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Il Governatore ordina la censura del Nuovo Molise

 |  Redazione Sconfini

Un buffo, ma nel contempo preoccupante, corto circuito politico informativo sta coinvolgendo in queste ore la Regione Molise e uno dei più importanti quotidiani locali il Nuovo Molise. Sembra incredibile, ma gli attori principali di una querelle senza precedenti sono entrambi esponenti di spicco del Pdl nonché berlusconiani doc. Da un lato il senatore Pdl Giuseppe Ciarrapico, editore del Nuovo Molise, dall'altro angolo del "ring" mediatico Michele Iorio, celebre occupante di poltrone ben retribuite. Contro la legge, per esempio, negli anni scorsi è stato contemporaneamente seduto a palazzo Madama in qualità di senatore di Forza Italia senza mancare di percepire gli emolumenti da Governatore della Regione Molise. Ebbene, in una sorta di resa dei conti, nella quale colleghi e, in teoria, amici di partito a livello nazionale, diventano acerrimi nemici su scala regionale le due personalità si stanno rivelando completamente incompatibili, al punto che con una mossa che ha fatto gridare alla censura e all'imbavagliamento Iorio ha chiesto l'epurazione dalle rassegne stampa televisive del giornale dell'amico nemico Ciarrapico.

Quest'ultimo, infatti, sta martellando con una costanza ammirevole il collega Iorio con ripetuti attacchi alla sua politica clientelare nella distribuzione e distruzione di denaro pubblico e contributi a fondo perduto elargiti a pioggia per progettualità (sembrerebbe) senza capo né coda, che stanno, a detta del Nuovo Molise, contribuendo a rovinare le bellezze naturali della piccola regione senza permettere uno sviluppo concreto dell'economia locale.

Gli attacchi ripetuti hanno stufato Iorio, che con una delibera di Giunta, ha definito "ossessiva" la campagna di stampa del quotidiano ritenuta denigratoria al punto di avanzare la richiesta di un bavaglio, forte e stretto, alla bocca. Il giudice dovrà valutare i danni, se ci sono stati e a quanto ammontano attraverso un'azione civile, a quel che appare e non penale. Iorio ha inoltre comunicato a tutti i tg, nazionali e locali la scelta della Giunta, ordinando di smettere di leggere in televisione i titoli di quel quotidiano durante le rassegne stampa mattutine. Nel caso non provvedano, saranno guai.

La storia, che presa singolarmente potrebbe apparire semplicemente una buffa contesa dell'Italia provincialotta, potrebbe assumere i contorni di un inquietante precedente: cosa succederà se la richiesta di Iorio fosse accolta? Tutti i politici che si sentiranno attaccati dai giornali, forte di un precedente, potranno chiedere la messa al bando dei giornali scomodi? E la libertà di stampa? E la libertà di critica?

Finora, se qualcuno si sentiva attaccato ingiustamente da una testata giornalistica poteva far riferimento a un Tribunale per ottenere giustizia. E ora? Se Iorio vincesse questo braccio di ferro prevarrebbe l'incostituzionalissima linea della politica che giudica chi può o non può avere visibilità con gravi danni al pluralismo e alla democrazia informativa.

Insomma, o scrivi quello che sta comodo al politico e al potente di turno, o non avrai visibilità (e forse neanche i contributi che ti servono per sopravvivere?). La cosa puzza un po' di "esercizio per nuove forme di censura".


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