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Ishan

Sprechi irrazionali: oro blu, un patrimonio di tutti

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La Terra è caratterizzata da un’immensa biodiversità e tutte le forme di vita dipendono da un unico elemento: l’acqua.

L’acqua è un patrimonio di tutti gli esseri viventi del nostro pianeta, ma sebbene abbondante non è illimitata. Ogni organismo, dal più semplice al più complesso, ha bisogno dell’acqua, senza di essa la vita non esisterebbe; l’acqua costituisce, infatti, i due terzi del nostro corpo e quando la beviamo, entriamo a far parte di una delle storie più antiche della Terra, quella del ciclo infinito dell’acqua. L’acqua è l’elemento più comune sul nostro pianeta e l’unico che è presente in tutti e tre gli stadi della materia: solido, gassoso e liquido. La superficie terrestre, infatti, ne è coperta per il 71% e questa è costituita per il 97,5% da acqua salata. L’acqua dolce è contenuta per il 68,9% in ghiacciai e nevi perenni, per il 29,9% nel sottosuolo e solo lo 0,3% è localizzata in fiumi e laghi, e quindi potenzialmente disponibile. Tale quantità corrisponde allo 0,008% dell’acqua totale presente sul pianeta. Si tratta di un quantitativo davvero irrisorio, distribuito in modo ineguale sulla superficie terrestre. La maggior parte, infatti, è concentrata in alcuni bacini in Siberia, nella regione dei grandi laghi in Nord America, nei laghi Tanganika, Vittoria e Malawi in Africa, mentre il 27% è costituito dai cinque più grandi sistemi fluviali: il Gange con il Brahmaputra, il Congo, lo Yangtse, l’Orinoco ed infine il Rio delle Amazzoni, la cui portata è pari a un quinto di tutta l’acqua dolce che scorre sul pianeta. In media ogni abitante del pianeta consuma oggi il doppio di acqua rispetto all’inizio del 1900 e, a livello globale, il consumo mondiale di acqua è circa decuplicato solo nell’arco di un secolo. Siamo ormai troppi e spreconi. Il rischio grande è che nell’anno 2025, quando la popolazione supererà i 7/8 miliardi di esseri umani, circa un quarto della popolazione mondiale vivrà in zone con ridotte possibilità di approvvigionamento; le stime indicano un numero di persone senza accesso all’acqua potabile che aumenterà a più di 3 miliardi. In Africa la disponibilità di acqua potabile e la presenza di reti fognarie e servizi igienici è ancora lontana da uno standard accettabile, soprattutto nelle aree rurali, dove meno del 60% della popolazione dispone di acqua potabile e meno della metà di servizi igienici. L’altro lato della medaglia presenta, invece, un quadro della realtà ben diverso. Un cittadino nordamericano utilizza 1.700 m3 di acqua all’anno; la media in Africa è di 250 m3 all’anno. La Commissione mondiale per l’acqua indica che 40 litri al giorno a persona è la quantità minima per soddisfare i bisogni essenziali. Ma, a dirla tutta, con questa quantità, gli italiani riescono solo a farsi la doccia, mentre per altri rappresenta la quantità di intere settimane. Gli italiani in media usano 250 litri di acqua al giorno a testa, contro gli sconvolgenti 530 degli americani. Eppure sono ancora 800 milioni le persone sul nostro pianeta che non hanno un rubinetto in casa. Ma l’elevato consumo d’acqua non è presente solo all’interno delle mura domestiche, bensì anche nei processi industriali. Secondo i dati 2008-2009 del Pacific Institute for Studies in Development, Environment, and Security di Oakland, in California, per produrre 1 kg di carne di manzo, compresi tutti i processi di alimentazione dell’animale e di lavorazione dei tagli, ci vogliono tra i 15.000 ed i 70.000 litri di acqua. Per un litro di latte 1.000 di acqua, per 1 kg di ciliegie 1.500 e 3.000 per la produzione di una maglietta di cotone. Anche per un banalissimo caffè in tazzina ci vogliono 1.120 litri di acqua. Inoltre, secondo il report “Danni Sommersi” di Greenpeace, pubblicato a maggio 2011, l’inquinamento industriale rappresenta una pericolosa minaccia per il pianeta, e in particolare per le risorse idriche. Il problema è particolarmente serio nel “Sud del mondo” dove è spesso diffusa l’opinione che l’inquinamento sia il prezzo da pagare per il progresso. È comune ritenere che la lotta all’inquinamento sia eccessivamente costosa, che la prevenzione sia troppo difficile o impraticabile e che gli effetti ambientali e sociali potranno essere affrontati in futuro. Eppure, questi Paesi emergenti avrebbero qualcuno da cui apprendere lezioni importanti, ovvero dal “Nord del mondo” che ha già vissuto gravi problematiche ambientali e ne riporta ancora oggi le conseguenze. Comunque non ci sono dubbi, il valore crescente dell’acqua, le preoccupazioni concernenti la sua qualità e quantità, oltre che le possibilità di accesso, stanno avvicinando questo prezioso, ma sottovalutato, elemento al petrolio e a certe ricchezze minerali, in quanto risorsa strategica. La sua scarsità e la sua importanza porteranno sempre più a dibattute politiche sull’acqua ed a conflitti internazionali che attribuiranno ai diritti su quest’ultima un’importanza di primo piano. Bisogna considerare il valore dell’acqua per la vita e la sussistenza degli individui e delle comunità. Giacché ognuno deve avere la possibilità di accesso a rifornimenti d’acqua incontaminata, la comunità internazionale è chiamata a cooperare per proteggere questa preziosa risorsa da forme di utilizzazione non adeguate e dal suo spreco irrazionale. Quindi basta parlare di oro nero, concentriamoci oggi su quello blu. Martina Pluda BOX: Quanta acqua consumiamo al giorno? > 2 litri per bere > 15 litri per lavarsi i denti in tre minuti > 10 litri per lavarsi il viso > 30 litri per radersi > 50 litri per una doccia > 4 litri per cucinare > 7 litri per lavare i piatti > 5 litri per le pulizie di casa > 10 litri per lo scarico del wc > 160 litri per la lavatrice a 70/90 gradi BOX: Quanta acqua si può risparmiare? > 14 litri se per lavarsi i denti si CHIUDE IL RUBINETTO e si USA IL BICCHIERE > 8 litri se per lavarsi il viso si CHIUDE IL RUBINETTO > 28 litri se per radersi si CHIUDE IL RUBINETTO > 20 litri se per la doccia si INTERROMPE IL GETTO QUANDO CI SI INSAPONA > 80 litri se per la lavatrice si UTILIZZA UN LAVAGGIO A BASSA TEMPERATURA


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