Una frattura dello scafoide non riconosciuta dai sanitari
E' stata accertata la responsabilità della struttura ospedaliera per una frattura dello scafoide carpale non diagnosticata tempestivamente, che ha comportato un'invalidità permanente all'assistita. - In data 23/7/2001 la sig.ra B, in seguito ad un incidente stradale, venne ricoverata presso l'ospedale Alfa.
- La diagnosi d'entrata fu: "Frattura diafisaria prox femore sin contusioni Polso dx e sin cont. Toracoaddomilnale chiusa escoriazioni plurime".
- Dalle radiografie non venne evidenziata la frattura degli scafoidi, anche se l'assistita lamentò insistentemente dolore ai polsi, diverse volte riferito ai sanitari, i quali anche dopo diverso tempo non diedero importanza alla cosa, continuando a ripetere che le lastre non evidenziavano nulla di rilevante e attribuendo il problema ad una semplice contusione.
- Nel marzo del 2002 l'assistita ebbe un improvviso arresto cardiaco, dopo il quale le venne diagnosticata (ma di un tanto non abbiamo documentazione clinica) una tachicardia ventricolare che richiese l'applicazione di un defibrillatore.
- Viene riferito che la sig.ra B fu successivamente richiamata presso la struttura che eseguì l'impianto per essere messa al corrente che il suo defibrillatore era difettoso, per cui necessita di essere controllato quotidianamente tramite magnete.
- In data 21/9/2005 l'assistita, dopo essere stata investita da un camion, venne ricoverata (manca la cartella clinica) nuovamente presso l'ospedale Alfa, dove le radiografie ai polsi evidenziarono delle vecchie fratture dello scafoide, con pseudoartrosi.
In data 23/10/2006 la sig.ra B venne ricoverata presso l'ospedale Beta, Unità operativa di chirurgia della mano e microchirurgia, com diagnosi di entrata: "Pseudoartrosi scafoide mano sx".
- L'assistita venne quindi operata al polso sinistro, sembra senza esito positivo vista la grave compromissione dello scafoide.
- Venne allora prospettata un'artodesi o una rimozione della prima filiera del carpo.
Dall'analisi delle cartelle cliniche e dalla visione degli esami strumentali prodotti la Commissione medica di Tu.Di.Ma. ha dedotto quanto segue:
1. a seguito del persistente dolore ai polsi destro e sinistro, conseguente all'incidente stradale avvenuto in data 23/7/2001, sarebbe stato necessario eseguire radiografie con proiezioni mirate per scafoide carpale.
2. Non avendo i sanitari proceduto in tal senso, è passata disconosciuta la frattura dello scafoide carpale bilaterale e conseguentemente non è stata eseguita immobilizzazione alcuna.
3. E' presumibile inoltre che la deambulazione con stampelle a seguito della frattura femorale diafisaria sinistra, patita dall'assistita nello stesso incidente, abbia condizionato l'evoluzione in pseudoartrosi di entrambe le fratture, che allo stato attuale, nonostante intervento chirurgico eseguito, a sinistra è causa di invalidità permanente da valutarsi in sede medico-legale.
4. La lettura della cartella clinica relativa al ricovero del 23/10/2006 appalesa delle contraddizioni: nella nota n. 1 viene specificato che la frattura riguarda lo "Scafoide dx" mentre, successivamente, nella nota n. 2 la diagnosi d'ingresso recita: "Esiti di trauma polso sin e dx".
5. Gli interventi proposti alla sig.ra B per il polso sinistro (artodesi o di rimozione della prima filiera del carpo) comportano comunque una permanente ridotta mobilità del polso. E' inoltre presumibile che l'altro polso presenti la medesima situazione.
6. Per quanto riguarda il defibrillatore, viene riferito come la stessa struttura sanitaria che ebbe ad eseguire l'intervento abbia riconosciuto il difetto dell'impianto. Anche in questa fattispecie si può intravvedere un errore sanitario, ma siamo costretti a rimandare la valutazione definitiva a dopo la lettura della documentazione clinica che non ci è pervenuta.
In base ai dati e ai documenti esaminati la Commissione medica di Tu.Di.Ma. - Tutela Diritti del Malato ha espresso parere favorevole alla prosecuzione dell'iter risarcitorio, in quanto sono emersi plurimi dubbi sulla corretta gestione della evenienza da parte della struttura sanitaria.
Abbiamo pertanto ritenuto che il danno dalla sig.ra B patito nell'occorso dovesse essere opportunamente valutato in sede medico-legale.
