Skip to main content
Marina Vitale

Epistassi: i comportamenti da tenere e quelli da evitare

 |  redazionehelp

La vascolarizzazione della mucosa nasale a livello della porzione anteriore del setto (la zona viene detta Locus valsalvae) è formata da capillari particolarmente superficiali e quindi particolarmente “traumatizzabili”. Un’altra porzione di mucosa nasale in cui si formano con facilità epistassi è la posteriore (zona di Woodroff) anche se la possibilità di sanguinamenti a questo livello è molto inferiore rispetto alla porzione anteriore del setto. L’epistassi o rinorragia più comunemente si verifica solo in una narice, meno nella parte più profonda del setto e senza una vera causa apparente, come nel caso dell’epistassi essenziale (più frequente nel periodo estivo quando si ha l’azione di vasodilatazione consecutiva all’esposizione solare) o in conseguenza di una causa locale o generale (epistassi sintomatica).


Tra le più comuni cause locali, va menzionato il traumatismo della mucosa nasale del Locus valsalvae per soffiamento o per un’endotelite quale si può realizzare in corso di riniti virali o batteriche. Va poi ricordata l’abitudine, specie nei bambini, di infilare le dita nel naso o corpi estranei, o il grattamento (specie negli allergici), un setto deviato o esiti di chirurgia del setto con formazione di perforazioni settali, la formazione di neoformazioni locali, quali le formazioni angiomatose, il polipo sanguinante del setto, i traumatismi. In presenza di deviazioni anteriori del setto o di speroni ossei o osteo-cartilaginei si possono verificare delle aree in cui si formano fastidiose crostosità che possono sanguinare. È importante sottolineare che un’epistassi recidiva ed irrefrenabile può essere anche la spia di una neoplasia del massiccio facciale.
L’epistassi può essere sintomo di: malattie del naso (vestiboliti, raffreddore, influenza, sinusite, rinite allergica, polipi, tumori); malattie generali quali ipertensione, diabete, leucemie, cardiopatie, malattie renali, epatiche; carenze vitaminiche (vitamina K, vitamina C, alcolismo); danni da farmaci e sostanze stupefacenti (uso di farmaci anticoagulanti, dell’acido acetilsalicilico e/o di farmaci antinfiammatori, uso di cocaina); sindrome di Osler, una malattia ereditaria in cui esistono numerosissime telangectasie (dilatazioni) dei capillari della mucosa del setto nasale.
La maggior parte delle epistassi tuttavia si verifica a causa di lievi infiammazioni o raffreddori. Il rivestimento del naso diventa secco e irritato quando c’è un basso tasso di umidità nell’aria, a causa di allergie, raffreddore o sinusite. Per questo motivo le epistassi avvengono più frequentemente d’inverno, quando i virus sono più diffusi e l’aria riscaldata asciuga le narici. Anche un’ipertensione arteriosa può determinare un’importante epistassi: in questo caso l’atteggiamento terapeutico è differente in quanto una volta verificato che l’epistassi è legata ad un aumento della pressione arteriosa si lascia sanguinare fino a che la pressione non torna a valori normali.
> LA DIAGNOSI
Si avvale dell’esame obiettivo fisico (visita), completato ove sia necessario (se le epistassi sono ripetute e abbondanti) dall’esecuzione di esami endoscopici (videoendoscopia nasale) e di tutti gli accertamenti necessari a stabilire la causa delle emorragie qualora esse non dipendano da una causa nasale certa. In alcuni casi, potrebbero essere rilevati segni e sintomi di shock ipovolemico (volume circolatorio inadeguato). Il medico farà domande sui sintomi e altre condizioni legate all’epistassi, e su eventuali farmaci che si stanno assumendo. Si eseguiranno quindi in questi casi accertamenti di laboratorio ematologici, i test di coagulazione (tempo di protrombina, il tempo di tromboplastina parziale), esami radiografici e cardiologici (Ecg, prove da sforzo, controlli della pressione arteriosa, Holter cardiaco e pressorio).
> IL TRATTAMENTO
È di solito incentrato sulla causa del sanguinamento, e può comprendere, oltre al controllo della pressione del sangue, una terapia sintomatica che si avvale di tutti i provvedimenti che si devono intraprendere con urgenza per far fronte all’emorragia nasale.
- Tamponamento nasale: si esegue in anestesia locale mediante l’introduzione di idonei tamponi nasali nella fossa nasale responsabile dell’emorragia; i tamponi agiscono comprimendo il vaso danneggiato e vanno rimossi in genere dopo 48 ore. Da qualche tempo sono disponibili in commercio tamponi che il paziente introduce nella fossa nasale sanguinante con estrema facilità e che si “gonfiano” con il sangue comprimendo il vaso responsabile dell’emorragia.
- Diatermocoagulazione: viene eseguita in anestesia locale con il calore (termica).
- Caustica chimica: si esegue in anestesia locale con l’acido tricloroacetico.
- Elettrocoagulazione: si esegue in anestesia locale con l’elettrobisturi.
- Terapia medica causale: agisce sulla causa della patologia con farmaci tradizionali o fitofarmaci.
- Terapia omeopatica causale: agisce sulla causa della patologia con rimedi omeopatici.
- Terapia chirurgica: trova indicazione nei casi più gravi e resistenti alle altre terapie.
- Nel trattamento della sindrome di Osler può essere indicata la laser-chirurgia, che consiste nella semplice fotocoagulazione del vaso o dei vasi che ne sono responsabili.
A scopo preventivo può essere opportuno utilizzare un vaporizzatore in casa per garantire umidità all’aria, specialmente durante i mesi invernali. Può essere utile consumare molte verdure a foglia verde, sia crude sia cotte, perché sono alimenti ricchi di vitamina K, necessaria per la coagulazione del sangue.
> QUANDO SUCCEDE A UN BAMBINO
Il sanguinamento nasale è raro nel bambino molto piccolo, mentre è più frequente nei bambini della scuola materna ed elementare. Si verifica solitamente senza preavviso, con scolo lento ma continuo di sangue da una o entrambe le narici. È conseguente alla rottura dei vasi sanguigni superficiali presenti nella parte anteriore della mucosa nasale. Il fenomeno, spesso associato al raffreddore comune o allergico, è in molti bambini spontaneo ed apparentemente ingiustificato. Se subito dopo aver bloccato la prima fuoriuscita, se ne verifica una seconda nel giro di pochi minuti, è bene rivolgersi al pediatra cercando comunque di non far agitare troppo il bambino. Per diminuire la secchezza e l’irritazione del naso si può mettere sul setto nasale per due volte al giorno un po’ di vasellina.
Cosa fare (fonte: Istituto infantile Burlo Garofolo di Trieste):
- il bambino va messo seduto con la testa diritta (non reclinata all’indietro);
- comprimere tra il pollice e l’indice entrambe le narici, sino a metà del naso, per almeno sei minuti (tanto è necessario perché si formi un coagulo stabile);
- il bambino non va assolutamente disteso né va introdotto nulla nel naso;
- sono inutili gli impacchi freddi applicati sulla fronte;
- il pediatra va consultato senza urgenza, per una definizione diagnostica, nei sanguinamenti ricorrenti;
- una visita urgente è necessaria nell’epistassi conseguente a trauma nasale e nell’epistassi persistente oltre quindici minuti malgrado la corretta esecuzione delle manovre sopraindicate.
Ignazia Zanzi

