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Gli aspetti più ridicoli della legge-bavaglio vol.1: i furgoni

 |  Redazione Sconfini

bavaglioLa legge-bavaglio, quella che rende quasi impossibili le intercettazioni ai magistrati che sono in cerca di prove per incriminare boss mafiosi, taglieggiatori, corruttori e corrotti, assassini, ladri e che nel contempo proibisce la pubblicazione di quelle poche intercettazioni che ancora si riusciranno a fare, ha degli aspetti comici.

La legge è così tanto incostituzionale (art.21 Cost.) da passare a malapena la firma di Morfeo Firmatutto, ma probabilmente sarà affossata dalla Corte Costituzionale (come già accaduto in tempi recenti al lodo Alfano). In ogni caso, ed esiste almeno in tema di pubblicazione delle intercettazioni una consolidata giurisprudenza europea, questa legge viola i Diritti Fondamentali dell'Uomo e quindi probabilmente non sarà mai applicata.

Ma scendiamo in uno dei dettagli più comici della versione approvata per il momento al Senato. In attesa di possibili modifiche alla Camera, il ddl anti-intercettazioni prevede una durata massima per procedere all'ascolto dei possibili criminali per un totale di 75 giorni.

Così le talpe che lavorano nelle Procure potranno avvertire chi di dovere di attendere per un paio di mesi prima di riprendere a pianificare attentati, traffici d'armi, omicidi, rapine ecc.

Tuttavia viene concessa un'apertura: sarà possibile di 48 ore in 48 ore chiedere di proseguire l'intercettazione. Chi stabilisce se far proseguire l'operazione? Solo i giudici (riuniti collegialmente in almeno 3 elementi) dei Tribunali dei capoluoghi di Regione. Vi siete chiesti cosa significa? Facciamo un esempio.

A Caltanissetta si cerca di sgominare un clan dedito al malaffare con la politica romana che, si pensa, stia pianificando una strage in combutta proprio con un importante senatore. Per 74 giorni i pm di Caltanissetta intercettano alcuni picciotti che stanno preparando il piano stragista.

Si viene a sapere che dopodomani saranno avvertiti dal boss, che è appena giunto a Roma per essere ascoltato dal senatore (fin qui mai nominato) e che avranno le istruzioni precise per dar vita al piano.

Purtroppo la nuova legge non consente la prosecuzione dell'intercettazione perché il tempo massimo scadrà con 24 ore di anticipo. Cosa deve fare il pm? Caricare su dei furgoni o su automobili tutto il fascicolo di indagine (spesso da solo in grado di occupare un'intera stanza) per spedirlo a Palermo. Qui, entro 48 ore tre giudici riuniti collegialmente (i quali ovviamente stavano lavorando su processi completamente estranei all'indagine) dovranno decidere se dare il consenso a proseguire con le intercettazioni.

Nel frattempo, dopo essere stati studiati (?) dai giudici, i fascicoli tornano a Caltanissetta a bordo dei furgoni pronti di nuovo per ripartire per Palermo perché i pm di Caltanissetta hanno saputo che l'incontro tra il boss e il senatore è stato rinviato di due giorni a causa di un'indisposizione del politico.

Ricevuti nuovamente i fascicoli i giudici di Palermo decidono di far proseguire le intercettazioni e rispediscono tutto il materiale a Caltanissetta, dove i pm hanno saputo che cinque giorni dopo il boss avrebbe finalmente incontrato i picciotti per istruirli del piano. Il luogo però sarà comunicato due giorni prima dell'incontro e quindi i pm di Caltanissetta dovranno rispedire i furgoni a Palermo per avere il terzo ok a proseguire nelle intercettazioni per altre 48 ore... sperando che tutto vada bene.

Risultato? Le attività del Tribunale di Palermo sarebbero bloccate, Caltanissetta sarebbe paralizzata per spedire avanti e indietro i furgoni con i fascicoli e, probabilmente, il piano stragista avrà successo. Ma non dite che la legge bavaglio è un favore alla criminalità organizzata: c'è chi non ci crederebbe.

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