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Sergey Zolkin

Cloud computing: archiviare dati e muoversi leggeri nel digitale

 |  redazionehelp

L’era informatica: un brulicare di nati digitali e dinosauri informatici, quelli che hanno utilizzato il computer per la prima volta nella loro vita all’università, e i computer nerds, il mare magnum di chi è un utilizzatore finale e nel suo computer regna il caos assoluto.

Ritrovare le cartelle, i testi e le immagini archiviate, secondo un criterio che sembrava razionale, nel medio e lungo periodo, si rivela del tutto irrazionale. Ma niente panico, la soluzione esiste e non si tratta di uno sgombera cantine; riuscire ad avere ogni file al suo posto, riproducendo un’ordinata scrivania reale in maniera virtuale, può essere realizzato attraverso il “cloud computing”, ovvero il modo più nuovo e semplice per archiviare i dati. Si tratta della cosiddetta “nuvola” o “cloud”, un sistema di archiviazione e accesso dati che sta diventando sempre più popolare tra i fruitori della rete. Ebbene sì, affidiamo il nostro disordine ad una specie di container a noleggio, definito, infatti, deposito remoto che si trova nei server di tutto il mondo. Per accedere ai nostri dati dobbiamo collegarci alla nuvola attraverso siti dedicati, che permettono, tipicamente sotto forma di un servizio offerto da un provider al cliente, di trovare con facile accesso, per il tempo e la quantità desiderata e quindi illimitata, tutte le funzioni, gestite con programmi di ultima generazione. Parallelamente, nel mondo di Internet e dei computer la sicurezza è sempre stata difficile da gestire e garantire, così come la privacy. Bisogna sottolineare, però, che i nati digitali non vivono questo come un problema, perché affidano le loro intere vite alla rete, sia in termini di dati, immagini e filmati, che di relazioni tramite social network. Pertanto l’affidarsi al cloud computing sarà per questo gruppo di utenti naturale e non presenterà alcun ostacolo alla loro privacy. La rete diverrà sempre più, a livello globale, il database del pianeta, liberando i nostri computer da quella mole di cartelle e sottocartelle infinite che li “bradipizzano”. Quali sono i veri vantaggi della nuvola? Non si tratta solamente di un meccanismo per la memorizzazione dei dati, ma anche per l’elaborazione di questi, grazie all’utilizzo di risorse hardware/software distribuite e virtualizzate nel web. Inoltre, la creazione di una copia di sicurezza è automatica e l’operatività si trasferisce tutta on line con i dati salvati in una server farm, localizzata solitamente nel Paese d’origine del service provider. Per le realtà aziendali, utilizzare il cloud computing permette di abbattere tre barriere. La prima è quella dei costi, sia di acquisto che di gestione e manutenzione di un server; la seconda riguarda l’obsolescenza determinata dal vorticoso turnover tecnologico dei software e dei sistemi operativi; infine la terza è legata alla bassa attitudine dei server fisici, della macchina, di adattarsi alle esigenze di applicazioni ricorrenti ma limitate nel tempo (ad esempio paghe e contributi). Gli svantaggi non mancano. I sistemi di cloud computing vengono criticati principalmente per l’esposizione degli utenti a rischi di carattere economico e politico (a livello internazionale si tratta del cosiddetto “digital divide” tra Paesi poveri e ricchi), relativi alla continuità del servizio, alla difficoltà di trasferimento dei dati, nonché a quelli già citati relativi alla sicurezza informatica e privacy. Secondo alcuni analisti si tratterebbe addirittura di una trappola di marketing e monitoraggio mirato degli utenti. Questa osservazione non è da sottovalutare, poiché i provider hanno l’effettiva possibilità di accedere ai dati personali per eseguire ricerche di mercato e stilare i profili degli utenti. Tra l’altro, così come in tutti i collegamenti wireless, il rischio è maggiore in questi casi e si possono verificare situazioni di pirateria informatica a causa della minore sicurezza offerta dalle reti senza fili. Nel caso di industrie o grandi aziende, tutti i dati archiviati nelle memorie esterne sono seriamente esposti all’eventualità dello spionaggio industriale. Per quanto riguarda i dati pubblici raccolti e conservati in archivi privati, situati in un Paese diverso da quelli degli utenti della nuvola, nessuna garanzia viene data agli utenti per un libero accesso in futuro. Infine, delegando a un servizio esterno la gestione e l’elaborazione dei dati, l’utente si trova fortemente limitato nel caso in cui la nuvola non sia operativa o sia malfunzionante e non esistendo uno standard definito tra i gestori, un eventuale cambio di operatore è estremamente complesso. Tutto ciò risulta dannoso in caso di fallimento del provider affidatario del nostro archivio informatico. Bisogna anche considerare che tutto si basa sulla possibilità di avere una connessione Internet ad altissima velocità, sia per il download che per l’upload, e che anche nel caso di un’interruzione della connessione si ha la completa paralisi delle attività. E questo a chi non è mai successo? Anche nel nostro Paese esiste la possibilità di provare gratis, formula try and buy, la nuvola italiana. Alcuni operatori nazionali offrono dei video tutorial, attraverso i quali si può scoprire cosa è in grado di fare l’ospite virtuale. Grazie a questi provider si può eseguire la virtualizzazione del desktop e creare un computer virtuale, che oltre ad utilizzare le applicazioni in modalità cloud, permette di condividere file e database con altri utenti o all’interno delle realtà aziendali, e perché no scolastiche. In questo modo il server è on line e non ha perciò costi di manutenzione, i dati sono sempre disponibili e il computer non si impalla. Questa è una nuova frontiera, che aprirà nuovi ed inaspettati scenari, sia da un punto di vista pratico e organizzativo per il singolo, che normativo per le aziende e le nazioni. Martina Pluda


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