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L’abbattimento di un albero

 |  Redazione Sconfini

La crescita dell’albero altro non è che la moltiplicazione delle cellule esistenti che avviene per divisione in due strutture dette meristemi primari, le cui cellule vanno a formare i germogli, e meristemi secondari, che generano le cellule legnose tra cui quelle per il ricambio della corteccia.


Il ricambio delle cellule, visibile sulla sezione di un tronco sottoforma di anelli concentrici, costituisce il sistema vascolare dell’albero (trasporto di acqua e sali minerali). Il tronco regge l’intero peso dell’albero: ecco perché quando esso diventa secco, o peggio cavo, l’abbattimento diventa necessario.


Normalmente si procede con il taglio classico alla base dell’albero e il più rasente possibile al terreno. È necessario valutare con estrema attenzione la direzione di caduta, per evitare danni a persone, operai, finestre o automobili circostanti, nonché ad altri alberi.


Come procedere dunque? Intanto, si valuta se il tronco da abbattere si trova in posizione verticale o inclinata. In quest’ultimo caso, la direzione di caduta è già segnata. Altrimenti entrano in gioco altri criteri: per esempio, se la chioma è allineata alla base dell’albero o sbilanciata. Inoltre, si valuta l’area in cui si farà il cosiddetto “concentramento”, ovvero la raccolta del materiale di scarto procurato durante le operazioni (foglie, rami, segatura). Ciò serve a evitare di dover girare il tronco al momento del concentramento.


Detto ciò, la prima tacca è importantissima perché imprimerà da subito la direzione di caduta. Un taglio orizzontale e uno inclinatalto di 40 gradi circa devono formare una tacca a cuneo che penetri nel tronco fino a un terzo del diametro circa, sbilanciando così tutto l’albero verso la direzione auspicata.


In seguito, si fa il taglio di abbattimento, da imprimere sulla parte opposta, un paio di centimetri più in alto rispetto alla base del primo taglio, tanto da formare una sorta di cerniera che dev’essere sì sottile, ma non recisa del tutto. Altrimenti, l’albero staccato dal tronco sottostante può cadere in qualsiasi direzione con grave pericolo per le persone e le cose circostanti. Per tutto ciò, è necessario che l’albero sia costantemente guidato lungo la caduta.


Se a questo punto, a partire dalla cerniera il baricentro dell’albero si sposta nella direzione di caduta prescelta, l’albero s’inclinerà gradualmente spostando sempre più il suo peso nella direzione di caduta.


Nel caso più complicato in cui ciò ancora non accada, servirà conficcare dei cunei nel taglio di abbattimento (quello cioè opposto alla direzione di caduta) così da lasciare un margine di lavoro alla motosega, soprattutto per evitare che l’albero ne schiacci la catena dentata. Poi sarà necessario battere gli stessi cunei per conficcarli sempre più nel tronco così da inclinarlo sempre più verso la direzione di caduta.


Viceversa, la cerniera va lasciata più larga dalla parte opposta a quella nella quale pende l’albero, quando su un albero già curvo si avrà la necessità di agire per abbatterlo nella direzione opposta alla sua corrente inclinazione. Tuttavia, in questi casi il sistema più sicuro sta nell’uso di un cavo che prima raddrizzi l’albero per poi farlo cadere nella giusta direzione.


Se ciononostante si teme ancora che la caduta dell’albero possa danneggiare gli arbusti circostanti, una tecnica, da lasciare però ai soli esperti, è invece quella del tree-climbing (risalita sull’albero). Così, tramite un intervento in quota, una ditta specializzata procederà prima all’asportazione dei rami più esterni per poi continuare gradualmente verso il fusto.


In questa sede di mero servizio informativo al consumatore-utente, lungi dal consigliare all’autodidatta particolari procedure di tree-climbing, ci limitiamo ad una sommaria spiegazione utile a verificare la professionalità della ditta che opererà nel nostro giardino: l’operatore dovrà risalire il fusto attraverso un’autoscala o servendosi di ramponi con punte di acciaio, assicurandosi a un cordone semistatico di sicurezza, dalla resistenza non inferiore a 3.200 kg, che va infilato in una robusta biforcazione e fissato con dei moschettoni a tripla sicurezza, dalla resistenza minima di 2.700 kg.


Infine, un utile consiglio. Non sempre un costoso abbattimento è necessario: alle volte, basta una sramatura integrale o un semplice accorciamento dei rami alla lunghezza di un metro, tecnicamente detto depezzatura. In ogni caso, per motivi di sicurezza, l’operatore non lavorerà mai in giornate di vento o piovose. E, quindi, tanto meno dovrà agire da solo il cliente. Siamo prudenti… è meglio.

W.S.

 


In collaborazione con Help! 

 


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