Skip to main content

Problemi di miopia? Ora c’è l’ortocheratologia notturna

 |  Redazione Sconfini

Per i miopi, cioè per coloro che hanno difficoltà a vedere da lontano, finora c’erano solo tre possibilità per correggere il proprio difetto visivo: gli occhiali, le lenti a contatto da portare durante il giorno o l’operazione di chirurgia refrattiva con il laser. Ma adesso sta diffondendosi sempre più un nuovo rimedio, approvato dalla FDA americana, ovvero: l’ortocheratologia notturna. Un vocabolo magari difficile da pronunciare, in realtà una tecnica che, se applicata correttamente, con l’aiuto di professionisti esperti, consente di semplificare non poco la vita. Per saperne di più abbiamo parlato con Andrea Altieri, optometrista, e con il medico oculista Marco Degrassi, titolari di uno studio specialistico a Monfalcone (Go).


“L’ortocheratologia – afferma Altieri – ha le sue origini negli anni Settanta quando nacquero le lenti a contatto rigide. Ci si accorse, infatti, che una volta rimosse, queste lenti comportavano una riduzione temporanea della miopia, che è un difetto refrattivo causato dal fatto che l’immagine si forma davanti alla retina anziché sulla sua superficie. Le lenti, in buona sostanza, andavano a modificare momentaneamente la geometria della superficie corneale, una superficie caratterizzata da una certa elasticità, a tutto vantaggio delle capacità visive di chi le aveva applicate”.


Per una quindicina d’anni, tuttavia, i materiali conosciuti e utilizzati per la fabbricazione delle lenti a contatto, in quanto non sufficientemente biocompatibili, non permettevano di trasformare il fenomeno rilevato in procedura terapeutica. Soltanto dopo un importante lavoro di ricerca si giunge, sul finire degli anni Novanta, alla realizzazione di materiali caratterizzati da forte gas permeabilità. Nasce così l’ortocheratologia notturna. “In pratica – spiega Degrassi – si tratta di una procedura basata sull’utilizzo di lenti a contatto create con polimeri che garantiscono un’ottima ossigenazione della cornea. Le lenti devono essere applicate la sera, prima di coricarsi e, al mattino seguente, una volta rimosse, la persona riesce a vedere come se le indossasse ancora. Tale effetto, dopo un breve periodo di tempo variabile da individuo a individuo, dura per tutto l’arco della giornata”. Possibile? Questo significa che, per esempio, si potrebbe andare al mare senza lenti a contatto e quindi poter andare sotaltt’acqua senza l’ausilio di fastidiosi occhialini, oppure fare sport senza dover indossare occhiali specifici, e magari… beh, i miopi sanno quanto potrebbe cambiare la quotidianità.


Mentre si dorme la superficie della cornea viene modellata dalla lente. “La sua presenza – sottolinea Altieri – determina un cambiamento della geometria ottica della cornea. Si ottengono eccellenti risultati fino a miopie attorno alle 5 diottrie e spesso anche la presenza di un astigmatismo corneale di modesta entità non costituisce un problema”. “Nel caso delle lenti ortocheratologiche – aggiunge Degrassi – diviene importante che il cambiamento geometrico sulla cornea sia esercitato in modo preciso e costante affinché si ottenga il rimodellamento del profilo corneale desiderato. Rispetto alla riduzione della miopia che si ottiene con la chirurgia refrattiva, quella consentita dall’ortocheratologia notturna è caratterizzata dal fatto che è totalmente reversibile”. Altrimenti detto, la terapia può essere interrotta quando lo si desidera, senza effetti indesiderati.


Nel caso in cui si decida di optare per l’ortocheratologia notturna, come del resto quando si decide di utilizzare le normali lenti a contatto, è necessario sottoporsi agli opportuni controlli dell’oculista, che in seguito si confronterà con l’optometrista specializzato. È infatti importante che il primo non individui controindicazioni all’uso delle lenti, ovvero: il soggetto deve avere, in particolare, una buona lacrimazione e più in generale non deve presentare alterazioni patologiche del segmento anteriore dell’occhio. A sua volta l’optometrista eseguirà una serie di verifiche volte ad ottenere, con l’ausilio di una speciale strumentazione, tutte le informazioni necessarie per realizzare la lente adatta al soggetto. La procedura applicativa ed i controlli successivi avranno poi lo scopo di assicurare il risultato visivo nel totale rispetto della salute dell’ambiente oculare.

Tiziana Benedetti

 


Ogni occhio vuole la sua lente


Le lenti a contatto tradizionali rappresentano uno strumento molto valido per la correzione dei difetti visivi. In realtà ancora oggi molti non conoscono le reali potenzialità di una lente a contatto. Di fatto la tecnologia attuale permette di compensare praticamente qualunque problema visivo: dall’ipermetropia alla miopia, complicate, o meno, dalla presenza di astigmatismo. Anche la presbiopia (cioè la difficoltà nel vedere da vicino), difetto che costringe praticamente ogni over 40 all’utilizzo dell’occhiale da lettura, è oggi correggibile con questo ausilio ottico. A questo si aggiunga che la lente a contatto rappresenta inoltre un’insostituibile strumento di correzione anche di certe patologie della cornea o nei casi di applicazioni post-chirurgia rifrattiva. Esistono attualmente numerosi tipi di lenti a contatto, ma non va mai dimenticato che ogni occhio ha le sue peculiarità: soltanto dopo aver individuato le caratteristiche specifiche si potrà scegliere la lente adatta.


Ciò a cui bisogna porre particolare attenzione è la modalità con cui tali ausili ottici vengono utilizzati. In primo luogo bisogna seguire scrupolosamente le regole per una corretta manutenzione. A questo si aggiunga che, trattandosi di strumenti utili alla correzione della vista, non vanno mai acquistate senza essersi prima rivolti a un oculista e a un optometrista. Anche perché farsi seguire attentamente durante la loro fase di applicazione, fra l’altro, non implica affatto un aumento dei costi. In particolare, la caratteristica delle lenti giornaliere, quindicinali o mensili, cioè quella di essere usa-e-getta, non va confusa con l’idea del fai-da-te, onde evitare spiacevoli inconvenienti.


In collaborazione con Help!

 


Altri contenuti in Medicina

Bocche senza macchia: lo sbiancamento dentale

  Sono soprattutto le donne a sognare una bocca senza macchia, convinte che il sorriso e una dentatura perfetta siano lo specchio dell’età. La necessità di avere un sorriso smagliante risale ai te...

Punture di zecca: un'arma efficace è l'attenzione

  Le punture di zecca non causano sempre il morbo di Lyme: dipende dalla percentuale di zecche infette presenti nell’area geografica e da molti altri fattori quali il sistema immunitario del pazie...

Il reumatismo articolare acuto

  è diffusa l'abitudine a definire reumatismo ogni disturbo diffuso ad articolazioni, tendini, muscoli, ossa, in ragione della caratteristica ad essere migrante, a causare un "flusso" doloroso com...

Quel progressivo e inevitabile “diventar vecchi”

Le graduali modificazioni, fisiche e mentali, che avvengono naturalmente per tutti, anche se con caratteristiche e ritmi individuali, portano all’invecchiamento e, inevitabilmente, alla morte. “Gli...

Pidocchi, un grattacapo che nessuno vorrebbe

  Il sintomo fondamentale è il prurito, che induce la persona a grattarsi intensamente il capo. La sua presenza non è sicuramente gradita ed è spesso pure difficile da eliminare. Ci riferiamo al p...