Machine learning, il trend hi-tech del 2016. Parola (anche) di Microsoft
Il machine learning, ossia l’apprendimento automatico, è la next big thing del 2016. Così la chiamano gli americani, impazienti che tale trend cambi per sempre i processi decisionali nel mondo del business.
Capire in anticipo come evolvono i gusti degli utenti, che cosa desiderano per il futuro e intuire quali saranno i loro bisogni prima che questi emergano è il sogno di qualsiasi azienda: questo, e molto altro, sarà possibile grazie al machine learning.
Fino a poco tempo fa, infatti, le decisioni venivano prese in base alle informazioni estrapolate dai dati, individuate dagli analisti tramite appositi programmi. L’apprendimento automatico permette invece di utilizzare i dati per predire un certo andamento degli avvenimenti, in maniera molto più efficiente ed automatica di adesso. Raccogliendo molte informazioni su qualcosa che è avvenuto nel passato è più facile comprenderne cause ed effetti: il machine learning consente quindi alle aziende anche di individuare quando potrebbe verificarsi una situazione simile ad un’altra già avvenuta e indica quale sia il modo migliore per gestirla. Più sono le informazioni e i dettagli raccolti e analizzati, più saranno precisi e specifici i modelli e le previsioni risultanti.
«L’apprendimento automatico ha una vasta gamma di applicazioni» afferma Martin Moran, vice presidente senior di Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA SVP) e general manager di InsideSales.com. «È in grado di monitorare i focolai di malattia, aiutare i team di marketing a determinare il successo di una campagna e informare le squadre di vendita su quanto è probabile che un particolare soggetto comprerà da te». Le applicazioni pratiche dell’apprendimento automatico non si arrestano al settore pubblicitario, ma sono applicabili anche per la protezione dei dati.
William Hill, ad esempio, sta implementando le tecniche di apprendimento automatico per migliorare la protezione dei servizi e dei clienti da attacchi informatici e da altre minacce provenienti dagli hacker. Questi infatti possono tentare di penetrare all'interno dei siti, ed è per questo che William Hill Casino si serve di tutta la tecnologia a disposizione per garantire la massima sicurezza ai propri utenti. Finbarr Gioia, CTO di William Hill, sostiene che l'uso dell’apprendimento automatico e di altre tecniche algoritmiche avanzate può individuare più rapidamente il comportamento anomalo associato ad intrusioni rispetto ai tempi che servono a una persona.
Risale invece a pochi giorni fa la notizia che Yahoo donerà ben 100 miliardi di dati per il machine learning, aggiudicandosi il primato di azienda privata che ha messo a disposizione della comunità scientifica e accademica l’archivio dati più vasto di sempre. «I dati sono la linfa vitale della ricerca sul machine learning ‒ ha dichiarato Explains Suju Rajan, director of personalization science degli Yahoo Labs ‒, ma l’accesso ad archivi che siano davvero di larga scala è un privilegio che, tradizionalmente, è stato riservato a ricercatori e informatici alle dipendenze delle grandi aziende, dunque fuori dalla portata della maggior parte degli accademici». Chiunque sia iscritto al programma Yahoo Labs Webscope potrà consultare liberamente i 13,5 TB di dati monitorati che, insieme alle interazioni, sono stati anonimizzati e mappati.
Il machine learning è utile da tempo sia nel marketing che nella sicurezza e ora che i dati sono stati messi al servizio della comunità accademica l’apprendimento automatico allargherà il proprio raggio d’influenza. «Il nostro obiettivo è promuovere ricerche indipendenti nel campo dell’apprendimento automatico su larga scala ‒ ha continuato Rajan ‒ contribuendo a ridurre le distanze fra le ricerche accademiche e quelle sponsorizzate dalle aziende». Tre sono gli istituti in pole position, pronti a servirsi dei dati messi a disposizione da Yahoo: la Carnegie Mellon University, la University of California in San Diego e l’istituto UMass Amherst Center for Data Science.
Il gesto compiuto da Yahoo segna certamente una svolta, tuttavia il colosso informatico non è l’unico mecenate del web. Nel novembre scorso Google ha reso open source TensorFlow, ossia la propria tecnologia di apprendimento automatico e un mese dopo Facebook ha aperto alla comunità open source Big Sur, la propria piattaforma di intelligenza artificiale. La strada verso l’apprendimento automatico non è mai stata tanto accessibile.
Anche un altro gigante dell'informatica come Microsoft proprio in queste ore ha ufficialmente aperto la sua IA su GitHub contribuendo così a spingere il machine learning come trend hi-tech del 2016. La casa di Redmond ha infatti appena annunciato la pubblicazione del suo Computational Network Toolkit, collezione di librerie per la gestione del deep learning (branca del machine learning), sulla piattaforma aperta di GitHub, garantendone il libero utilizzo grazie alla protezione della licenza MIT. Analoga decisione aveva preso poche ore prima il gigante del Web cinese Baidu, rilasciando con licenza Apache il codice della propria intelligenza artificiale sulla stessa piattaforma.