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Sindrome da secondo mandato e Movimento 5 Stelle

 |  Redazione Sconfini

Prima o poi il bubbone doveva scoppiare ed è deflagrato nel momento peggiore: quando cioè il Movimento 5 Stelle stava diventando il 2° partito in Italia.

 

Allo stato attuale i punti deboli del Movimento 5 Stelle, due pagliuzze nell'occhio rispetto ai gironi danteschi che sono i partiti politici italiani, sono due:

1) l'assenza di una piattaforma per la discussione nazionale tra gli attivisti e l'applicazione della "democrazia liquida" sulla scorta di quanto realizzato in Germania dal "partito dei pirati";

2) l'umana aspirazione ad una individualistica progressione sociale ed economica, specie se frutto di lavoro e sacrifici. Questa tendenza innata non è compatibile in alcun modo con una delle regole fondamentali del Non-Statuto: due mandati elettivi e poi a casa. Lo spirito di servizio quasi volontaristico al posto della carriera politica.

Dopo aver fatto diversi tentativi a vuoto volti a screditare il Movimento, il Pd, i partiti della Casta e i mezzi di informazione, terrorizzati dal vedersi togliere i finanziamenti pubblici (altro giustissimo cavallo di battaglia del M5S), il cosiddetto "Sistema" ha finalmente trovato una vittima da sbranare: Giovanni Favia, grillino della prima ora, recordman di preferenze e primo consigliere regionale eletto in Italia. La Gruber, perfetta serva del Pd di ritorno dalla riunione Bilderberg, ha fatto il resto interrompendo Favia quando parlava di compensi ridotti ai consiglieri pentastellati, ai finanziamenti ai partiti e alla reale democrazia che funziona su scala locale (ogni 6 mesi i consiglieri rimettono il mandato ai cittadini)

E' uno che si è fatto il mazzo, ha studiato, si è impegnato, è (era?) molto stimato da tutti gli attivisti, ha fatto della trasparenza e della coerenza le sue bandiere ma ora è arrivato a fine corsa. Peccato infatti sia già a metà del suo secondo mandato e tra pochi mesi sarà costretto a tornare alla vita di prima fatta, come per il 90% di quelli della sua età di precariato, insicurezze economiche, difficoltà a sbarcare il lunario.

Forse è uno che sta tentando di riciclarsi politicamente nel Pd, forse è un furbetto, forse è uno che ha sentito tra le mani l'ebrezza del potere e non vuole lasciarlo ai nuovi arrivati. Forse è solo uno che non merita di fare la fame. Il Movimento 5 Stelle deve conservare il principio dei due mandati se lo ritiene cardine imprescindibile della sua proposta politica, ma può trovare delle formule di "ammortizzatori sociali" per chi si è dimostrato in gamba e onesto nello svolgere il lavoro.

Se Favia è veramente un grillino doc e non si arruolerà con qualche altro partito, insomma, merita un lavoro degno delle sue competenze, per il bene di tutto il Movimento e della cittadinanza. Fare il portaborse e segretario di un prossimo parlamentare (ammesso che siano previsti collaboratori per i parlamentari del M5S) regolarmente stipendiato sarà sempre meglio di vivere di stenti.

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