Il caso Slovenia. I ministri si riducono lo stipendio
Simbolico ma significativo atto di responsabilità da parte dei ministri della piccola repubblica di Slovenia. Finito il tempo delle vacche grasse, i componenti dell’esecutivo di Lubiana hanno deciso di ricevere 215 lordi in meno ogni mese. Certo, si tratta di un ridimensionamento poco significativo ma dall'alto contenuto simbolico e che suggerisce indirettamente l'austerity anche al popolo sloveno. E poi, va evidenziato come gli stipendi dei membri dell'esecutivo sloveno siano molto più modesti di quelli degli italiani. Basti pensare che il premier, Borut Pahor, riceve 3191 euro di paga (meno di 6.200 euro lordi) e il suo stipendio è deciso per legge. Ma Pahor ha anche deciso di rinunciare a qualsiasi indennità diaria. Sempre al netto delle imposte, chi guadagna di più non è il primo ministro, ma il ministro della scuola e lo sport (3.551,43 euro mensili) seguito dal ministro degli esteri con 3.435,95 euro. Pahor è solo al sesto posto per quel che riguarda gli emolumenti ricevuti e in pratica guadagna meno di un quinto della sola paga base più indennità parlamentare del premier italiano.
Non si sciala neppure per quel che riguarda le scorte. Ne usufruiscono, infatti, solamente il primo ministro, e i ministri dell’Interno, degli Esteri e della Difesa. Oltre al capo dello Stato. E non esiste allarme terrorismo che tenga.
Ma la Slovenia è un modello da imitare anche per la gestione delle auto blu. Ogni ministro ne ha una, ma solo quando è in orario di lavoro. Per raggiungere il ministero o il parlamento deve muoversi con i propri mezzi. Emblematica la situazione del ministro dei trasporti, Patrick Vlacic, che, essendo residente a Pirano si fa ogni giorno da solo la strada dalla località del Litorale alla capitale a bordo di un’automobile di servizio, rigorosamente senza autista. Visto il dicastero che ricopre, un’ottima esperienza diretta sul campo. Ma neppure il ministro della Cultura, Majda Sirca e quello degli Sloveni nel mondo, Bostjan Zeks non usano né l’auto blu, né tantomeno l’autista. Il ministro per gli Affari europei, già governatore della Banca di Slovenia, Mitja Gaspari si serve, al bisogno, di un’automobile di servizio, a cui hanno diritto anche il sottosegretario Ivan Erzen e il segretario generale del governo, Avgust Rebic. Che bell'esempio di condivisione dei beni.
L'unica eccezione alle auto blu è quella rappresentata dal ministro della Funzione pubblica, Irma Pavlinic Krebs che vive nella Koroska ma che ha disdetto l’appartamento governativo a Lubiana consentendo un risparmio anche maggiore alle case dello Stato.
E adesso, solo per farci qualche risata amara, udite udite qual è in Italia il numero di auto blu e i relativi autisti pagati con i sudatissimi soldi dei cittadini oltre 18 miliardi di euro l'anno, più di mezza finanziaria: sono nientemeno che 574.215 nel 2007 secondo un'indagine dell'Associazione Contribuenti Italiani. Ovviamente l'Italia è primissima in classifica con un distacco abissale sugli Stati Uniti (secondi) che dispongono di 73.000 auto blu. In pratica l'Italia paga circa 150mila auto blu in più di Usa, Francia (65.000), Regno Unito (58.000), Germania (54.000), Turchia (51.000), Spagna (44.000), Giappone (35.000), Grecia (34.000) e Portogallo (23.000) messe insieme!