Skip to main content

Infezione postoperatoria da Stafilococco aureo

Infezione da Stafilococco aureo e problemi dermatologici sopraggiunti dopo un intervento d'artroprotesi all'anca sono stati causati da malpractice dei sanitari?

- Il giorno 1/4/2005 la sig.ra M venne sottoposta ad intervento di "Artoprotesi anca destra" presso la Casa di cura Alfa.
- Dagli esami risulta che nei giorni successivi comparvero una marcata anemia ed un numero considerevole di eosinofili, presenti già prima dell'intervento (cfr. referti anteriori). Nel primo giorno successivo all'intervento la temperatura salì a 38°, poi si regolarizzò.
- Dopo 4 giorni dall'intervento l'assistita venne trasferita al reparto di Riabilitazione, continuando una terapia antibiotica di routine.
- Dopo 20 giorni dall'intervento, si nota dalla cartella clinica che alla paziente venne somministrata della Tachipirina, in seguito ad episodio di febbre a 38,6°. Dal giorno seguente le vennero somministrati antibiotici e antipiretici per febbre definita "Di natura da determinare". La febbre persistette per alcuni giorni.
- Nei giorni 26-27/4/2005 venne appurata una "Infezione della ferita" e la signora M venne trasferita nuovamente nel reparto di Ortopedia per toilette chirurgica di tragitto fistoloso. Contemporaneamente si rilevano accentuazione dell'anemizzazione ed ulteriore impennata degli eosinofili.
- Il giorno 28/4/2005 venne effettuato un esame colturale che dimostrò la presenza di Stafilococco aureo.
- Il giorno 4/5/2005 l'assistita venne trasferita in Riabilitazione, mantenendosi costante una febbricola per alcuni giorni.
- Poiché il giorno 9/5/2005 si rilevò una V.E.S. alta, venne richiesta una emocoltura, il cui risultato però fu negativo.
- Il 2/6/2005 la paziente venne dimessa e un successivo controllo ortopedico risultò positivo.
- Nel mese di agosto 2005 la sig.ra M si recò dal medico curante (per astenia?), il quale le prescrisse delle iniezioni (di cui non conosciamo il contenuto), che dopo la quarta fiala le provocarono l'insorgere di pustole.
- Nell'ottobre 2005 l'assistita si sottopose ad ulteriori esami ematologici, dai quali emersero valori al di fuori dei parametri per quanto riguarda I.G.E. (1892).
- Nel mese di novembre il valore salì a 3752 e in gennaio ridiscese a 2090.
- A febbraio 2006 ulteriori analisi specialistiche determinarono che tutto era nella norma.
- Alla fine del marzo 2006 la signora M improvvisamente non riuscì più a muoversi e presentò febbre a 40°.
- Venne ricoverata il giorno 20/3/2006 al CTO Beta con diagnosi di: "Violenti dolori anca dx, febbre, eruzioni cutanee a macchia e bolle su tutto il corpo" (che da anamnesi svolta al momento del ricovero risulteranno essere state presenti da mesi sotto forma di "Dermatite bollosa ed eruzione diffusa"). Venne richiesta visita allergologica, da cui non emerse nulla.
- Visto l'aumento di neutrofili, venne sospettata una flogosi settica da Stafilococco aureo (referto precedente). Si iniziò un trattamento antibiotico massiccio e si chiese una visita dermatologica per le eruzioni cutanee. La conferma della presenza dello Stafilococco aureo nell'emocoltura si ebbe il giorno 28/4/2006.
- Il 29 si ipotizzò la necessità di un intervento di bonifica del focolaio d'infezione in sede protesica e, considerando l'intervento ad alto rischio (cardiologico?), si avvisarono dei rischi i parenti dell'assistita, che autorizzarono comunque l'intervento.
- In fase di intervento si riscontrò che la protesi era funzionante; vennero prelevati frustoli di tessuti molli e fu richiesto un esame batteriologico, il cui responso fu: "Rarissime colonie di streptococco coagulasi negativo".
- La sig.ra M venne dimessa circa un mese dopo il secondo intervento con diagnosi: "Esiti di toilette chirurgica di protesi anca dx e sepsi stafilococcica in pregresso intervento di protesizzazione anca dx, episodio di flutter con terapia farmacologia, piaga da decubito in sede sacrale."
- L'assistita oggi non lamenta postumi gravi ma continua ad avere problemi alla pelle e ritiene vi possa essere stata una negligenza da parte della clinica Alfa per averla dimessa con modalità e tempi non adeguati al proprio stato di salute e un possibile nesso di causalità tra l'esecuzione dell'intervento chirurgico di artoprotesi ed il successivo insorgere di problemi a livello dermatologico.

