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Abbronzatura: non solo d'estate

 |  Redazione Sconfini

 

Che il sole, in modiche quantità, faccia bene, si sa: la luce è fonte di vita in natura e condiziona anche l’umore degli esseri umani. Da tempo nei Paesi dove per sei mesi all’anno si

vive nell’oscurità, la fototerapia è diventata metodo per curare alcune forme di depressione. L’esposizione al sole, infatti, innesca una serie di reazioni biochimiche che risultano utili anche per essere di buon umore. Se quindi l’esposizione alla luce fa bene all’anima e al corpo, perché rinunciarvi durante l’autunno e l’inverno?

 

Numerosi e diffusi sono i centri dove si può conseguire un’abbronzatura fuori stagione. È importante però seguire alcune regole per evitare che, invece di goderne i benefici, ne traiamo danni. A tal fine abbiamo incontrato Marco Secoli, titolare del centro Nonsolosole di Trieste. “Innanzitutto – afferma – bisogna conoscere le differenze tra le lampade a bassa pressione e quelle ad alta pressione. Entrambe, è bene sottolinearlo, hanno la caratteristica di filtrare i raggi che possono nuocere alla pelle, cioè i raggi UVB, e in questo senso sono addirittura migliori del sole; quando ci si reca in spiaggia è infatti sempre necessario procurarsi una protezione adeguata al proprio tipo di pelle”. “Le lampade a bassa pressione – spiega Secoli – stimolano la produzione di melanina, cioè di quella sostanza che è responsabile del colore della nostra pelle. Quando ci si espone a questo tipo di macchina i risultati sono più duraturi ma richiedono più tempo per essere visibili. Le lampade ad alta pressione, invece, producono l’ossidazione della melanina, conseguendo come risultato un’abbronzatura quasi immediata ma meno durevole”.

 

“Ciò che conta – sostiene Secoli – è pensare che il mantenere la melanina in circolo è un ottimo sistema per essere pronti a mostrarsi al sole naturale, sia quello al quale ci esporremo nel corso della prossima estate sia a quello che incontreremo durante il periodo invernale, qualora salti programmi un viaggio verso zone tropicali”. In particolare si è visto che le lampade UVA sono di grande aiuto per coloro che hanno la pelle molto bianca e che con maggior facilità, alle prime esposizioni al sole estivo, vanno incontro quasi certamente a scottature. Prevenire è sempre meglio che curare: in questo caso, l’azione preventiva va compiuta per evitare di essere impreparati e quindi di scottarsi anche gravemente sotto l’esposizione dei raggi solari.

 

“Affinché la seduta in un solarium sia solo fonte di benessere – sottolinea Secoli – è importante seguire alcune fondamentali regole. Innanzitutto l’idratazione. Le lampade a raggi UVA tendono ad asciugare e quindi a seccare la nostra pelle, processo amplificato dalla presenza delle ventole che con il loro flusso d’aria rendono la temperatura della cabina più gradevole. Pertanto, è buona norma provvedere a spalmare abbondantemente il proprio corpo con una buona crema idratante. Chi ha la possibilità di farlo, può compiere questa operazione già a casa, in modo tale da permettere alla crema di penetrare in profondità. Altrimenti vi si deve provvedere quando si giunge nel centro: qui deve sempre essere messa a disposizione del cliente la crema idratante”. “Proprio perché idratare la pelle è importante e richiede alcuni minuti – aggiunge – quando si prenota una seduta in un solarium si deve considerare tanto il tempo necessario all’esposizione alla lampada, quanto quello per mettersi la crema”. Diffidare quindi di quei centri dove gli appuntamenti sono presi uno di seguito all’altro in base soltanto al minutaggio programmato per l’esposizione.

 

Un altro fattore importante è rappresentato dalla giusta valutazione del tempo di esposizione e dalla frequenza delle sedute. “Prima che si inneschi il meccanismo naturale che dà il via alla produzione di melanina – rileva Secoli – ci vogliono almeno sei-sette minuti. È pertanto inutile una seduta per un numero di minuti inferiore a questo valore (attenzione quindi alle promozioni che permettono un risparmio economico proponendo sedute lampo, ndr)”. “In generale – continua – un lettino con lampada a bassa pressione mediamente richiede, perché ci siano risultati visibili, un tempo compreso tra gli otto e i dodici minuti, mentre con quella ad alta pressione ne occorrono tra i venti e i venticinque. Infine, una seduta di fronte alla lampada facciale, che è solo ad alta pressione, può durare dodici minuti”. Il tempo va comunque scelto in base al proprio tipo di pelle. In questo senso diviene importante trovare nel centro di abbronzatura nel quale ci rechiamo chi sappia darci i consigli giusti. “Per quanto riguarda invece la frequenza – conclude Secoli – di fatto, durante l’inverno, è meglio programmare poche esposizioni ma con cadenza regolare. Per fare un esempio, al fine di mantenere la melanina in circolo, è sufficiente una seduta ogni tre-quattro settimane. È assolutamente preferibile la regolarità alle tre sedute settimanali cui poi far seguire un lungo intervallo: in questo caso avremo sì la pelle abbronzata ma avremo anche una pelle stressata”.

 

Diverso è il discorso se l’obiettivo è rappresentato dal prepararsi per un viaggio nei Paesi caldi, nel qual caso si possono programmare due-tre lettini a bassa pressione alla settimana. Infine, si sa, ci sono gli eventi speciali: la cena importante o l’invito a un matrimonio. In queste situazioni si può allora, eccezionalmente, trasgredire alla regola e concedersi qualche seduta in più con lampade ad alta pressione per arrivare all’appuntamento belli e abbronzati.

Tiziana Benedetti

 


 

 Piccolo glossario

 

> Melanina. La melanina, dal greco mèlas = nero, è presente negli esseri umani in più parti del corpo, tra queste: la pelle, i capelli e il tessuto pigmentato posto sotto l’iride. La melanina determina il colore della pelle. La melanina dermale viene prodotta dai melanociti, situati nella parte basale dell’epidermide, quando questi sono stimolati dall’esposizione ai raggi ultravioletti UVA.

 

> Raggi UVB. I raggi nocivi per la pelle sono gli UVB: essi si fermano nell’epidermide, dove vengono assorbiti, provocando in poche ore il rilascio di molecole irritanti, e possono divenire causa di eritemi solari, disidratazione della pelle e ipercheratosi.

 

> Raggi UVA. I raggi UVA attraversano l’epidermide per arrivare al derma, dove vengono assorbiti. Sono questi raggi i responsabili del fenomeno della pigmentazione diretta (fenomeno detto di Meyerowsky) che dà come risultato l’abbronzatura. La funzione degli UVA è quella di dare alla pelle una veloce e leggera protezione alla stimolazione solare.

 

 
In collaborazione con Help!

 

 


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