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I filtri domestici per migliorare l’acqua potabile

 |  Redazione Sconfini

Durante le feste appena trascorse, uno dei regali più gettonati sono state le caraffe filtranti e i filtri per acqua ad uso domestico. Non tutti i filtri sono “portatili” come le brocche: alcuni condomini hanno deciso di far installare da ditte idrauliche competenti impianti filtranti che servano tutti gli appartamenti. Come sempre, il nostro obiettivo sarà fornire elementi informativi che permettano ad ognuno di costruirsi la propria idea.


Fondamentale è ricordarsi che l’acqua da filtrare deve essere solo ed esclusivamente quella potabile. Nessuno dei seguenti filtri è in grado di rendere potabile un’acqua che alla fonte non lo è, ma può semplicemente migliorarla.
Sistema a osmosi inversa. Sono quattro i passaggi che caratterizzano questo impianto: filtro dei sedimenti, filtro a carboni attivi, membrana osmotica e secondo filtro a carboni attivi. Più nel dettaglio, l’acqua viene pompata in pressione attraverso una membrana che permette di far passare solo le molecole d’acqua infinitamente piccole mentre le particelle sospese, molto più grandi delle prime, sono trattenute. In questo caso le molecole bloccate dal sistema sono: cadmio, cloro, calcare, batteri, residui di pesticidi, sali disciolti, elementi inquinanti, metalli pesanti e virus.
Depuratore a microfiltrazione. Molto simile al precedente, differisce solo per le dimensioni delle masse trattenute senza però disperdere i sali minerali e migliorando il sapore e l’odore dell’acqua di casa.


Addolcitore d’acqua. Garantisce la scomparsa del calcare (bicarbonati, solfati, cloruri di calcio di magnesio) assicurando risparmio di detersivi e saponi e non solo, evita la formazione di macchie e aloni su superfici cromate, riduce l’usura e l’infeltrimento dei tessuti, protegge la morbidezza e la lucentezza della pelle e dei capelli, prolunga la vita di elettrodomestici, rubinetti ed impianti idraulici.
Brocche filtranti. Il processo consta di quattro momenti per ottenere un sapore e un odore più gradevoli riducendo cloro, tracce residue di pesticidi e di metalli pesanti, calcare ed impurità organiche. L’acqua passa attraverso una maglia molto fine (prefiltrazione intensiva), poi in un filtro a scambio di ioni e in uno a carboni attivi, infine in uno a filtrazione intensiva attraverso una maglia molto fine. La sostituzione della “cartuccia”, dopo un certo numero di litri, dà garanzia di un ambiente privo di muffe e batteri. La filtrazione, quindi, non è altro che un sistema di tipo fisico.
Ovviamente quando si tratta di “novità”, anche se c’è chi sostiene che si tratti più che altro di “mode commerciali” che influenzano i nostri bisogni, pareri, opinioni e notizie sono alquanto discordanti tra loro; a titolo informativo elenchiamo ciò che emerge da forum, articoli ed esperienze dirette di numerosi consumatori interpellati.
> PRO: risparmio della fatica del trasporto delle casse e delle taniche di acqua per il ferro da stiro; risparmio monetario (mediamente per una famiglia di 4 persone si spendono annualmente per l’acqua in bottiglia tra i 350 ed i 700 euro); minore smaltimento di plastica a favore dell’ambiente; eliminazione del rischio di ingestione di sostanze nocive derivanti dall’eventuale esposizione al sole delle bottiglie di plastica; conservazione dei sali minerali “buoni”; acqua pulita in ogni momento e in poco tempo.
> CONTRO: costi dei filtri e delle cartucce che possono sembrare esosi; i carboni attivi possono essere nocivi, non eliminano batteri e nitrati e non riducono la durezza (chi usa filtri al carbone attivo deve, per legge, disporre di un sistema che disinfetti l’acqua dopo il trattamento, ad esempio con ossigeno, ozono o raggi UV); l’acqua è “troppo” pulita; dispersione di sali minerali e possibile presenza di maggior quantità di ammonio e nitriti; con il filtro a osmosi inversa si spreca troppa acqua; bisogna analizzare l’acqua per trovare il sistema di filtrazione migliore.

foto: Artem Beliaikin


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