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Marlon Lara

Boom di ritocchi dagli anta in su

 |  redazionehelp

Sempre di più le donne che ricorrono al ritocchino, hanno tra i 45 e i 55 anni e con loro i segni del tempo che passa.

Ma è più forte la voglia di rinascere, di tornare a piacere a se stesse e agli altri. A descrivere il trend è Giulio Basoccu, primario del Reparto di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva dell’Istituto neurotraumatologico italiano (Ini) di Roma. “Nel pieno degli anta – spiega – queste donne si sentono improvvisamente cambiate, meno desiderate, cercate, guardate. Si tratta di donne sposate, madri appesantite nel corpo dopo almeno un paio di gravidanze, con il seno segnato dall’allattamento, con un girovita ormai scomparso, costrette a indossare abiti larghi per nascondere i chili di troppo, perdendo quindi anche il gusto di vestirsi in modo da poter esaltare il proprio corpo”. Ormai loro “il corpo lo coprono, diventano e si sentono invisibili, soprattutto agli occhi degli uomini”. Per Basoccu “la voglia di queste pazienti di riacquistare la propria femminilità è fortissima, vogliono tornare a piacere, vogliono essere ammirate e guardate di nuovo”. Pretendono una seconda chance, e quindi “chi non può permettersi in termini economici un intervento di chirurgia estetica, non si ferma davanti al portafogli vuoto e sceglie la strada del finanziamento”. “La chirurgia estetica – conclude – dà loro risultati visibili e queste donne hanno fretta di cambiare e di stare meglio”. 20/05/2011 - Rischio alto di ictus per troppo consumo di sale Il consumo eccessivo di sale aumenta l’ipertensione arteriosa, provocando ogni anno migliaia di infarti e ictus, evitabili se solo se ne usasse un cucchiaino di meno al giorno. Il consumo quotidiano di sale, secondo i limiti stabiliti dall’Oms, non dovrebbe superare i 5 grammi; ben 9 italiani su 10 ne assumono, però, quasi il doppio. Ancora pochi, il 14% delle donne e il 4% degli uomini, rimangono nei limiti. I dati sono emersi nel corso del congresso dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, tenutosi recentemente a Firenze. “I vantaggi della riduzione del sale – ha spiegato Marino Scherillo, presidente dell’Anmco – sarebbero addirittura superiori a quelli derivanti dalla riduzione del colesterolo. Porterebbero un risparmio nelle spese sanitarie fra i 7 e i 16 miliardi di euro l’anno e migliorerebbero molto la qualità della vita in vecchiaia”. 20/05/2011 - Con un pieno di kiwi contrasti lo stress ossidativo Ricco di polifenoli, il kiwi, più di arance e pompelmi, ha proprietà immunostimolanti e protegge l’organismo dallo stress ossidativo. La notizia arriva dai ricercatori giapponesi della Teikyo University di Tokyo. La varietà di kiwi più ricca di polifenoli è la “gold”, seguita subito dopo dalla “verde”. Lo stress ossidativo porta alla morte cellulare e aumenta la possibilità di insorgenza di neoplasie, aterosclerosi, insufficienza cardiaca, morbo di Alzheimer e Parkinson. Per i ricercatori, in particolare, il kiwi è in grado di inibire l’ossidazione precoce dei lipidi e di impedire lo sviluppo e il deterioramento delle malattie causate dallo stress ossidativo. Lo studio è stato pubblicato sulle pagine del Biological and Pharmaceutical Bulletin. 26/05/2011 - Colesterolo cattivo, livelli più bassi mangiando pomodoro cotto Il licopene contenuto nel pomodoro, soprattutto se cotto, aiuterebbe a combattere ipertensione e colesterolo. Cotto infatti, si assorbe più licopene. È quanto emerso da una ricerca pubblicata su Maturitas. Secondo gli studiosi dell’Università di Adelaide (Australia) che hanno condotto la ricerca, l’efficacia del licopene potrebbe addirittura eguagliare quella delle statine, farmaci solitamente utilizzati nella malattie cardiovascolari. Efficacia che può essere attribuita alle sue proprietà antiossidanti. 25 grammi al giorno di licopene riducono del 10% i livelli di colesterolo cattivo. Le dosi giornaliere perché siano efficaci corrispondono a un litro e mezzo di succo di pomodoro o a 50 grammi di concentrato. Karin Ried, coautrice dello studio consiglia proprio l’uso di quest’ultimo, perché “è molto ricco in licopene, ed è comodo per condire la pasta o preparare una pizza o un drink”. 26/05/2011 - Incrociare le braccia riduce il dolore Secondo i risultati di uno studio realizzato dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca e dall’University College London, incrociare le braccia riduce il dolore. La ricerca effettuata su circa 20 soggetti sani sarà utile soprattutto per i pazienti con dolore cronico. “La capacità di individuare gli stimoli, specie se dolorosi, è necessaria per la sopravvivenza”, fanno sapere gli esperti della Bicocca in una nota. “Tuttavia per colpa di un conflitto che si attua tra due differenti sistemi di riferimento spaziali del cervello, questa capacità è in parte diminuita quando le braccia sono incrociate tra loro. E proprio a causa della difficoltà nel localizzare lo stimolo all’origine di una specifica sensazione, quando le braccia sono incrociate il cervello avverte come meno forte il dolore alle mani”. L’esperimento è stato condotto usando stimolazioni laser che provocavano un dolore simile ad una puntura. La registrazione del dolore è stata fatta in due