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Abiti unici: una passione irresistibile

 |  Redazione Sconfini

 

Ecco come definire ciò che ha animato per tutta la vita Onorina Seganti. Triestina, studia per cinque anni, come si faceva una volta, l’arte del taglio e cucito presso

una scuola di sarti. Ma, siamo negli anni Cinquanta, già giovane sposa, scopre che il suo talento è quello di disegnare, inventare abiti. Così, d’accordo con il marito, decide di tentare la fortuna in Australia.

 

Nel 1955 Onorina arriva nel nuovo e immenso Continente. È il periodo in cui la terra dei canguri vive il momento più forte di sviluppo economico. C’è quindi spazio per chi ha idee e voglia di fare. Ecco che piano piano Onorina Zeriali inizia a far conoscere le sue originali creazioni d’alta moda. E nel 1965 riesce ad aprire la sua boutique, “The House of Onorina”. L’abilità e l’intraprendenza non le mancano. Molte sono le modelle che volentieri indossano di fronte agli obiettivi fotografici i suoi abiti. Abiti che contribuiscono a diffondere l’Italian Style, universalmente riconosciuto come il migliore, anche in Australia.

 

I giornali iniziano a parlare di lei. In particolare, due sono gli episodi che segnano la carriera artistica, perché di arte si parla, della signora Zeriali in Seganti. In occasione dell’Expo Universale nel 1970, in Giappone, i giornali australiani non possono non parlare delle realizzazioni sartoriali che Onorina propone. Pratici e belli insieme, questi abiti sono caldi (in Australia fa caldo mentre in Giappone la stagione è quella invernale), ma soprattutto sono realizzati con stoffe innovative per l’epoca, perché non si stropicciano e quindi possono essere riposti in valigia senza poi dover essere stirati. Il secondo evento registrato dai giornali dell’epoca è quello che riguarda la mise sfoggiata dalla moglie del Primo ministro australiano. La signora McMahon, curiosamente, ma non troppo, in un’occasione ufficiale alla Casa Bianca, ai tempi del presidente Nixon, indossa ualtn abito bianco molto particolare che lascia scoperti i fianchi. Ebbene la stilista che lo aveva disegnato, aveva copiato una creazione di Onorina Seganti già pubblicata due anni prima su riviste australiane di moda. Pazienza, il mondo del fashion è fatto anche di questo.

 

Il successo arride e gratifica la famiglia triestina. Tant’è che nel laboratorio di moda, ad affiancare Onorina, ci sono ormai cinque lavoranti. Ma a questo punto ritorna forte la nostalgia di casa, quella dalla quale era partita col marito quasi trent’anni prima. Negli anni Ottanta la famiglia, ormai cresciuta (Onorina ha due figli grandi), ritorna a Trieste. Nella sua città natale prova a resistere alla sua passione e fa per qualche anno la casalinga. Ma non c’è niente da fare: appena ha carta e matita in mano si mette a disegnare, a creare. Non più prêt-à-porter ma abiti da sposa, dando libero sfogo a un interesse che da sempre coltivava. La veste nuziale e da cerimonia è il soggetto che più la stimola e che le dà modo di contribuire a rendere, per ogni giovane donna che a lei si rivolge, ancor più speciale il giorno del matrimonio.

 

Nel 1995 apre un negozio, in via Raffineria 9, a Trieste: Seganti Spose. Da allora, fino all’estate scorsa Onorina ha ideato, cucito e fatto sognare tante donne. Abiti unici, particolari. “Onorina prima di mettersi a disegnare e quindi a cucire – racconta il figlio Roger – amava parlare con la futura sposa perché voleva capire la persona. Solo dopo aver colto i tratti essenziali del carattere poteva creare l’abito giusto, non solo per le misure, ma anche perché corrispondeva alla donna che lo avrebbe indossato e per la quale l’aveva disegnato”. La vita di questa donna termina pochi mesi fa, quando si spegne.

 

Ma la storia continua. Aprendo gli armadi del laboratorio in zona Garibaldi, i figli hanno trovato splendidi capi, unici e irripetibili che Onorina ha ideato, sognato e cucito. È ancora possibile, grazie allo spirito di iniziativa dei Seganti junior, indossare le creazioni di questa triestina. Roger Seganti ha infatti riaperto le porte del negozio, nel quale si possono ammirare questi capi che non sono solo messi in vendita ma vengono anche dati a noleggio. Si tratta di un’idea molto diffusa in Australia e che, con lo stesso spirito da pionieri che ha animato i genitori, i figli hanno deciso di proporre in quest’area del vecchio continente. Un’occasione per risparmiare e per indossare abiti che lasciano ancora spazio ai sogni.

Tiziana Benedetti

 


In collaborazione con Help!

 

 


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