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L’obiettivo di tutti? Stare bene

 |  Redazione Sconfini

 

Frequente è l’esperienza di chi con entusiasmo si iscrive in palestra, di chi decide di andare in piscina almeno una volta alla settimana, o ancora di chi, soprattutto nella bella stagione, tira fuori dall’armadio le

scarpe da jogging. Tra il desiderare e il fare, però, c’è di mezzo la buona volontà: spesso agli slanci iniziali segue una sorta di pigrizia per cui non si arriva né a essere costanti né, ovviamente, a raggiungere risultati.

 

Che fare, allora? È necessaria una riflessione. Sembra infatti che la spiegazione principale di questo abbandono dell’attività fisica, che pur tutti riconoscono come priorità per il proprio benessere psicofisico, sia la mancanza di tempo. “Di fatto, quando stiamo bene, il tempo scorre molto velocemente, ma è proprio quando iniziamo ad avere problemi fisici che la percezione del tempo muta e porta con sé rimpianti”, osserva Matteo Saule, titolare del negozio Victory Sport di Monfalcone, che aggiunge: “Se con tenacia e costanza uno si dedica a compiere una minima attività fisica, molti acciacchi potrebbero essere evitati come le discopatie e i problemi cardiocircolatori”. In altre parole: se investiamo del tempo oggi, che godiamo di un discreto stato di salute, raccoglieremo i frutti sia nell’immediato che nel futuro, quando gli anni porteranno con sé disturbi più o meno seri.

 

E se è sempre il tiranno tempo a condizionarci si può trovare una soluzione casalinga, ovvero cercare con costanza di compiere quotidianamente esercizi aerobici, ovvero quelli che prevedono uno sforzo prolungato per più di venti minuti e che fisiologicamente fanno sì che le scorte di glicogeno non siano più sufficienti a trasformare l’acido piruvico in atp, e anaerobici, cioè quelli basati su sforzi brevi ma intensi e che consentono la risintesi di atp in assenza di ossigeno attingendo alle scorte di glicogeno. Entrambi sono necessari e prevedono l’utilizzo di attrezzi diversi. “Per l’attività aerobica – rileva Saule – oltre al camminare, magari passeggiando con il proprio cane per mezz’ora al giorno, ci si può aiutare con un tapis roulant, che consente di correre tranquillamente a casa, magari di fronte alla tv, o con la classica cyclette o ancora con una bici ellittica. Quest’ultimo è lo strumento che altconsente il maggior consumo di energia, circa 800 calorie all’ora”.

 

Vero è che qualcuno, magari dotato di tenacia e non arrendevole, può facilmente obiettare che in fondo a correre o a pedalare, stando di fatto fermo, si annoia. “Svolgere attività fisica – afferma Saule – da molti è considerata un’occasione per stringere relazioni: c’è infatti chi va in palestra per fare, tra un esercizio e l’altro, due chiacchiere. Per quanto riguarda lo sport fatto in casa si può ovviare al problema dotandosi magari di due diverse attrezzature complementari da usare con un compagno. Così mentre si combatte la noia alternando giornalmente il tipo di esercizio, si può al contempo chiacchierare con chi ci sta accanto”. Piccoli suggerimenti questi che però possono far sembrare meno dura la salita. Tra parentesi parlare durante l’attività aerobica predispone al consumo dei grassi. L’attività anaerobica appare altrettanto importante di quella aerobica, in quanto mira a tonificare i muscoli. “I pesi – sottolinea Saule – sono i primi e più semplici strumenti da prendere in considerazione. Ecco perché è bene che accanto alla cyclette ci sia una panca che consenta di allenarsi anche sotto questo aspetto”.

 

Pur riconoscendone l’importanza, c’è chi proprio di fare esercizi nel senso più classico del termine, non ne vuol sentir parlare. Esiste una soluzione interessante anche per queste persone. La pedana vibrante. Di questi prodotti ne esistono diversi modelli e con differenti caratteristiche. “Ciò che è importante – evidenzia Saule – è capire il principio che vi sottostà e che fa di questi nuovi attrezzi un valido aiuto nel conseguire un buono stato di salute. Lo spunto venne dall’osservazione che gli astronauti, a seguito della lunga permanenza in assenza di gravità, oltre ad atrofia muscolare, presentavano un’evidente riduzione dell’osso del tallone. La spiegazione risiede nel fatto che tutti noi siamo costantemente sottoposti a uno stress positivo, dovuto al necessario contrastare la forza centripeta, causata dalla forza di gravità, che attira il nostro corpo verso il basso. Praticamente continuiamo a opporci a questa attrazione e questo contribuisce a determinare tanto la massa muscolare quanto la densità ossea. Le pedane vibranti sfruttano questa dinamica elevandola a potenza, obbligando il corpo a costanti adattamenti per evitare di cadere. In questo rispondere adeguatamente allo stimolo segue un aumento del tono muscolare, della nostra densità ossea nonché delle attività metaboliche in generale”. Un aiuto casalingo che con un piccolo impegno, purché costante, e un adeguato uso può donarci soddisfacenti risultati. Un ultimo spunto di riflessione: l’uomo è un animale abitudinario. Da studi emerge che l’abitudine diventa tale dopo ventuno giorni di ripetizioni. Proviamo ad avvalorare anche noi questa teoria? 

Tiziana Benedetti

 


In collaborazione con Help! 

 

 


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