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Gelato: una passione… calorosa

 |  Redazione Sconfini

La storia del gelato è una storia complessa ed affascinante dove si mescolano molteplici teorie e vicende che ci portano fino ad Isacco, che offrì ad Abramo latte di capra misto a neve per rinfrescarsi.

 

Alcuni interpreti di vecchie scritture affermano che già in Palestina, durante la raccolta del grano, i padroni facevano distribuire ai servi dei pezzi di neve, mentre i Faraoni offrivano ai loro ospiti calici d’argento divisi a metà, una piena di neve e l’altra di succhi di frutta.

 

Alessandro Magno, durante le sue campagne in India, consumava neve mescolata a miele e frutta. I Romani, che impararono dai Greci ad utilizzare la neve e il ghiaccio per il consumo alimentare e per raffreddare le vivande, mescolavano ghiaccio tritato finemente e miele ad un’altra porzione di ghiaccio mescolato con succo di frutta, in modo da realizzare una specie di crema ghiacciata; e sembra che la prima ricetta di una specie di gelato, diventato poi molto popolare, sia da attribuirsi ad un generale romano, Quinto Fabio Maaltssimo. Con la caduta dell’Impero Romano e la venuta del Medio Evo si persero queste raffinatezze, ma non in Oriente, dove l’invenzione delle bevande fredde continuava a perfezionarsi.

 

Il gelato arrivò in Sicilia con gli Arabi, che riportarono questa tradizione, e venne chiamato sorbetto, dall’arabo “scharbat”. I Crociati, ritornando dalla Guerra Santa, portarono preziose ricette nelle regioni più a Nord, mentre a Venezia Marco Polo portò anche nuovi suggerimenti per la refrigerazione: non più con la neve, ma mescolando acqua e salnitro.

 

La vera diffusione del gelato in Europa partì però dalla Sicilia, dove i gelatai, che avevano imparato dai Mussulmani, perfezionarono le ricette e portarono il gelato a Napoli, Firenze, Milano, Venezia, e fino in Francia, Germania e Inghilterra, mentre in Spagna il “sorbetto” si diffondeva tramite i rapporti commerciali del Portogallo con i popoli delle Indie.

 

Nel XVI secolo, durante una gara di cuochi alla Corte dei Medici, Messer Ruggieri, pollivendolo e cuoco a tempo perso, preparò un dolcetto gelato che impressionò così tanto Caterina de Medici che, dovendosi sposare con Enrico duca d’Orleans, obbligò Ruggieri a preparare il suo sorbetto chiamato “ghiaccio all’acqua inzuccherata e profumata” per il banchetto di nozze contribuendo, così, alla diffusione di questo dessert anche in Francia.

 

Come il gelato sia arrivato in Veneto, tra le montagne bellunesi, non si sa. Nei libri di storia si legge che nella seconda metà del 1800 la Val Zoldana ed il Cadore attraversarono una profonda crisi economica che indusse gli abitanti a trasferirsi a Nord delle Alpi, trasformandosi da minatori, lavoratori del ferro e falegnami in venditori ambulanti di caldarroste e mele caramellate.

 

Il problema, però, rimaneva nella stagione estiva e questi emigranti si resero conto che era necessario proporre qualcosa di diverso. Iniziò così la distribuzione del gelato con i tipici carrettini. Il gelato veniva preparato in apposite tinozze, congelato con ghiaccio e sale, infine travasato in tini di legno, che venivano isolati con dei sacchi e che lo mantenevano solido fino a sera. Nel 1894 l’Amministrazione viennese negò la licenza di venditori ambulanti ai valligiani zoldani e cadorini per evitare che soffocassero con la loro concorrenza i venditori di dolciumi austriaci. Ed allora i gelatai bellunesi pensarono di affittare dei piccoli negozi che arredarono con panche e illuminarono con una lanterna: presero così vita le prime gelaterie artigianali.

 

All’inizio del 900 l’emigrazione dei gelatieri cominciò a profilarsi come un fenomeno di massa e così anche la famiglia Zampolli intraprese a Trieste l’attività volta alla produzione del gelato artigianale. Con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, il settore fu abbandonato; ma nella ricostruzione postbellica, che vide la nascita del gelato di produzione industriale, i cadorini ed i veneti delle vecchie e nuove generazioni ripresero ad aprire le loro gelaterie artigianali, continuando nella tradizione che con professionalità, dedizione e fantasia, ha fatto sì che il gelato artigianale italiano sia diventato sinonimo di genuinità e qualità.

G.B.

 


In collaborazione con Help!

 

 


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