Federalismo fecale
Fiore all'occhiello della Lega Nord, grande vittoria diplomatica per il governo, il federalismo fiscale avrebbe dovuto risolvere praticamente tutti i problemi che gli stessi figuri che hanno voluto questa legge, hanno creato nel corso di questi ultimi dieci anni.
Pagheremo meno tasse, ridistribuiremo i soldi sul territorio, combatteremo gli sprechi, coinvolgeremo i Comuni nella stesura delle dichiarazioni dei redditi, colpiremo gli evasori. Questi i proclami rimbalzati tra febbraio e marzo del 2011 nelle case degli italiani dalle tv di regime controllati per interposta persona da Berlusconi e pagati dai cittadini con il canone o la visione di spot pubblicitari e dai giornali di Berlusconi pagati dai cittadini (non da quei pochi che lo comprano in edicola, ma dai molti che ignari li finanziano attraverso contributi pubblici).
E' tempo di vedere quali risultati ci ha portato il federalismo voluto dal padre del Trota. A parte il fatto che ha contribuito a farci avvicinare alla bancarotta con qualche mese di anticipo sui tempi. Il meccanismo del Federalismo fiscale è semplice: garantire maggiore autonomia agli enti locali (aumentare o diminuire le soglie massime sui tributi locali) anche attraverso l'introduzione di nuove imposte. Per quale motivo? Il Governo Berlusconi ha tagliato i fondi agli enti locali per oltre 13 miliardi nel 2010 e per oltre 9,5 miliardi nel 2011. Naturalmente lo Stato non ha ridotto, in generale, le tasse ai cittadini e alle imprese che continuano a pagare le stesse percentuali, semplicemente i soldi che incamera non li distribuisce più agli enti locali che così devono procacciarsi da soli i fondi per tirare a campare. Come? Sfruttando la possibilità di alzare le imposte locali e introducendo nuovi tributi oltre che riducendo i servizi offerti ai cittadini, che così continuano a pagare lo Stato per servizi che non eroga più e deve pagare di più gli enti locali per servizi che forse perderà lo stesso.
Una truffa perfettamente architettata per poter dire: non abbiamo messo le mani nelle tasche dei cittadini. Peccato che le abbiano fatte mettere da altri. Controlli obbligatori sugli sprechi? Neanche a parlarne.
Tra le "perle" che questo federalismo in salsa padana ha regalato ci sono:
- Tassa di soggiorno: un nuovo tributo che può raggiungere fino i 5 euro a notte in tutti i capoluoghi di provincia e nei comuni classificati turistici. Per la gioia dei turisti.
- Addizionale RC auto: sono già 31 le provincie che hanno aumentato l'addizionale sull'assicurazione auto fino al 16% (nuovo limite massimo introdotto dal federalismo fiscale)
- Addizionale Irpef comunale: oltre 50 comuni hanno già aumentato l'addizionale sull'imposta dei redditi dello 0,2% già per quest'anno.
- Addizionale Irpef regionale: fino ad oggi la media corrente è dello 0,9%, mentre il tetto previsto dal federalismo fiscale prevede che si salirà fino al 3% già dal 2012 nelle regioni sottoposte a piano di rientro sanitario (Campania, Molise, Calabria). Nelle altre il tetto sarà inizialmente alzato all'1,4% per poi arrivare al 3% nel 2015.
- IPT: aumenti fino al 200% in arrivo da gennaio 2012.
- IMU: una nuova imposta municipale che sostituirà l'Ici. Oggi l'aliquota media è del 6,4 per mille, ma a breve salirà al 7,6 per mille a cui i sindaci potranno aggiungere o togliere (ma abbiamo una vaga impressione che saranno di più quelli che "aggiungeranno") il 3 per mille. Il rincaro medio sarà di quasi il 20%.
- Tassa di scopo: i Comuni potranno introdurre senza limiti delle tasse di scopo per finanziare le opere pubbliche o investimenti pluriennali nei servizi sociali, nella mobilità urbana e per eventi turistici. Idem per le province e le città metropolitane. Spazio quindi alla fantasia amministratori locali: c'è ancora ampio margine per riprendersi i soldi che Roma ladrona vi ha soffiato
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