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Regionali. Qualche riflessione in più

 |  Redazione Sconfini

elezioniVittoria del centrodestra con sconfitta di Berlusconi. Il concetto, impossibile da digerire o da proporre solo 24 ore fa, non è più solo un termine ossimorico privo di significato ma è il nuovo assunto della real-politik del 2010. Le regionali, laddove lasciavano spazio a dubbi (Piemonte e Lazio) hanno visto trionfare i candidati delle liste di centrodestra, che giustamente festeggiano. Il centrosinistra, pesantemente sconfitto, si lecca le ferite e continua a non capire il perché. Ma chi ha veramente vinto? Di certo non Berlusconi.

Nelle regioni chiave per il Cavaliere (Lombardia, Piemonte, Lazio, Veneto) nonostante le vittorie della sua coalizione non c'è più un berlusconiano al comando. C'è Comunione e Liberazione, c'è la Lega, c'è una sindacalista di destra che parrebbe essere più vicina ai finiani che non al premier. I berlusconiani veri sono tutti usciti sconfitti. Al centrosinistra restano le briciole: non inganni il 7-6 in favore delle coalizioni a guida Pd nel computo totale della spartizione delle regioni. Dove era possibile perdere, il centrosinistra è riuscito a perdere. E ciò è avvenuto, come una sadica legge del contrappasso, anche in Piemonte dove sono risultati decisivi i voti rastrellati dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (che ha raccolto circa 400mila voti nelle 5 regioni su 11 in cui si è presentato, segnando un clamoroso 1,77% a livello nazionale in grado tranquillamente di raddoppiare nel prossimo futuro) che hanno tolto alla Bresso per consegnare la regione a Cota. E' la vendetta dei grillini traditi dal Pd. Ricordate quando il loro leader carismatico aveva tentato di iscriversi al partito per tentare le primarie, ma non aveva neppure avuto la tessera?

Sul piano prettamente politico sono i numeri a chiarire chi ha vinto e chi ha perso, specialmente se vengono messi in relazione con le ultime Europee i risultati dei 5 principali partiti presenti in Parlamento:

 

- PDL dal 35,3% al 26,7% (-8,6%)

- LEGA dal 10,2% al 12,3% (+2,1%)

- PD dal 26,1% al 26,1% (=)

- IDV dall'8,0% al 7,27% (-0,73%)

- UDC dal 6,5% al 5,6% (-0,9%)

 

Trattandosi di elezioni territoriali è normale che i partiti nazionali paghino un po' la presenza di liste civiche e movimenti peculiari del territorio, ma la sostanza si palesa in tutta chiarezza: a parte il dato stabile del Pd e la scorpacciata della Lega che si giova dei tanti candidati governatori e del voto di protesta di alcuni elettori vicini al Pdl, Idv perde qualcosa (mancava il traino di candidati di spicco a parte Callipo in Calabria e non c'era l'effetto De Magistris-Sonia Alfano), mentre è ancor più penalizzato il centro. Ma il vero e unico sconfitto (oltre al centrosinistra nel suo complesso) è evidentemente proprio il Cavaliere, che più degli altri è stato penalizzato dall'astensionismo ma che ora dovrà vedersela con gli "alleati" che presenteranno un conto salato alla luce di questi risultati.

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