Skip to main content

Partiti in crisi. Rese dei conti all'ordine del giorno

 |  Redazione Sconfini

partiti, politica, crisi, elezioniLa politica italiana è in difficoltà su molti fronti. La credibilità dei partiti agli occhi dei cittadini è molto al di sotto della soglia della vergogna. I continui scandali a sfondo criminale che coinvolgono esponenti politici locali e nazionali sono insabbiati con sempre maggiore disprezzo degli elettori e con tecniche che somigliano sempre più alla disinformatia di stampo stalinista e nazifascista. Eppure qualcosa si muove anche all'interno di questi pletorici contenitori di faccendieri, nani, ballerine, amanti e laccapiedi. 

Una sorta di rigurgito di dignità e in alcuni casi ennesimi sprazzi di "castite" si registrano in queste agitatissime ore all'interno delle correnti politiche interne ai partiti. Perché? Ma ovviamente perché sono in ballo i rapporti di forza per la prossima tornata elettorale, le europee della prossima primavera, oppure la difesa della poltrona acquisita.

Sotto i riflettori, tanto per cambiare, il solito Pd con le sue lacerazioni sempre più drammatiche sia all'interno, ma soprattutto in questi giorni, alla "periferia dell'impero". Serpeggia un grande malumore tra gli esponenti maggiormente schierati a sinistra all'interno del partito, elettori e politici di sinistra "costretti" dagli eventi a confluire nel Pd, e all'esterno del Pd nella sinistra radicale, i comunisti e gli ambientalisti. Nel mirino come sempre Walter Veltroni, il leader del partito, reo secondo i detrattori di aver stretto un accordo/inciucio sulla legge elettorale per le europee con l'odiato Berlusconi. La legge prevede uno sbarramento al 4% che potrebbe non essere superata dai comunisti - a loro volta divisi - così come dalle altre forze della sinistra radicale, dai pensionati e dai verdi. Sono giorni duri per Veltroni e i vertici del partito anche perché potrebbero costare molto cari in termini di consenso popolare. I Pd sta registrando nei sondaggi una caduta libera nelle intenzioni di voto, al punto che potrebbe più che dimezzare i suoi voti rispetto alle politiche. A quel punto Veltroni sarebbe messo immediatamente alla porta dai suoi e per questo motivo in queste settimane cercherà di uscire da questa strada a fondo cieco in cui si è cacciato.

Sul fronte berlusconiano, si registra invece una vera e propria "bomba". Il senatore del Pdl Paolo Guzzanti, famoso già per aver protestato contro la gestione economica di Forza Italia nel 2006 e la "mignottocrazia" (termine da lui coniato) qualche mese fa contro le scelte berlusconiane di affidare ministeri a personalità della risma (e dalle "competenze") di Mara Carfagna, è uscito ufficialmente dal partito del Cavaliere togliendosi pure qualche sassolino dalla scarpa, ma probabilmente decretando la sua fine politica, resuscitando assieme ad un paio di amici (De Luca, Scognamiglio e forse Altissimo) nientemeno che il Partito Liberale Italiano. Il tutto in barba alla volontà degli elettori, che non avevano neppure idea che in Parlamento potesse rifondarsi un partito molto e sepolto da anni. Ma veniamo ai sassolini che Guzzanti lancia a Berlusconi, riportati in una lettera aperta. Il padre di Sabina - querelata a suo tempo proprio dalla Carfagna - ha paragonato il presidente del Consiglio a Kim Il Sung, il dittatore nord coreano, parla del partito come "una corte osannante", e rivela che i parlamentari sono "nominati" con criteri che in alcuni casi "provocano imbarazzo o rossore". Se ne è accorto tardi, ma se ne è accorto anche lui, si potrebbe dire. Ma d'altronde da uno che paragona il Partito Liberale a Obama e che afferma "io sono perfettamente consapevole di rappresentare molti più elettori di quanti ne bastino per eleggere un deputato" cosa ci si potrebbe aspettare?

Anche il partito del momento, l'Italia dei Valori, ha le sue belle gatte da pelare. Da settimane Antonio Di Pietro prosegue la sua battaglia per un partito duro e puro che sembra tanto piacere (giustamente) agli elettori: gli uomini dell'Italia dei Valori coinvolti nell'inchiesta devono correre dai magistrati, ma anche che quelli che hanno posti di responsabilità nelle amministrazioni li devono lasciare, altrimenti saranno fuori dal partito il suo leit motiv. Peccato però che, proprio nella regione in cui essere duri e puri sembra impossibile, la Campania, gli sia esplosa una bomba in mano. La scelta di Di Pietro di dimettersi da tutte le Giunte implicate in inchieste giudiziarie (Napoli e regione Campania in primis) e di non sostenere più maggioranze in cui ci sono alleati implicati in inchieste penali non piace affatto ai molti consiglieri e assessori dell'Idv smaniosi di conservare la poltrona e i relativi denari. E che fanno? Il più possibile nicchiano, fanno finta di nulla ma poi, quando non possono che prendere una decisione escono dal partito lasciando Di Pietro col cerino in mano, ma forse con qualche altro elettore in più.

Dopo Rifondazione Comunista, che sta vivendo una "scissione della scissione" tra Vendoliani e fedeli alla linea di Ferrero, insomma, potrebbero esserci nuove e numerose altre sorprese tra questi partiti... sull'orlo di una crisi di nervi.


Altri contenuti in Politica

Nemmeno in Zimbawe

Berlusconi, Minzolini e Innocenzi indagati per concussione a Trani. Secondo i contenuti di una serie di intercettazioni pubblicate oggi da Il Fatto Quotidiano risalenti al periodo inizio 2009 fino...

Balcani, sogno e incubo d'Europa

C’era una volta un sogno chiamato Jugoslavia. In questo sogno c’erano dei popoli che per sopravvivere al mondo moderno avevano deciso di affidarsi a un destino comune. Dopo un avvio travagliato, il...

Come ti sdogano il dittatore

Berlusconi è all'estero e questo è già garanzia di possibili colpi di scena. Per la precisione il premier è in Bielorussia. E' il primo leader di un paese occidentale a far visita al capo di Stato ...

L'Italia è ridotta ad un film di Alvaro Vitali? La colpa è del Pd

  Se l'Italia è ridotta, da un anziano corruttore ed erotomane frequentatore di prostitute, ad un film di Alvaro Vitali la colpa è di chi avrebbe potuto risparmiare al Paese questa piaga. Ovvero di...

Il funerale delle regole. Berlusconi viola in pubblico la par condicio

Che Berlusconi fosse allergico alle leggi è dato noto. Che probabilmente le abbia spessissimo violate è ancora più noto. Che lo facesse alla luce del sole nel totale silenzio dei media, un po' meno...