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Lavori in corsi. Parliamone

 |  Redazione Sconfini

Vorrei che il mio bimbo, compiuto un anno d’età, andasse al nido perché penso che anche se i suoi nonni (i miei genitori) non sono vecchi hanno pur sempre una certa età e ho anche paura che non saprei accettare che mio figlio scambiasse i ruoli.



Cara Carla, nella tua mail mancano alcuni dati importanti: ad esempio per quanto tempo al giorno hai l’esigenza di affidare ad altri tuo figlio. Si tratta di quattro, cinque ore, forse tutto il giorno? Hai omesso questo dato significativo volutamente oppure non ci hai pensato? Ti invito a riflettere attentamente proprio su questo. Ciò detto per risponderti almeno in parte, a mio parere l’età dei nonni è irrilevante mentre è importante la loro disponibilità nel far fronte alle esigenze di un bimbo di un anno che, ricordo, inizia ad esplorare, a camminare e necessita ancora di essere alzato, pulito e accudito. Oltre che tanto amore servono entusiasmo e dinamismo per costruire un rapporto di qualità con il bimbo e tanta energia anche per far passare valori, regole e con esse la storia della famiglia.


Cara Carla, non vorrei essere provocatoria… mi domando se ti sei chiesta piuttosto quanta fiducia senti di avere nei confronti dell’opera educativa e di supporto che i tuoi genitori ti hanno offerto. C’è forse qualcosa che stai ancora mettendo in discussione con loro o meglio sei certa di non essere tu per prima a dover fare chiarezza sul tuo ruolo di genitore e di figlia? Hai per caso paura che data la loro forza ed efficacia potresti passare in secondo piano agli occhi di tuo figlio? Succede a tutti di non voler vedere realtà che ci pesano, ci risulta complicato e faticoso accettarle, spesso prendiamo tempo senza risolvere nulla, lasciamo per così dire i nostri pensieri in stand by. Intanto il tempo passa e la sensazione di benessere che ricaviamo è illusoria perché il più delle volte se non si riconosce un problema, non si possono nemmeno attuare strategie per affrontarlo.


In ogni caso non credi valga la pena porsi questi interrogativi ed affrontare un confronto nel pieno rispetto delle diversità di pensiero che ognuno di noi ha, con l’obiettivo di chiarire attraverso il dialogo la vostra posizione? Credo valga la pena fermarsi un attimo a riflettere in quanto risolvere allontanando il bimbo dai nonni raccontandosi una serie di giustificazioni e soprattutto credendoci non è una soluzione. Buon cammino.

SCRIVERE AIUTA A CRESCERE

Lavoro tutto il giorno, non ho tempo e nemmeno il denaro da spendere per chiedere una consulenza, ho però una serie di forti dispiaceri e turbamenti nella mia vita, sono molto scontenta e non sorrido mai. Cosa posso fare per ora, in attesa di tempi migliori?
Cara Eli, sono rimasta colpita dalla tua mail che trasmette la sofferenza che stai vivendo. Perché non racconti nella tua mail i motivi della tua tristezza? Ricorda che la tua esperienza può essere molto utile anche ad altre persone… sicuramente non sei l’unica che sta vivendo un momento “buio”. Un sostegno ti potrebbe essere d’aiuto ma lo si progetta e lo si costruisce partendo dai fatti.


Cerca comunque, dato il tuo stato di sofferenza che, deduco, coinvolge anche la sfera delle tue relazioni, di non isolarti nel silenzio e nella solitudine. Ciò detto, ti propongo di attuare un esperimento interessante: ovvero attraverso la scrittura cerca di metter nero su bianco un tuo vissuto legato a un evento di vita stressante. È una tecnica, quella di scrivere, che ti permetterà di affrontare ed elaborare consapevolmente le esperienze passate specie se particolarmente negative.
Scrivi dunque cara Eli, intanto prendi appunti sulla tua vita e poi scrivi quanto vuoi. La costruzione delle tue storie significative, nella quale i pensieri e le emozioni cominceranno ad assumere una struttura, dovrebbe consentirti, giorno dopo giorno, di apportare cambiamenti significativi sul tuo modo di vivere la vita.

 

foto: freestocks


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