Skip to main content

Le malattie del fegato

 |  Redazione Sconfini

Il fegato è un organo fondamentale per la vita - unico rigenerabile e trapiantabile - e le patologie che lo interessano sono diffuse e frequenti sia in Italia che in Europa. "È un organo dalla funzione e dalla struttura molto complesse - spiega il professor Claudio Tiribelli, direttore del Centro Clinico Studi Fegato dell'ospedale di Cattinara a Trieste - deputato normalmente al filtraggio del sangue che la vena porta qui convoglia, proveniente da intestino, stomaco e milza.

Quando, ad esempio in presenza di una cirrosi, vi è un'alterazione della struttura epatica, con aumento del tessuto fibroso, il passaggio del sangue risulta ostacolato e la pressione portale aumenta. Questa condizione di ipertensione portale può provocare la comparsa di varici esofagee, emorroidi, ascite e ittero".

 

Dati recenti raccolti dal Fondo per lo Studio delle Malattie del Fegato (Progetto Dionysos) indicano che le malattie croniche del fegato sono tre volte più diffuse di quelle che ci si aspettava, superiori al 15% e in particolare quella della cirrosi epatica superiore all'1%. In Italia esistono più di 550.000 ammalati di cirrosi, e tra questi nel 10% dei casi (circa 55.000) si associa a un cancro al fegato.

 

La cirrosi, caratterizzata da tessuto epatico danneggiato e alterazione della circolazione del sangue all'interno dell'organo con conseguente perdita della funzionalità, è l'esito finale di infezioni virali, malattie genetiche, disordini del sistema immunitario e abuso di alcool (l'abuso è un problema frequente nel nostro Paese ed emergente tra gli adolescenti e le donne).

 

La maggior parte delle malattie croniche del fegato ha un decorso lungo (20-30 anni) e molto spesso non è causa di morte a meno che la malattia non sia molto aggressiva. Purtroppo, quasi tutte le malattie croniche del fegato non danno sintomi o segni apparenti di sé e la loro scoperta è molto spesso occasionale.

 

Quali sono i fattori principali e i sintomi del danno epatico?

"Le cause più importanti di danno epatico sono le infezioni virali, soprattutto il virus C che causa in alcuni individui un'infiammazione cronica, che in modo subdolo può non dare segni evidenti fino a quando non sia compromessa al 70% la funzionalità epatica. Il danno cronicizzato, nell'arco di 30-50 anni può portare a malattie più gravi quali la cirrosi e il carcinoma epatico. Sintomi evidenti di infiammazione acuta - da virus, farmaci o sostanze tossiche - possono essere aspecifici quali stanchezza e nausea, o più specifici come ittero, edema, sanguinamento".

 

Esistono alimenti o abitudini di vita che possono causare danno al fegato?

"Le ricerche epidemiologiche hanno dimostrato che certi eccessi alimentari in termini quantitativi, oltre all'abuso di alcool, possono danneggiare il fegato. Sembra, infatti, che soprappeso e obesità (fattori di rischio comunissimi nella popolazione legati ad errati stili di vita) portino più facilmente dell'alcool alla steatosi epatica, situazione in cui il fegato risulta sovraccarico di sostanze grasse. La steatosi è una sindrome metabolica, non una malattia del fegato, che quasi sempre è asintomatica ma che s'instaura a seguito di aumento di peso, ipercolesterolemia, iperuricemia e aumento dei trigliceridi. Il fegato "grasso" è una condizione patologica che può portare a un ingrossamento dell'organo (visibile all'ecografia), a volte all'alterazione delle transaminasi (specie ALT) e gammaGT, e forse nel tempo a condizioni più gravi di danno epatico. La steatosi è una condizione reversibile alla quale si può rimediare attraverso una dieta più corretta che preveda maggior attività motoria e riduzione delle calorie introdotte. Non si deve sottacere sull'abuso di alcool, ancora oggi la seconda causa (dopo il virus dell'epatite C) di cirrosi in Italia, anche se negli ultimi anni si beve meno e la qualità è migliore. Oggi c'è maggior abuso nei giovani, che adottano queste abitudini trasgressive, non inusuali e sempre più diffuse, che richiedono attenzione, vigilanza e precisi interventi informativi e preventivi".

 

Quali esami sono necessari per la diagnosi?

"Gli esami da fare sono circoscritti a pochi, indicativi test, che in presenza di certi sintomi o per un follow-up possono essere utili per arrivare a una diagnosi senza inutili indagini dispendiose e fuorvianti: sono transaminasi ALT e AST, bilirubina, gammaGT, quantità di proteine (in particolare albumina). La regola della prevenzione e della diagnosi precoce del carcinoma prevede il follow-up in un centro specialistico, dove si ottimizzano le risorse: ogni 6 mesi per un paziente a rischio (maschio oltre i 65 anni con patologie in atto e in progressione), una volta l'anno se non coesistono condizioni di rischio".

 

Quando il fegato è danneggiato da cirrosi o steatosi si deve modificare la dieta?

"In questi casi bisogna adeguare il proprio stile di vita assumendo dei comportamenti alimentari più corretti e sani nel complesso. Le abitudini e i ritmi quotidiani dovrebbero prevedere più attività motoria, pasti regolari e moderati. Occorre sfatare la leggenda metropolitana delle restrizioni e delle proibizioni penalizzanti per i pazienti. Il cirrotico oggi vive a lungo e, a parte pochissime condizioni, può mangiare quello che vuole, mentre deve astenersi dall'alcool, anche se sempre con buon senso. Un bicchiere di vino mangiando, una volta ogni tanto e in occasioni particolari, non altera il decorso della malattia. Per chi vuole mantenersi in buona salute, sono valide le poche e sagge regole condivise dalla prevenzione di tutte le patologie cardiache e metaboliche: alimentazione varia e moderata, uso limitato dell'alcool a 30 grammi al dì preferibilmente durante i pasti, pochi grassi saturi, frutta e verdura sempre presenti".