Dopo l'intervento di Tu.Di.Ma. - Tutela Diritti del Malato la sig.ra B è stata adeguatamente risarcita dalla struttura sanitaria che non riconobbe la frattura, senza che si sia reso necessario il ricorso all'Autorità giudiziaria.
- La diagnosi d'entrata fu: "Frattura diafisaria prox femore sin contusioni Polso dx e sin cont. Toracoaddomilnale chiusa escoriazioni plurime".
- Dalle radiografie non venne evidenziata la frattura degli scafoidi, anche se l'assistita lamentò insistentemente dolore ai polsi, diverse volte riferito ai sanitari, i quali anche dopo diverso tempo non diedero importanza alla cosa, continuando a ripetere che le lastre non evidenziavano nulla di rilevante e attribuendo il problema ad una semplice contusione.
- Nel marzo del 2002 l'assistita ebbe un improvviso arresto cardiaco, dopo il quale le venne diagnosticata (ma di un tanto non abbiamo documentazione clinica) una tachicardia ventricolare che richiese l'applicazione di un defibrillatore.
- Viene riferito che la sig.ra B fu successivamente richiamata presso la struttura che eseguì l'impianto per essere messa al corrente che il suo defibrillatore era difettoso, per cui necessita di essere controllato quotidianamente tramite magnete.
- In data 21/9/2005 l'assistita, dopo essere stata investita da un camion, venne ricoverata (manca la cartella clinica) nuovamente presso l'ospedale Alfa, dove le radiografie ai polsi evidenziarono delle vecchie fratture dello scafoide, con pseudoartrosi.
In data 23/10/2006 la sig.ra B venne ricoverata presso l'ospedale Beta, Unità operativa di chirurgia della mano e microchirurgia, com diagnosi di entrata: "Pseudoartrosi scafoide mano sx".
- L'assistita venne quindi operata al polso sinistro, sembra senza esito positivo vista la grave compromissione dello scafoide.
- Venne allora prospettata un'artodesi o una rimozione della prima filiera del carpo.
Dall'analisi delle cartelle cliniche e dalla visione degli esami strumentali prodotti la Commissione medica di Tu.Di.Ma. ha dedotto quanto segue:
1. a seguito del persistente dolore ai polsi destro e sinistro, conseguente all'incidente stradale avvenuto in data 23/7/2001, sarebbe stato necessario eseguire radiografie con proiezioni mirate per scafoide carpale.
2. Non avendo i sanitari proceduto in tal senso, è passata disconosciuta la frattura dello scafoide carpale bilaterale e conseguentemente non è stata eseguita immobilizzazione alcuna.
3. E' presumibile inoltre che la deambulazione con stampelle a seguito della frattura femorale diafisaria sinistra, patita dall'assistita nello stesso incidente, abbia condizionato l'evoluzione in pseudoartrosi di entrambe le fratture, che allo stato attuale, nonostante intervento chirurgico eseguito, a sinistra è causa di invalidità permanente da valutarsi in sede medico-legale.
4. La lettura della cartella clinica relativa al ricovero del 23/10/2006 appalesa delle contraddizioni: nella nota n. 1 viene specificato che la frattura riguarda lo "Scafoide dx" mentre, successivamente, nella nota n. 2 la diagnosi d'ingresso recita: "Esiti di trauma polso sin e dx".
5. Gli interventi proposti alla sig.ra B per il polso sinistro (artodesi o di rimozione della prima filiera del carpo) comportano comunque una permanente ridotta mobilità del polso. E' inoltre presumibile che l'altro polso presenti la medesima situazione.
6. Per quanto riguarda il defibrillatore, viene riferito come la stessa struttura sanitaria che ebbe ad eseguire l'intervento abbia riconosciuto il difetto dell'impianto. Anche in questa fattispecie si può intravvedere un errore sanitario, ma siamo costretti a rimandare la valutazione definitiva a dopo la lettura della documentazione clinica che non ci è pervenuta.
In base ai dati e ai documenti esaminati la Commissione medica di Tu.Di.Ma. - Tutela Diritti del Malato ha espresso parere favorevole alla prosecuzione dell'iter risarcitorio, in quanto sono emersi plurimi dubbi sulla corretta gestione della evenienza da parte della struttura sanitaria.
Abbiamo pertanto ritenuto che il danno dalla sig.ra B patito nell'occorso dovesse essere opportunamente valutato in sede medico-legale.
Dopo l'intervento di Tu.Di.Ma. - Tutela Diritti del Malato la sig.ra B è stata adeguatamente risarcita dalla struttura sanitaria che non riconobbe la frattura, senza che si sia reso necessario il ricorso all'Autorità giudiziaria.
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