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Granelli di rosa

 |  Redazione Sconfini

Chi non ha mai regalato una rosa? Credo siano veramente pochi coloro che possono rispondere a quest’appello… Coltivata da millenni, la rosa è il fiore più cantato dai poeti e nominato dagli scrittori d’ogni tempo (D’Annunzio gradiva molto anche il risotto con le rose!), da sempre considerata il simbolo di amore e purezza, di bellezza e fragilità, ma anche di odio e guerre (si pensi alla celeberrima “guerra delle due rose”, combattuta per il possesso del trono d’Inghilterra, che vide contrapposta la rosa rossa dei Lancaster e quella bianca degli York).

 

Quali sono le origini di questo fiore? Esistono dei fossili che risalgono a circa 35 milioni d’anni fa, anche se la prima rosa coltivata di cui si abbia conoscenza cresceva in Asia più o meno 5.000 anni fa. Gli antichi hanno sempre spiegato la bellezza della rosa attraverso suggestive leggende, e nel corso dei secoli la storia di questo fiore si è via via arricchita di nuovi e curiosi aneddoti. La rosa è sempre stata conosciuta nella storia come il fiore di Venere (le sue statue venivano cinte con serti di rose e mirto), e secondo la mitologia il suo colore in origine era bianco. Si narra che divenne di colore rosso in seguito ad un attacco di “divina” gelosia: Venere s’innamorò in modo folle di Adone; Maaltrte, il suo amante per così dire ufficiale visto che il marito della dea era Vulcano, non avendo gradito molto questa relazione, si trasformò in un cinghiale e uccise l’intruso; il sangue di Adone, per volere di Venere, colorò così le pallide e bianche rose.

 

Nell’antico Egitto le rose erano consacrate alla dea Iside e nei tesori sepolti assieme ai defunti venivano messe anche delle corone di rose. Una famosa regina d’Egitto, Cleopatra, aveva l’abitudine di portare al collo un cuscinetto colmo di profumati petali di rosa, che venivano anche sparsi sui letti; inoltre, sia il suo amante Cesare prima che suo marito Antonio poi (con cui si era legata dopo la morte di Cesare) erano sovente invitati a fare un bel bagno in uno strato alto mezzo metro di petali di rosa!

 

Nell’antica Roma, soprattutto tra i ricchi che avevano dei giardini privati, c’era una gran passione per la rosa. Come non ricordare delle feste molto particolari preparate da Eliogabalo, imperatore romano nel 218 d.C. alla tenera età di 14 anni, durante le quali faceva scendere delle cascate di petali sugli ospiti da alcune aperture celate dei suoi saloni; i malcapitati spesso, però, rimanevano soffocati al termine di questa pioggia floreale.

 

È importante ricordare che, sempre nell’antica Roma, si tenevano le cosiddette Rosalia (festa delle rose) che facevano parte del culto dei morti e ricorrevano tra l’11 maggio ed il 15 luglio (si portavano le rose sulle tombe degli avi come simbolo di rigenerazione). Questa usanza è tuttora rimasta in alcune regioni del nostro Paese, dove la domenica di Pentecoste è chiamata “Pasqua delle rose”.

 

Sempre gli antichi Romani usavano profumare il vino con un particolare unguento di rosa, ricavato dalla macerazione della rosa canina con vino ed olio (l’unguento di rosa è stato utilizzato anche come collirio). Bisognerà aspettare fino al Medio Evo per ritrovare in Europa un vivo interesse per questo fiore, grazie all’arrivo dei pochi crociati di ritorno dalla guerra santa, e con loro della Rosa Gallica Officinalis, utilizzata in quegl’anni come pianta medicinale.

 

Per quanto riguarda l’epoca più recente va ricordata la figura di Giuseppina Beauharnais, prima moglie di Napoleone I, la quale, dopo aver comprato nel 1799 il castello della Malmaison, collezionò nei suoi giardini tutte le piante che riuscì a trovare; spinta da un irrefrenabile amore verso le rose creò, in un decennio, con l’aiuto dei più bravi vivaisti di quel tempo, uno splendido roseto in cui si potevano ammirare centinaia di varietà provenienti da ogni dove. Neppure la guerra tra Francia ed Inghilterra la fermò, grazie a speciali salvacondotti: le navi che trasportavano preziose piante per il Giardino della Malmaison avevano un particolare lasciapassare che permetteva loro di non diventare bottino di guerra!

 

La morte prematura di Giuseppina, però, non le diede la possibilità di godere appieno dei frutti della sua passione: non ebbe mai modo di sapere che in poco più di 30 anni si crearono più di 2.000 nuove varietà di rosa. La rosa è oggi il fiore che ha più significati simbolici, una specie di vocabolario vegetale. I più comuni sono: amore e passione (rosa rossa); gelosia, infedeltà, vergogna ed invidia (rosa gialla); castità, purezza, silenzio, amore eterno, candore e morte (rosa bianca); fascino, dolcezza ed amicizia (rosa rosa); amore segreto (rosa pesca); desiderio (rosa corallo); piacere e dolore (rosa canina).

A.V.

 


In collaborazione con Help!

 

 


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