Dall'analisi delle cartelle cliniche e dalla visione degli esami strumentali prodotti, la Commissione medica di Tu.Di.Ma. ha dedotto quanto segue:
1. da un attento esame delle cartelle cliniche relative ai primi ricoveri, avvenuti nel 2005 nei reparti di Ortopedia e Riabilitazione presso la clinica Alfa, non risulta dimostrata la presenza di Stafilococco aureo a livello ematico (cfr. coltura e antibiogramma richiesti il 25/4/2005, esami da cui risulta isolato solo un eschirichia coli presente nelle feci).
2. Lo Stafilococco aureo viene evidenziato appena nel giugno 2006, durante il ricovero della sig.ra M presso il CTO Beta. Il focolaio infettivo è quindi presente (diagnosticato da esami ematologici ripetuti, trattato con adeguata terapia farmacologia e con toilette chirurgica della ferita, come da cartelle cliniche) ma non ne è stata dimostrata la sede né l'origine. Viene inoltre richiesta una scintigrafia ossea, ma l'esito di detto esame non risulta agli atti.
3. Poiché l'assistita risulta essere stata dimessa dalla casa di cura Alfa in data 2/6/2005, in assenza di temperatura febbrile e poiché i successivi esami ematici (eseguiti nell'agosto 2005) risultano negativi per infezione, non è possibile riscontrare un nesso di causalità tra la patologia lamentata e l'operato della struttura sanitaria.
3. La problematica cutanea accusata dalla sig.ra M, iniziata nell'agosto 2005, dopo assunzione per via intramuscolare di farmaco imprecisato, prescritto dal proprio medico di famiglia, può essersi verosimilmente sviluppata su uno stato di diatesi allergica, presente già prima dell'intervento chirurgico dell'1/4/2005 (cfr. esami presenti nei documenti inviatici; in particolare, già nel novembre 2004 i valori relativi agli eosinofili risultavano essere fuori range).

In base ai dati e ai documenti esaminati la Commissione medica di Tu.Di.Ma. - Tutela Diritti del Malato ha espresso parere non favorevole alla prosecuzione dell'iter risarcitorio, non avendo riscontrato elementi riconducibili a malpractice, che potessero adeguatamente giustificare una qualche richiesta risarcitoria.



Altri contenuti in Malasanità

Una laminectomia correttamente eseguita

Abbiamo esaminato la documentazione fattaci pervenire allo scopo di verificare un possibile nesso di causalità tra l’operato sanitario e la sintomatologia accusata da un assistito dopo un intervent...

Errori in sala parto

Abbiamo esaminato la documentazione fattaci pervenire allo scopo di verificare un possibile nesso di causalità tra l’operato della struttura sanitaria in occasione del parto della sig.ra M e la sin...

Malasanità: le responsabilità di ospedali e medici

  Di questi tempi si moltiplicano le denunce contro la cosiddetta malasanità. E, con le notizie sulla malasanità, si rinnovano quelle sulle sentenze che trattano dei problemi inerenti la tutela del...

Malainformazione batte malasanità 8 a 2

«Oggi i clinici esercitano di fatto una professione ad alto rischio. Accusati penalmente per errori veri e, il più delle volte, presunti, ricadono al pari degli omicidi sotto le norme penali del Co...

Una frattura dello scafoide non riconosciuta dai sanitari

E' stata accertata la responsabilità della struttura ospedaliera per una frattura dello scafoide carpale non diagnosticata tempestivamente, che ha comportato un'invalidità permanente all'assistita....