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Assicurazioni: con che cosa ci si deve coprire?

 |  Redazione Sconfini

Devo assicurarmi. Che fare, dove andare, a chi rivolgermi? Queste sono le domande che il cittadino si pone nel momento in cui decide di sottoscrivere una polizza. Il mercato assicurativo è immenso e non è facile sapersi muovere in un panorama tanto vasto. Cerchiamo allora di avere alcune indicazioni che ci consentano, nel momento in cui ci rivolgiamo all’agenzia di una compagnia assicurativa, di avere la certezza che stiamo interloquendo con un professionista.

 

“Dal primo luglio 2007 – spiega Massimiliano Vidoni, titolare dell’agenzia Tua Assicurazioni di Trieste – l’Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo) ha introdotto novità importanti volte a migliorare il rapporto tra il cliente e l’assicuratore”. Innanzitutto è stato sostituito l’albo agenti con il Rui, acronimo che sta per Registro unico intermediari assicurativi e riassicurativi, al quale il professionista che ha maturato un’esperienza significativa deve essere iscritto. In occasione del primo contatto con il potenziale contraente l’agente, in base alle nuove direttive, ha l’obbligo di esibire una dichiarazione nella quale risultino i suoi dati personali essenziali e quelli relativi alla sua attività. Già questo primo atto, che non deve essere sollecitato, ma autonomamente proposto dall’assicuratore, è un indizio di serietà professionale e di rispetto per le regole in vigore.

 

A questo primo gesto ne segue un altro altrettanto importante: l’agente deve, prima della sottoscrizione della proposta di assicurazione (si badi: non solo prima della firma di un contratto), far compilare al cliente un questionario concepito per verificare l’adeguatezza del prodotto assicurativo proposto. Certo per gli operatori del settore si tratta di una discreta quantità di lavoro suppletivo, ma il sottoscrittore della polizza non ha che da plaudere a una simile iniziativa.

 

Di fatto gli obblighi di comportamento cui gli intermediari sono tenuti nei confronti dei contraenti, potenziali oalt effettivi, hanno come finalità principale quella di rendere consapevole il firmatario di una polizza. “L’assicurazione – esemplifica  Vidoni – può essere paragonata a una coperta: si può scegliere se averne una pesante oppure un modello traforato, ma la scelta deve essere compiuta con piena consapevolezza”. Altrimenti detto: ognuno può avere una maggiore o minore attitudine a cautelarsi di fronte agli imprevisti che la vita comporta, tuttavia deve essere certo che, nel momento in cui sceglie un prodotto assicurativo, quest’ultimo corrisponda alle sue esigenze e soprattutto dev’essere chiaro ciò che l’assicurazione garantisce nel caso in cui si verifichi l’accidente per cui la polizza è stata accesa.

 

A proposito di esigenze, l’assicuratore professionista, quando ha un colloquio con il cliente, deve individuarne sia quelle palesi che quelle latenti: le prime riguardano la necessità del potenziale contraente di sottoscrivere una polizza obbligatoria, come per esempio l’Rc-auto, le seconde rientrano invece in un ambito più ampio. Il professionista deve porre le domande corrette al cliente in modo tale da entrare in possesso di informazioni utili a comprenderne lo stile di vita condotto, l’attività lavorativa svolta, nonché la composizione del nucleo familiare. Attraverso questi dati l’agente può infatti far venire alla luce una necessità, in materia di prodotti assicurativi, di cui l’interlocutore non era cosciente.

 

Come prepararsi a un colloquio con un assicuratore? “Una strategia efficace – risponde Vidoni – è quella di arrivare all’incontro con una serie di domande già preparate: per farsele venire alla mente è sufficiente ipotizzare la situazione in cui si deve far intervenire l’assicurazione per ottenere un risarcimento”. Per esempio, nel caso di un incidente stradale alcune delle domande potrebbero essere: qual è il nome del perito? qual è il medico di riferimento? come funziona il meccanismo del risarcimento della compagnia? ci sono carrozzerie convenzionate? ... e via dicendo. Le risposte a questi interrogativi devono essere precise, immediate e semplici; la volta in cui si coglie incertezza e imprecisione deve suonare un campanello d’allarme.

 

Esiste uno strumento importante che il consumatore ha a disposizione quando nutre dubbi sulla professionalità dell’intermediario assicurativo al quale si è rivolto, ovvero può collegarsi al sito Internet dell’Isvap (www.isvap.it): dalla home page si entra nella pagina intitolata “imprese e intermediari”, quindi si accede al Registro unico intermediari assicurativi e riassicurativi; a questo punto appare una mascherina nella quale è sufficiente digitare il cognome dell’agente a cui ci si è rivolti per verificarne i dati. Nello stesso sito web è inoltre offerta la possibilità di comunicare all’Istituto di vigilanza delle assicurazioni eventuali reclami. In caso di insoddisfazione per il trattamento ricevuto dall’agente assicurativo, il primo passo da compiere è contattare la sede centrale della compagnia assicurativa; tuttavia, se non si ottengono significativi risultati, allora ci si può rivolgere direttamente all’Isvap, che interviene per effettuare le necessarie verifiche.

 

Queste opportunità offerte al cittadino contribuiscono in modo importante a rendere reale il concetto di trasparenza che ci deve essere tra il cliente e l’assicurazione e al contempo permettono di valorizzare i veri professionisti a discapito di coloro che invece non operano con serietà. Sottoscrivere una polizza non è un’operazione irrilevante per il consumatore: essa infatti nasce con lo scopo di tutelare e sostenere il contraente in situazioni di disagio se non addirittura dolorose. Non c’è niente di peggio che scoprire, proprio nel momento in cui si è più fragili, che l’assicurazione che si è sottoscritta è diversa da quello che si credeva. “Fondamentale allora appare – conclude Vidoni – il rapporto di fiducia che si deve instaurare tra l’assicuratore e il cliente: il professionista deve essere un punto di riferimento sicuro al quale potersi rivolgere in caso di necessità e al quale, sintetizzando, poter telefonare anche il giorno dopo”.

Tiziana Benedetti

 

 
In collaborazione con Help!

 

 


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