale riescono a trasmettere.

 

Evitiamo l’utilizzo di calcestruzzo armato se non per le fondamenta, per le quali risulta comunque attualmente il metodo più veloce e sicuro. Del tutto sconsigliato l’uso di altri elementi metallici nella costruzione strutturale, dal momento che possono provocare nel tempo gli effetti negativi dell’elettromagnetismo.

 

I materiali isolanti scelti dovranno avere alcune particolari caratteristiche: l’alta traspirabilità, l’igroscopicità, l’assenza di odore, che sono tra le qualità principali dei materiali naturali di base legnosa o di fibra di cellulosa. Questi garantiscono un’ottima protezione dal freddo invernale e offrono un eccellente protezione dal surriscaldamento estivo, isolando anche sensibilmente dal rumore. Di solito sono prodotti in pannelli di fibre di legno e vengono espressamente utilizzati residui di legno delle segherie in forma di sciaveri e schegge di legno di conifere non trattate.

 

Finora abbiamo parlato di tecniche costruttive e materiali per opere di nuova costruzione; ovviamente, le tecniche per il restauro edilizio dovranno essere concretizzate con gli stessi canoni, considerando però la storia dell’edificio senza andare ad intaccare le strutture realizzate in passato, ma consolidandole in chiave biologica. Non parleremo in questi casi, infatti, di “ristrutturazioni” edilizie, ma bensì di una sorta di “restauro”, in quanto si cercheranno di utilizzare dei prodotti naturali e tradizionali.

 

Purtroppo, ancora troppo frequentemente il recupero dell’esistente è considerato un obbligo imposto dalle normative vigenti e non un incentivo per il vivere sano ed ecologico, in sintonia con l’ambiente. In termini economici il recupero edilizio incide meno del 5-10% dell’edilizia tradizionale, mentre nella costruzione del nuovo i costi vengono maggiorati di circa il 10%, ma con un aumento del confort abitativo che non ha prezzo.

A.T.

 

 

In collaborazione con Help!

 

 


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