BOX: Un’emergenza in casa: consigli pratici per i pazienti

Un’epistassi può provocare un flusso abbondante di sangue dal naso oppure un piccolo rivolo intermittente. Raramente è dolorosa, ma un dolore intenso può essere presente in caso di infezione locale.
• Rimanere in posizione eretta o seduti, per evitare che il sangue scenda nello stomaco provocando vomito e per meglio valutare l’entità dell’emorragia.
• Lasciare fuoriuscire il sangue per qualche istante.
• Posizionare sul naso o sulla fronte un cubetto di ghiaccio o qualunque altro oggetto molto freddo. Non introdurlo nella narice.
• Dopo il lavaggio della cavità con acqua fredda e una garza sterile bagnata e strizzata con acqua ossigenata, fare emostasi, stringendo le ali del naso verso il setto dalla parte che sanguina e piegare la testa in avanti. Si deve rimanere in questa posizione continuamente almeno per 10-15 minuti senza mollare la stretta. Nel frattempo, mentre si effettua l’emostasi, è buona norma verificare se la pressione arteriosa è regolare o superiore alla norma nei suoi valori minimi e massimi. Se dopo questi primi provvedimenti l’epistassi si risolve è buona norma farsi vedere quanto prima da un otorino, che potrà associare una terapia vasale a base di vasocostrittori, procoagulanti, nonché una terapia locale a base di unguenti specifici ad azione lubrificante e capillaroprotettrice. Se invece persiste si può procedere all’apposizione endonasale di tamponi che si espandono al contatto con il sangue o con l’acqua.
• Quando il sangue fuoriesce da una sola narice, è di colorito rosso vivo e non tende a scendere in gola, la causa è quasi sempre nasale ed il fatto non è in genere sintomo di una grave malattia. Se invece il sangue fuoriesce da entrambe le narici, tende a scendere in gola, è di coloro rosso scuro e l’emorragia non si arresta facilmente, possono essere in causa patologie più gravi (ipertensione, cardiopatie, diabete, malattie renali ed epatiche, leucemia).
• Sono assolutamente da evitare: l’uso di farmaci a base di acido acetilsalicilico perché favoriscono il sanguinamento; l’uso di cotone emostatico perché crea ustioni chimiche sulla mucosa nasale danneggiando tutti i vasi; il decubito supino in quanto il sangue viene ingerito provocando episodi di vomito che aumentano le sofferenze del paziente, già provato e preoccupato per il fatto emorragico.


Altri contenuti in Medicina

La dermatite atopica

  E' il tipo di dermatite più consueto in età pediatrica (dal 10% al 12% a livello mondiale nei Paesi occidentali a maggior sviluppo economico), ma non è insolita anche nei soggetti adulti. È u...

Meteorismo, flatulenza ed aerofagia: cause e rimedi

Quando si parla di problemi inerenti lo stomaco e dovuti ad una scorretta alimentazione, a stili di vista poco sani e ad altre patologie, ecco che la flatulenza ed il meteorismo rappresentano in as...

La prevenzione oncologica in ginecologia

Fu solo per caso che George Papanicolau intuì la possibilità di diagnosticare in fase precoce il cancro del collo dell’utero in maniera semplice e atraumatica. Egli era un anatomista statunitense d...

Affezioni infiammatorie: tracheiti, tutto parte dalle ciglia

Le tracheiti sono in genere l’evoluzione di un processo infiammatorio delle prime vie aeree, specie nella stagione invernale: soprattutto in forme acute, possono insorgere nel corso di malattie inf...

Varicella, un prurito davvero fastidioso

Tra le malattie infettive esantematiche una delle più comuni e delle più contagiose è senz’altro la varicella. Tale patologia colpisce in modo prevalente i bambini nei primi anni di vita ed è provo...