Patologia infettiva post appendicectomia
La struttura sanitaria non può essere ritenuta responsabile per la patologia infettiva lamentata da una paziente sottoposta ad un intervento di appendicectomia.
- Il 10 aprile 2003 la sig.ra C, trasportata con autoambulanza al Pronto soccorso dell'ospedale Alfa, venne operata per appendicectomia in peritonite con svuotamento della cisti ovarica sinistra.
- Relativamente ai giorni 11, 12 e 13 aprile 2003, la cartella clinica riporta uno stato di leggera alterazione della temperatura corporea, in linea con l'operazione di appendicectomia appena subita.
- Il 14 aprile 2003 l'assistita venne dimessa dall'ospedale senza che nella cartella clinica risultasse il dato relativo alla misurazione della temperatura corporea.
- Il 17 aprile 2003 la sig.ra C rientrò in ospedale per "Suppurazione di ferita" che risultò, all'obbiettività clinica del Pronto soccorso, "Arrossata e dolente" e venne incisa con fuoriuscita di notevole quantità di pus.
- L'assistita rimase quindi ricoverata presso l'Ospedale Alfa fino al 23 aprile 2003.
- La sig.ra C ritiene di essere stata dimessa dopo l'intervento di appendicectomia nonostante avesse in atto un'infezione e ritiene quindi responsabile per il secondo ricovero la struttura sanitaria ove venne operata.
Dall'analisi delle cartelle cliniche e dalla visione della documentazione prodotta la Commissione medica di Tu.Di.Ma. ha dedotto quanto segue:
1. alla sig.ra C venne somministrata nei giorni 11, 12, 13, 14 aprile 2003, come da prassi, la terapia antibiotica pre e post intervento di appendicectomia e non vi fu un interessamento del peritoneo, come dichiarato dall'assistita stessa e come riportato dall'anamnesi della visita gastroenterologica.
2. L'esame istologico dell'appendice evidenziò "Mucosa sierosa liscia, lucente, con parete ispessita e dilatata da materiale fecale", quindi altamente inquinante. Durante la rimozione dell'appendice è possibile una contaminazione della parete addominale, come pure è possibile che la stessa fosse stata già inquinata dal processo infiammatorio infettivo presente (cfr. aumento dei globuli bianchi all'ingresso), per cui la formazione di un ascesso è da considerarsi una possibile coincidenza.
3. I sintomi generali: sonnolenza, incremento ponderale, sono facilmente imputabili all'ipotiroidismo autoimmune, la stipsi invece alla vita sedentaria e alla scarsa assunzione di vegetali (cfr. relazione ambulatoriale di obesità) e/o ad eventuali aderenze post intervento.
4. I dati documentali in nostro possesso non riscontrano presenza di febbre alta nei giorni 12 e 13 aprile 2003 ma solo uno stato di leggera alterazione, in linea con l'operazione di appendicectomia appena subita.
5. Nel giorno delle dimissioni dall'ospedale dopo l'intervento operatorio, invece, il dato relativo alla temperatura corporea dell'assistita non compare nella cartella clinica.
6. E' altresì vero che, se avessimo rinvenuto il riscontro documentale della dimissione con febbre alta (38°/39°), avremmo probabilmente potuto esprimere una diversa valutazione.
In base ai dati e ai documenti pervenuti la Commissione medica di Tu.Di.Ma. - Tutela Diritti del Malato ha espresso parere non favorevole alla prosecuzione dell'iter risarcitorio, non avendo riscontrato elementi riconducibili a malpractice, che potessero adeguatamente giustificare una qualche richiesta risarcitoria.
- Il 10 aprile 2003 la sig.ra C, trasportata con autoambulanza al Pronto soccorso dell'ospedale Alfa, venne operata per appendicectomia in peritonite con svuotamento della cisti ovarica sinistra.
- Relativamente ai giorni 11, 12 e 13 aprile 2003, la cartella clinica riporta uno stato di leggera alterazione della temperatura corporea, in linea con l'operazione di appendicectomia appena subita.
- Il 14 aprile 2003 l'assistita venne dimessa dall'ospedale senza che nella cartella clinica risultasse il dato relativo alla misurazione della temperatura corporea.
- Il 17 aprile 2003 la sig.ra C rientrò in ospedale per "Suppurazione di ferita" che risultò, all'obbiettività clinica del Pronto soccorso, "Arrossata e dolente" e venne incisa con fuoriuscita di notevole quantità di pus.
- L'assistita rimase quindi ricoverata presso l'Ospedale Alfa fino al 23 aprile 2003.
- La sig.ra C ritiene di essere stata dimessa dopo l'intervento di appendicectomia nonostante avesse in atto un'infezione e ritiene quindi responsabile per il secondo ricovero la struttura sanitaria ove venne operata.
Dall'analisi delle cartelle cliniche e dalla visione della documentazione prodotta la Commissione medica di Tu.Di.Ma. ha dedotto quanto segue:
1. alla sig.ra C venne somministrata nei giorni 11, 12, 13, 14 aprile 2003, come da prassi, la terapia antibiotica pre e post intervento di appendicectomia e non vi fu un interessamento del peritoneo, come dichiarato dall'assistita stessa e come riportato dall'anamnesi della visita gastroenterologica.
2. L'esame istologico dell'appendice evidenziò "Mucosa sierosa liscia, lucente, con parete ispessita e dilatata da materiale fecale", quindi altamente inquinante. Durante la rimozione dell'appendice è possibile una contaminazione della parete addominale, come pure è possibile che la stessa fosse stata già inquinata dal processo infiammatorio infettivo presente (cfr. aumento dei globuli bianchi all'ingresso), per cui la formazione di un ascesso è da considerarsi una possibile coincidenza.
3. I sintomi generali: sonnolenza, incremento ponderale, sono facilmente imputabili all'ipotiroidismo autoimmune, la stipsi invece alla vita sedentaria e alla scarsa assunzione di vegetali (cfr. relazione ambulatoriale di obesità) e/o ad eventuali aderenze post intervento.
4. I dati documentali in nostro possesso non riscontrano presenza di febbre alta nei giorni 12 e 13 aprile 2003 ma solo uno stato di leggera alterazione, in linea con l'operazione di appendicectomia appena subita.
5. Nel giorno delle dimissioni dall'ospedale dopo l'intervento operatorio, invece, il dato relativo alla temperatura corporea dell'assistita non compare nella cartella clinica.
6. E' altresì vero che, se avessimo rinvenuto il riscontro documentale della dimissione con febbre alta (38°/39°), avremmo probabilmente potuto esprimere una diversa valutazione.
In base ai dati e ai documenti pervenuti la Commissione medica di Tu.Di.Ma. - Tutela Diritti del Malato ha espresso parere non favorevole alla prosecuzione dell'iter risarcitorio, non avendo riscontrato elementi riconducibili a malpractice, che potessero adeguatamente giustificare una qualche richiesta risarcitoria.
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