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Voto subito? Nuovo Ulivo? Primarie? Scissioni? Tutte bufale. Ecco perché

 |  Redazione Sconfini

E' l'argomento della settimana. La minoranza PD (sempre meno minoranza ora che i topi iniziano ad abbandonare la nave renziana che affonda) minaccia scissioni, nuovo Ulivo, congressi, primarie e altre amenità. Naturalmente si tratta di diatribe utili solo a spostare l'attenzione dalle vere mire della politica italiana. Spieghiamo perché.

Il PD è di fatto imploso dal momento stesso in cui Renzi è diventato segretario. Il suo agire berlusconiano e politiche economiche ispirate al neoliberismo di destra hanno creato un solco insanabile con l'ala radicata nei valori socialdemocratici del partito. Le due anime non potranno più unirsi ed è evidente che sono rimaste assieme finora esclusivamente per opportunismo, ovvero il premio di maggioranza previsto dal ballottaggio nel cosidetto Italicum (la legge elettorale giudicata parzialmente incostituzionale dalla Consulta). Che però la Consulta ha cassato in toto, eliminandolo dalle possibilità di un suo inserimento nella legge elettorale.

Premesso ciò, sul piatto ci sono argomenti meno ideologici e molto più pratici. In primo luogo c'è la questione della pensione per i parlamentari alla prima legislatura, il cui diritto di goderne al compimento dei 65 anni scatterà solo se non si andrà al voto prima dell'autunno 2017. Quindi è impensabile che giunti a pochi mesi dal traguardo (con i tempi tecnici e l'estate di mezzo devono scavallare maggio/giugno per stare sereni) si facciano azzoppare dalle mire opportunistiche di uno o dell'altro leader. Anche perché molti di loro, specie nel PD che oggi gode di un premio di maggioranza del Porcellum giudicato a sua volta incostituzionale, non saranno rieletti.

In secondo luogo c'è il nodo della legge elettorale. Al momento, seppur costituzionalmente validi, vigono due sistemi molto diversi tra Camera e Senato ed è possibile che le maggioranze tra una e l'altra camera saranno diverse anche se è verosimile che possano assomigliarsi. Chi richiede di andare subito al voto non ha tutti i torti: il Parlamento in questo assetto è completamente delegittimato dall'incostituzionalità del Porcellum e il Governo in carica è la fotocopia sbiadita di quello bocciato dal Referendum costituzionale del 4 dicembre. Nonostante il rischio di creare caos tra Istituzioni dare la parola al Popolo non è mai sbagliato.

Ma c'è di più: se si andasse al voto oggi e il PD veramente si dovesse scindere, gli ultimi sondaggi parlano chiaro. Ci si troverebbe di fronte a un partito principale in evidentissima posizione di maggioranza relativa (il Movimento 5 Stelle con un abbondante 30%) e 4 partiti medio grandi. Due a sinistra (PD renziano al 22% e "Nuovo Ulivo" con i vecchi volti di Vendola, Bersani e D'Alema attorno al 14%) e due a destra (Forza Italia al 12% e Lega Nord al 13%). Alla Camera pertanto si avrebbe una situazione assolutamente tipica della Prima Repubblica. Un partito principale che necessariamente sarebbe il primo interlocutore del Presidente della Repubblica per la formazione del Governo e una manciata di partiti grossi con la potenziale golden share dell'Esecutivo. Il rischio figuraccia specialmente per il partito del "Nuovo Ulivo" di fronte al presumibile rifiuto di fare un Governo di scopo con il Movimento sulla base di alcuni punti in perfetta sintonia in tema di politica economica, reddito di cittadinanza, politiche del lavoro, ambiente, giustizia con l'elettorato realmente di sinistra presenta uno scenario nel quale nessun esponente dell'establishment può confidare.

Al Senato, poi, pur con una più difficile previsione dei numeri complessivi dal momento che i seggi vengono ripartiti su base regionale secondo un sistema maggioritario la situazione dovrebbe essere nonostante tutto abbastanza simile.

Per tutti questi motivi il PD farà una scissione solo se ci si  troverà di fronte a una nuova legge elettorale che preveda di nuovo coalizioni-ammucchiate da poter smontare il giorno dopo le elezioni. E pertanto è evidentemente impossibile che si vada a votare prima del prossimo autunno.


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