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Cinema senza confini: l'invasione del 3D

 |  Redazione Sconfini

Dagli effetti negativi del taglio dei finanziamenti pubblici regionali all’incredibile aumento di spettatori nelle sale, dallo straordinario fenomeno del 3D all’infinito braccio di ferro tra produzioni italiane e pellicole d’oltreoceano, dalle opere d’autore alle rassegne del settore, senza dimenticare alcune ghiotte anticipazioni sui film che vedremo nei prossimi mesi sul grande schermo: sono questi gli argomenti che affrontiamo con Mario De Luyk, presidente provinciale dell’Agis e direttore del Cinecity di Trieste.
Qual è lo stato di salute attuale del cinema, anche alla luce dei pesanti tagli dei contributi pubblici nazionali e di quelli previsti dalla finanziaria regionale?
“A prescindere da quelli che saranno i tagli ministeriali e soprattutto regionali alla cultura cinematografica, e limitandoci al cinema commerciale, da quello di qualità ai blockbuster, lo stato di salute è senza dubbio ottimo. Parlando nello specifico di esercizi cinematografici, dopo aver chiuso abbastanza bene il 2009, sia a livello nazionale che triestino, abbiamo assistito in questi primi mesi del 2010 ad una vera esplosione del numero degli spettatori nelle sale”.
Un picco di affluenza, secondo lei, dovuto a cosa?
“Credo principalmente al favore del pubblico per le proiezioni in 3D. In particolare con “Avatar” di James Cameron, ma a ruota anche con “Alice in Wonderland” di Tim Burton e poi con vari altri titoli, abbiamo avuto un successo di pubblico davvero inimmaginabile se raffrontato con lo stesso periodo del 2009, che comunque si era rivelato buono. Limitandomi alle statistiche di Cinecity Trieste, l’aumento di biglietti venduti in questi primi mesi dell’anno oscilla dal 35% al 50%. Il merito, ripeto, va senza dubbio alla rivoluzione del 3D che a iniziare da “Avatar”, un fenomeno straordinario, ha segnato un punto di svolta nel panorama cinematografico mondiale. Un po’ come lo era stato il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore, ma pure l’introduzione del Cinemascope o l’avvento del dolby stereo. Tutti momenti in cui la tecnologia ha dato qualcosa di nuovo al cinema che se ne è avvantaggiato anche commercialmente”.
Quale tipologia di utente ha determinato questo aumento?
“È un po’ difficile dirlo. Certamente una fetta di questo pubblico è nuova, composta cioè da fruitori non abituali di cinema, ma ho visto anche molte persone di una certa età che dopo 10, 20, 30 anni sono tornate al grande schermo proprio perché incuriosite dal 3D. E poi bisogna considerare che in un momento di crisi economica globale, fra tutti gli svaghi e i divertimenti possibili, il cinema è forse quello meno costoso”.
Cosa ribatte a chi sostiene che le pellicole in 3D non erano indispensabili e sono solo un business spacciato per novità?
“Posso rispondere con una domanda: era necessario passare dal cinema muto a quello sonoro, o dal bianco e nero al colore? Alcuni pensavano di no, come ad esempio Charlie Chaplin che continuò per un paio di anni a produrre film muti o quasi muti (“Tempi moderni”, “Il grande dittatore”). Ogni scelta è legittima, ma la storia del cinema ci insegna quante siano state le svolte legate all’evoluzione tecnologica: pensiamo al sonoro e alla qualità ormai raggiunta in questo settore con il dolby stereo. Insomma, la tecnologia va avanti e offre certe possibilità che alcuni produttori – vedi Cameron con “Avatar” – hanno saputo sfruttare, anche ovviamente come business. Fin dalle sue origini il cinema è stato sempre un connubio fra arte e industria, e chi rischia un capitale d’impresa per realizzare un film viene mosso da un logico desiderio di profitto”.
A causa del taglio dei contributi regionali molti festival e rassegne cinematografiche rischiano di chiudere i battenti. Cosa succederà a “FilMakers”?
“La prima riflessione amara è che di fronte a una crisi economica che impone allo Stato e agli enti pubblici locali, in questo caso alla Regione, di limare gli aiuti finanziari a certe attività, le prime ad esserne colpite sono quelle cinematografiche. Sento, ad esempio, che a favore della legge sulla valorizzazione della lingua friulana (un fenomeno localistico) verranno stanziati più soldi, mentre il cinema (fenomeno di globalismo e di apertura culturale) subirà tagli pesanti. Considero molto negativo questo fatto, che danneggerà molte rassegne della nostra regione. Per quanto riguarda “FilMakers”, che promuovo da 11 anni come Agis di Trieste, non saprei cosa prevedere. Mi auguro che in base al successo della manifestazione e ai nomi che abbiamo portato a Trieste (fra gli ultimi Giuseppe Tornatore, Sergio Castellitto e Giorgio Diritti) la Regione sappia valutare la qualità delle nostre proposte che intendono sprovincializzare e rilanciare la città, attirando l’interesse anche di un pubblico d’oltre confine”.
Alcuni critici sostengono che in Italia non si producono film formativo-educativi, come in Francia o negli Usa, ma solo di denuncia o di sciocca evasione tipo i cinepanettoni…
“Diciamo che dopo le grandi stagioni del cinema italiano, con il Neorealismo nel secondo dopoguerra e negli anni Sessanta con registi del calibro di Fellini, Visconti, Rosi, Monicelli o Antonioni, abbiamo vissuto un periodo di offuscamento. Negli ultimi anni, invece, credo ci siano stati dei segnali di risveglio. Cito tre film: “Gomorra” di Matteo Garrone, “Il divo” di Paolo Sorrentino e “Vincere” di Marco Bellocchio. Tre pellicole di qualità che hanno segnato una potenziale via di rinascita del nostro cinema, a cui aggiungerei anche “L’uomo che verrà”, film di Giorgio Diritti, regista bolognese di origini istriane”.
Tra i film italiani e quelli d’oltreoceano il pubblico cosa preferisce?
I film americani la spuntano ancora rispetto a quelli di casa nostra. È sempre stato così non solo in Italia, ma ovunque nel mondo. La grande industria di Hollywood ha sempre dominato i mercati mondiali, dalla Cina alla Norvegia. L’importante è che la fetta di pubblico che segue le produzioni italiane ed europee non si riduca troppo”.
Quali pellicole di particolare interesse vedremo nei prossimi mesi sul grande schermo?
“Ci saranno tanti film in 3D. A maggio, solo per citarne alcuni, arriveranno “The Final Destination” e “Oceani”, un documentario molto atteso e spettacolare sul mondo del mare, mentre l’11 giugno sarà la volta di “Piranha”, il 7 luglio di “Toy Story 3” e il 25 agosto di “Shrek. E vissero felici e contenti”. A parte il 3D, avremo il kolossal “Robin Hood” di Ridley Scott, con Russel Crow, William Hurt e Cate Blanchett, che inaugurerà il festival di Cannes, “Twilight Saga: Eclipse”, il thriller “La regina dei castelli di carta”, terzo capitolo della trilogia Millenium di Stieg Larsson e ancora tanto altro cinema d’autore italiano e straniero. Insomma, ce ne sarà davvero per tutti i gusti”.

foto: Kilyan Sockalingum


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