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Arredamento: dove stiamo andando?

 |  Redazione Sconfini

Milano. Salone del mobile. Tappa importante questa tanto per gli operatori del settore quanto per coloro che hanno in animo di apportare modifiche alle proprie abitazioni. Diventa allora interessante approfittare del tradizionale appuntamento primaverile per cercare di capire quali sono le tendenze. Ma non solo. Si può infatti pensare che, come già affermato su queste pagine, anche il modo con cui le nostre case sono ammobiliate ha un significato che va oltre il semplice senso estetico e che rivela qualcosa di noi. Allora, se accettiamo questa affermazione, possiamo dire che anche questo aspetto racconta qualcosa non solo degli individui ma anche della società di cui facciamo parte. A visitare la fiera milanese, ai primi di maggio, è stato Sergio Marassi, interior designer e responsabile del negozio La Gabbia di Trieste. Attraverso le sue parole cerchiamo quindi di cogliere qualche cenno all’imperitura domanda: dove stiamo andando?

 

Nell’edizione 2007 del Salone del mobile si sono potuti registrare alcuni aspetti particolari, tra questi la tendenza a prevedere spazi molto ampli: grandi cucine, grandi camere da letto. A farla da padrone è rimasto lo stile minimalista, ovvero quello stile che trae origini da un movimento nato negli Usa alla metà degli anni Sessanta e che è l’arte della ridaltuzione e della semplificazione delle forme. Tradotto in termini di arredamento, minimalismo significa mobili monocromati dalle linee semplici e il cui scopo è comunicare un’idea di ordine e di organizzazione. Ebbene, accanto a questo gusto improntato alla sobrietà, sono stati presentati complementi di arredo molto ricchi, quasi baroccheggianti.

 

È interessante notare come, analizzando anche solo questi due aspetti, ci si trovi di fronte a quella che apparentemente può sembrare un’incongruenza. Apparentemente, perché davanti a qualsiasi espressione artistica, quale è anche la progettazione dell’arredamento, è bene domandarsi “perché?”, indagarne il senso. Allora, così inquadrando la questione, possiamo ipotizzare che forse arricchire con complementi di arredo complessi un ambiente minimal non è in contraddizione o, se vogliamo, disarmonico, ma rappresenta piuttosto il tentativo di compensare l’eccesso dell’essenzialità dei mobili. Sono infatti i dettagli a rendere pregnante e a riscaldare un luogo che altrimenti rischierebbe di apparire freddo.

 

Ma le apparenti incongruenze non finiscono qua. Visitando la Fiera del capoluogo lombardo si passava, senza soluzione di continuità, da padiglioni ipertecnologici a quelli ispirati al Feng shui. Ovvero, alcuni espositori hanno presentato ambienti caratterizzati fortemente dalla robotica, quindi fotocellule e meccanismi elettronici (dai cassetti che si aprono al solo passare la mano davanti, al frigorifero capace di organizzare la lista della spesa in base agli alimenti mancanti al suo interno), mentre altri hanno tratto ispirazione da un’antica arte orientale, il Feng shui, che significa letteralmente vento e acqua, in onore dei due elementi che plasmano la terra e che col loro scorrere determinano le caratteristiche più o meno salubri di un particolare luogo. Negli ambienti così concepiti si cerca di evitare l’eccesso di tecnologie e anche l’orientamento del letto viene studiato in modo tale da garantire un sonno sereno.

 

Allora, ritorniamo all’annosa domanda: dove stiamo andando? Di fatto, come sempre, non si è in grado di dare una risposta definitiva, ciò chalte invece si può affermare con certezza è che si sta vivendo un momento di vitale fermento, di importante ricerca. D’altro canto è sempre stato così: alla tesi si accompagna l’antitesi e solo successivamente si giunge alla sintesi.

 

Lavori in corso, dunque. Ma nell’attesa di giungere alla meta, cosa possiamo fare, come possiamo orientarci? È importante trovare dei riferimenti. Innanzitutto, ciò che dobbiamo attivare è la nostra curiosità: di fronte alle miriadi di proposte che ci vengono fatte dai designer, oggi più che mai è importante soffermarsi a osservare i piccoli particolari di ogni oggetto che ci troviamo di fronte. Esso può sembrarci banale, di primo acchito, di fatto gli studi e le costanti ricerche hanno permesso anche a ciò che apparentemente è semplice di celare una complessità inaspettata; ed è proprio da questa attenta osservazione che possiamo iniziare a destreggiarci nel ricco panorama che ci sta innanzi.

 

Altrettanto importante è scegliere come bussola per effettuare scelte corrette i professionisti, cioè coloro che, dotati di preparazione e di quel talento speciale che è la creatività, sono gli unici a essere in grado di armonizzare gli elementi che adornano le nostre abitazioni. Compiere questo lavoro non è semplice perché, oltre alla competenza del settore, è necessaria anche la capacità di comprendere la persona che vuole modificare la propria casa per rinnovare il suo spazio quotidiano. A volte può essere sufficiente eseguire solo un lavoro detto di restyling, cioè utilizzare l’esistente, spostare alcuni elementi e apportare alcune piccole modifiche, magari semplicemente mutando i colori. A volte il lavoro è invece globale e tutto viene rinnovato radicalmente.

 

Ciò che non va mai perso di vista, quando ci si accinge a intervenire sulla disposizione dei mobili e dei complementi di arredo, è il trasporre qualcosa della storia, della personalità di chi vive in quell’ambiente. In tal senso, ad apparire particolarmente suggestive sono le case dei viaggiatori, coloro che girano il mondo e che, passando di Paese in Paese, vengono attratti da oggetti, stoffe, soprammobili, che acquistano e che portano nelle loro abitazioni. Quando si varca la soglia di questi appartamenti si comprende pienamente che i dettagli decorativi hanno un ruolo ben più importante e significativo di quanto si possa supporre.

Tiziana Benedetti

 


In collaborazione con Help!

 

 


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