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Passa il decreto (in)sicurezza. Fine delle intercettazioni: Italia terra dell'illegalità

 |  Redazione Sconfini

Lo scambio di favori e ricatti tra Lega Nord e Pdl continua a generare mostri. Oggi si è consumata un'altra pagina nera per la politica e la società italiana. In mattinata Berlusconi, dopo aver dichiarato che andrà a votare per il referendum sulla legge elettorale, ricattato da Bossi si rimangia la parola e afferma che il referendum non è importante e che non si deve andare alle urne. A sua volta, il favore al Cavaliere è servito dai leghisti nel pomeriggio, quando alla Camera è passato grazie alla fiducia il Decreto (in)sicurezza. A nulla è servito il parere fortemente negativo del Csm. A nulla sono servite le modifiche chieste da Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia che chiedeva importanti modifiche a un provvedimento che di fatto renderà impunibili centinaia (forse migliaia) di crimini e criminali.

Intanto passa il lodo Alfano, l'aborto incostituzionalissimo (viola l'art.3 della Costituzione) che tiene Berlusconi al riparo dai guai giudiziari, ma soprattutto passa la squallida legge - unica al mondo - che di fatto vieta le intercettazioni telefoniche per una serie incredibile di reati: stupro, furti, rapine, sequestri di persona, truffe, stalking, reati finanziari, appalti truccati, consussione, corruzione e decine di altri delitti.

Ma soprattutto, altro elemento completamente incostituzionale (violazione art.21 Costituzione) proibisce a giornalisti ed editori di pubblicare notizie relative ad indagini e sui loro sviluppi, anche quando non sussiste il segreto istruttorio. L'effetto è quello di impedire ai cittadini e all'opinione pubblica di conoscere fatti rilevanti della vita pubblica quali appunto le notizie sugli atti di indagine, non segreti.

La morte della cronaca giudiziaria e del controllo della stampa sul potere. E soprattutto, Italia capitale mondiale e fulcro nevralgico dell'insicurezza e della criminalità.

Ai rilievi mossi dal procuratore Antimafia Grasso è sufficiente citare cosa ha risposto Ghedini l'avvocato di Berlusconi e deputato del Pdl: "ma quale Grasso...".

Da qui una semplice equazione: se Grasso è contro la Mafia e l'accoppiata Ghedini/Berlusconi è contro Grasso, il Governo da che parte sta?


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