 

La lenta evoluzione della cirrosi, la prevenzione e la diagnosi precoce del carcinoma del fegato, sono aspetti della casistica clinica che per il futuro fanno sperare in prognosi più attendibili e sempre meno infauste?

"Alla ricerca, di base e clinica coniugate e integrate, spettano le sfide più impegnative e promettenti. Possono contribuire a trovare nuove cure con nuove terapie antivirali o il vaccino. A questi tentativi vanno riservati finanziamenti adeguati per supportare i centri d'eccellenza (il CCSF di Trieste è uno di questi) e per incrementare la collaborazione fra pubblico e privato sul terreno del reciproco sostegno, nell'interesse unico che è indiscutibilmente la centralità del paziente. Questo concetto è per noi fondamentale: per il ricercatore come per il sanitario, nel solco tracciato dalla migliore tradizione medico-assistenziale. E diventa tangibile e concreto nella sede clinica, dove la professionalità infermieristica e degli operatori sanitari diventa un vanto, un legittimo orgoglio per il modo di assistere, prendersi cura del paziente, con motivazioni confermate e rinnovate quotidianamente. Non è superfluo sottolineare come la nostra regione sia stata la prima, e unica in Italia, a dotarsi di regole precise, volute e votate dalla Giunta regionale (basate su uno studio ad hoc condotto da clinici e scienziati), sulla diagnosi e gestione dell'epatite C. Regole che in un futuro prossimo avremo anche su steatosi e carcinoma epatico, coerentemente con il principio che vede impegnate programmazione politica, ricerca e attività clinica, nell'impegno di assistere al meglio la persona".

 

NOTIZIE UTILI

A Trieste esiste una solida esperienza internazionale nello studio e nel trattamento delle malattie del fegato, grazie a un gruppo di clinici e ricercatori noto in ambito internazionale e all'esistenza del Fondo per lo Studio delle Malattie del Fegato (FSF), che investe risorse nello sviluppo della ricerca di tali patologie e della fisiopatologia epatica in generale. Nel gennaio 2005 con il Centro Clinico Studi Fegato (CCSF) si è concretizzata la struttura che unisce, prima in Italia, la ricerca clinica e la cura dei pazienti con la ricerca di base in campo epatologico. Diretta dal prof. Claudio Tiribelli, la sezione clinica si trova nell'ospedale di Cattinara e la sezione di ricerca nell'Area Science Park di Basovizza. Il Centro Clinico Studi Fegato è un istituto d'eccellenza che opera a livello nazionale e internazionale nella patologia epatica coniugando ricerca e attività clinica. Accanto alle competenze scientifiche e di ricerca, a Trieste il CCSF coordina importanti progetti regionali e nazionali nell'ambito clinico, quali il trattamento più efficace delle malattie di fegato HCV-correlate, la prevenzione e la diagnosi precoce del carcinoma primitivo del fegato e lo studio dell'incidenza delle malattie del fegato nella popolazione generale (Progetto Dionysos 2). Ciò permette di raccogliere una casistica clinica importante e selezionata su cui eseguire una diagnosi migliore e una prognosi più attendibile.

Il CCSF offre: prima visita e follow-up; consulenze presso i reparti di degenza; ricerca clinica; valutazione, preparazione e assistenza al trapianto.

Le prestazioni del CCSF: visite ambulatoriali; day-hospital; prelievi, salassi, terapia endovenosa.

Gli aspetti clinici e di ricerca: ricerca scientifica di base applicata alle patologie epatiche mediante l'uso di sofisticate tecnologiche; informazione e attività formativa e di aggiornamento degli operatori sanitari per la gestione del paziente portatore di epatite B e C; elaborazione di protocolli diagnostici; efficienza delle prestazioni assistenziali fornite con risparmio derivante dal progressivo abbandono degli interventi inappropriati e significativa deospedalizzazione.

 

Ignazia Zanzi

 

 

 

 


Altri contenuti in Medicina

Zecche: la diffusione delle malattie

Ogni anno anche nel Friuli Venezia Giulia si ripresenta il problema delle malattie trasmesse dalle zecche. Per capire meglio la loro diffusione nella nostra regione e cosa fare per prevenirle, ci s...

Quel progressivo e inevitabile “diventar vecchi”

Le graduali modificazioni, fisiche e mentali, che avvengono naturalmente per tutti, anche se con caratteristiche e ritmi individuali, portano all’invecchiamento e, inevitabilmente, alla morte. “Gli...

Infezioni: la funzione delle defensine

L’immunità innata rappresenta il meccanismo di difesa preesistente all’incontro con l’antigene: si avvale di diversi fattori meccanici e chimici (cute, saliva, secrezione gastrica), umorali (lisozi...

Medicina scientifica ed alternativa: esperti a confronto

Negli ultimi tempi è sempre più frequente sentir parlare di naturopatia, agopuntura, fitoterapia e discipline ayurvediche, tecniche curative nate prevalentemente in Oriente e diffusesi con rapidità...

Chirurgia estetica: la fretta non migliora il proprio benessere

Questo è il dialogo che si è svolto un anno fa tra un’aspirante paziente e il medico chirurgo titolare di una clinica estetica in Slovenia: “Voglio fare la liposuzione”, “No. Prima segua una dieta ...