Come s'offrono
La realtà ha ormai ampiamente superato la fantasia.
La corruzione di deputati avviene ormai alla luce del sole e poco importa se questo sia un reato tanto grande da far gridare al golpe addirittura i ridicoli vertici del Pd, che hanno candidato (anzi nominato) nelle liste bloccate un imprenditore forzitaliota come Calearo (si dice che aveva pure la suoneria del cellulare con il ritornello dell'inno di Forza Italia) e poi fanno finta di essere sorpresi perché il deputato cambi casacca a pochi giorni dal voto di fiducia. Ogni insulto nei loro confronti sarebbe una carezza.
Ma i personaggi più buffi sono quelli che ha scelto Antonio Di Pietro, cui va il merito di essere stato l'unico vero oppositore del regime corrotto di Berlusconi, ma cui bisogna imputare il grave demerito di aver pescato nella cloaca dei riciclati e degli arrivisti i suoi "uomini". Emblematici i due casi di Scilipoti e di Razzi.
Il primo è un personaggio che solo Di Pietro poteva assoldare: in virtù di un procedimento a suo carico si ritrova con scarse disponibilità economiche e con ben 7 immobili pignorati. Una preda perfetta per il caimano corruttore.
L'altro poi è un genio: il 16 settembre (ne parliamo anche noi in questo articolo) racconta di come Berlusconi aveva tentato di corromperlo per avere il suo voto di fiducia con mutui, garanzia di rielezione, incarichi di governo. Un denuncia e nel contempo una professione di fede nei confronti di Tonino. Due mesi e mezzo dopo eccolo qui, pronto a sostenere il Grande Corruttore, che evidentemente ha alzato ulteriormente la posta.
Entrambi parlano di grandi travagli interiori. Come soffrono questi parlamentari. Anzi, come s'offrono.
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