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Stirare, che piacere! Ma per favore...

 |  Redazione Sconfini

Stirare è uno dei lavori domestici più faticosi e meno amati: l’Istituto della Scienza dello Sport ha rilevato che stirare 1 ora fa consumare lo stesso numero di calorie bruciate percorrendo 1 km con gli sci da fondo. Per fortuna, oggi disponiamo di apparecchi dotati di piastre scorrevoli, manici ergonomici e caldaie sicure, che ci consentono di ridurre al minimo il dispendio di energie, risparmiando tempo e fatica.

 

Pensate invece come poteva essere faticoso stirare al tempo del Faraone Ramesse II (1290-1224 a.C.) utilizzando i primi lisciatoi, strumenti piatti e pesanti, usati a freddo, costruiti in pietra, in legno, in marmo oppure terracotta che venivano fatti scivolare sui tessuti dapprima immersi in una soluzione di gomma e poi pieghettati.

 

Il primo ferro da stiro a caldo è cinese e risale all’epoca Han (200 a.C.-200 d.C.): ricavato da antichi bruciatori di profumo, veniva riempito di brace incandescente per stirare tessuti resistenti, mentre per tessuti delicati, come la seta, si preferiva la sabbia calda; era preziosamente intarsiato e cesellato con dei simboli bene auguranti di fortuna e lunga vita, forse per spaventare gli spiriti maligni e scongiurare le scottature.

 

Anche i Romani utilizzavano piastre di bronzo con lunghi manici che venivano riscaldate e poi passate su taltoghe e tuniche, e a Pompei possiamo ammirare una lavanderia di 2.000 anni fa, il Funiculum, una bottega in cui si portavano i vestiti a lavare e stirare: solo che invece di utilizzare una soluzione di gomma come gli Egizi per trattare i tessuti, i Romani utilizzavano una mistura di acqua, sapone e urina umana. Mentre in Cina l’uso del calore per stirare era conosciuto da secoli prima della nascita di Cristo, in Europa l’arte della stiratura, della gommatura e la tecnica di plissettatura dei tessuti, vennero portate dai Crociati (1100 d.C.).

 

Col passare dei secoli il ferro subisce una serie di evoluzioni, dai ferri olandesi in metallo battuto del 1200 a forma di barchetta, alla produzione di ferro fuso del 1300 con forme migliori; con il tempo il manico di metallo viene sostituito con quello in legno, la piastra diventa apribile e nel 1600, con il diffondersi di una moda sofisticata, prende impulso la professione dello stiratore; e sotto la guida del maestro-sarto lavorano molti artigiani e numerose donne.

 

Nel 1800 negli Stati Uniti, con la comparsa del gas nell’illuminazione delle strade cittadine, il ferro da stiro si appropria di questa fonte di energia, dotandosi di un fornello speciale da collegare al tubo del gas. Nel 1891 Henry Seeley brevetta un “Electric Flat Iron”, il primo ferro da stiro con piastra riscaldata elettricamente, con l’inconveniente di pesare però “solamente” 6 kg… Nel 1926 a New York nasce “Eldec”, il primo ferro da stiro a vapore, privilegio delle lavanderie professionali; solo nel 1960 questo nuovo modo di stirare viene apprezzato e utilizzato.

 

Non lamentiamoci, quindi, e trasformiamo il classico appuntamento con il ferro da stiro in un momento rilassante, piacevole e profumatissimo utilizzando, vaporizzata sul bucato prima della stiratura, questa soluzione di acqua e lavanda che diffonderà un delicato aroma proteggendo naturalmente i capi dalle tarme: 35 gocce d’olio essenziale di lavanda, 300 ml d’acqua distillata e alcuni rametti di lavanda essiccati in un contenitore di plastica con vaporizzatore.

G.B.

 


In collaborazione con Help! 

 

 


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