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Il Pd ha incassato 180 milioni di euro di rimborso elettorale. Era necessario far pagare 2 euro ai suoi elettori?

 |  Redazione Sconfini

Domenica finalmente avrà fine la pantomima delle primarie del Pd e forse si ritornerà a parlare di cose serie anziché vedere continuamente e dappertutto uno spocchioso arrivista liberista e un onesto servitore dell'establishment riformista.

Sarebbe bello che qualche giornalista avesse domandato chiaramente ai due residui candidati dei magnifici 5 cosa ne pensano del Mes, se sono favorevoli ad un'uscita dall'euro, cosa ne pensano della Sanità che Monti ha fatto capire di voler privatizzare definitivamente a breve, dell'Imu alle proprietà del Vaticano, dei fondi che Monti ha concesso alle scuole private sottraendole a quelle pubbliche, della disoccupazione record dal 1992 e senza eguali nella storia italiana tra i giovani.

I dibattiti o presunti tali sono invece rimasti confinati in un rigido schema formale, nel quale contava più il fottuto atteggiamento non verbale, il vestito, la postura, rispetto ai contenuti.

Pazienza, non che si potesse nutrire grande affidamento da un Pd che comunque ha dimostrato di avere una risorsa straordinaria: un grande popolo di elettori che amano la democrazia al punto da umiliarsi pagando 2 euro per poter esprimere il loro voto a favore di uno o dell'altro candidato.

A questi milioni di persone deve essere riconosciuto un enorme rispetto per la commovente fiducia che continuano ad avere in queste presunte istituzioni costituzionali e anche un grande coraggio e una grande onestà intellettuale nell'accettare senza batter ciglio una schedatura personale e delle regole che difficilmente il partito comunista della Germania Est degli anni '70 avrebbe avuto il coraggio di mettere in atto.

Detto questo, il solo fatto di aver partorito l'idea che un generoso elettore del Pd (o un fan di Renzi) debba pagare 2 euro per poter esprimere il suo voto dimostra una volta ancora la visione medievale di questi burocrati che hanno perso il lume della ragione. Peraltro non sapremo mai a quanto ammonta esattamente l'incasso di questa operazione di marketing politico (che sta rendendo molto - a spese dei cittadini - in termini di sondaggi) poiché i 2 euro erano l'offerta minima. Chi voleva, poteva lasciare anche un contributo più cospicuo.

"Fare le primarie costa" dicono i sedicenti vertici democratici.

Ora, anche ammettessimo che i 3,1 milioni di elettori dichiarati abbiano lasciato solo 6,2 milioni di euro e che il Pd li abbia usati per pagare solo le spese delle primarie senza farci nessuna "cresta" (i volontari erano gratis, i gazebo in affitto a poche centinaia di euro la settimana, i milioni di schede saranno costati poche decine di migliaia di euro al massimo compreso il trasporto mentre la pubblicità è stata gentilmente offerta dai media occupati dai partiti), c'è un piccolissimo dato che non torna.

Quello dei rimborsi elettorali.

Per le elezioni del 2008 il Pd ha dichiarato spese (inclusi costi delle sedi periferiche, i circoli, le spese elettorali del partito, le affissioni, le campagne pubblicitarie ecc.) per un totale di 18,4 milioni di euro.

E sapete quanto il Pd ha incassato in varie tranche dal 2008 a oggi? 180,2 milioni di euro!

Quasi 10 volte tanto!

Capite perché Lusi, Belsito e Fiorito non sapevano come spendere quei soldi tanto da sperperarli a destra e a manca con investimenti pazzi e spese al limite del ridicolo?

Di questi circa 162 milioni di euro di "extra" non è stato proprio possibile trovarne 6 per pagare le spese delle primarie?

Il resto lo scoprirete quando chi vincerà le primarie continuerà a non contare un fico secco a Roma perchè  qualcuno ha già deciso chi sarà il prossimo premier. Senza consultarvi, ma almeno senza chiedervi altri soldi.

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