modi: calcolando l’attività elettrica cerebrale originata dagli stimoli e attraverso le valutazioni soggettive rivelate dai “reclutati” su una scala di intensità da 0 a 100. Tutti i partecipanti hanno avvertito gli stimoli come meno dolorosi quando le braccia erano incrociate, rispetto a quando erano parallele. In più, a braccia incrociate, è risultato che l’attività elettrica corticale generata dagli stimoli era diminuita. “I risultati di questo studio – spiega Alberto Gallace, ricercatore di psicobiologia alla Bicocca e primo firmatario del lavoro – sembrerebbero suggerire che queste metodiche possano essere utilizzate con successo nell’ambito della terapia del dolore. Il nostro studio ha infatti messo in luce che confondere il cervello sulla localizzazione degli stimoli dolorosi ne attenua l’intensità. Tale riduzione non riguarda l’attività di aree sensoriali primarie, che si occupano soltanto di elaborare stimoli tattili o dolorosi, ma piuttosto le attività corticali di più alto livello (multisensoriali)”. “Il nostro team – conclude l’esperto – sta già conducendo in alcune strutture ospedaliere di Adelaide, in Australia, degli esperimenti in pazienti affetti da dolori cronici”. 26/05/2011 - In menopausa mangiare pesce al forno previene malattie cardiache Le donne che in menopausa mangiano 5 porzioni di pesce bollito, cotto al forno o alla griglia riducono il rischio del 30% di sviluppare patologie cardiache. Mangiando invece il pesce fritto, anche solo una volta alla settimana, il rischio aumenta del 48%. È quanto hanno scoperto i ricercatori della Northwestern University di Chicago (Usa) guidati da Donald Lloyd-Jones. Salmone, sgombro e pesce azzurro sono i pesci da preferire perché più efficaci nella prevenzione delle patologie del cuore, piuttosto che merluzzo, sogliola e orata. Sotto osservazione i diari alimentari di un gruppo di 84.493 donne in menopausa: ebbene quelle che preferivano il pesce bollito, al forno o cotto alla piastra, godevano di una salute migliore rispetto alle donne che consumavano soprattutto pesce fritto. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Circulation: Heart Failure dell’American Heart Association. 03/06/2011 - Sindrome da gestazione per gli uomini Una recente indagine dimostra che gli uomini reagiscono in maniera particolare alla gravidanza della propria compagna, e non sono per niente indifferenti. Un uomo su quattro vive così intensamente i nove mesi da avere gli stessi sintomi della donna. Il Daily Telegraph, quotidiano del Regno Unito, ha pubblicato i risultati di uno studio condotto per conto della nota azienda produttrice di pannolini Pampers. Interrogando 2.000 uomini di età compresa tra i 16 e i 65 anni è emerso che un quarto di questi presenta cambiamenti emotivi, ma anche fisici, tipici della gravidanza. Il 56% degli intervistati, durante i nove mesi sente un coinvolgimento forte soprattutto sul lato pratico, occupandosi di preparare il nido per l’arrivo del bebè, sistemando la cameretta e la casa. Il 6% presenta nausee mattutine, l’8% maggiore emotività, il 10% attacchi di fame incontrollata. Infine l’80% ha dichiarato di sentire una maggiore responsabilità verso la famiglia e i suoi bisogni, e il 74% si è detto più protettivo nei confronti della propria compagna. Inoltre è sempre maggiore il numero di papà che partecipano alle lezioni preparto. Secondo gli esperti questo fenomeno può essere dovuto al maggiore coinvolgimento nella gravidanza da parte degli uomini di oggi. 10/06/2011 - Le donne preferiscono diverse tipologie di uomo in base all’ovulazione Alle donne piacciono gli uomini con il cervello, il macho lo preferiscono solo per relazioni brevi. Anche se il fascino di entrambi dipende molto dal ciclo mestruale. A dirlo è una ricerca pubblicata su Evolution & Human Behaviour dalle Università del Colorado e del New Messico (Usa) che ha analizzato le influenze antropologiche che si esercitano sui rapporti di coppia. Per l’indagine sono state coinvolte 66 donne con età media di 21 anni, che dovevano scegliere la loro tipologia di uomo in base a tre parametri: intelligenza, bellezza dei lineamenti e aspetto da macho. Nella fase fertile a predominare è stato l’aspetto da macho, passata questa fase l’attrazione per loro diminuiva scendendo a valori più bassi rispetto all’attrazione esercitata dall’intelligenza, che ha uno sviluppo pressoché costante, con un netto aumento alla fine della fase follicolare della donna. Nello specifico il macho attrae nella fase luteinica, mentre il cervellone alla fine della fase follicolare. Perché le donne fanno questo tipo di scelte? Perché all’intelligenza, alla creatività, alla fantasia accostano inconsapevolmente buoni geni e quindi una buona prole. Quando poi il follicolo ha avviato l’ovulo maturo alla fecondazione, nella successiva fase luteinica l’attrazione della donna si direziona al macho che rappresenta la figura fisica, muscolare e socialmente potente capace di tutelare la prole che verrà. In tutto questo, il bell’aspetto da solo sembra non contare proprio e ha valore aggiunto solo se associato alla mascolinità: un macho dal volto attraente ha ancora più probabilità di successo. Per chi è solamente carino restano comunque le donne più mature.


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