La frode: storia del falso legame tra vaccini ed autismo
Un interessante incontro recentemente organizzato alla Sissa di Trieste ha fatto luce su un vero e proprio inganno durato ben 12 anni. Giancarlo Icardi, medico specializzato in Igiene e Medicina preventiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino di Genova, e la giornalista scientifica Gianna Milano hanno dibattuto e dettagliatamente ricostruito, grazie al notevole supporto di documenti audio e video, la clamorosa frode scientifica perpetrata dal medico britannico Andrew Wakefield: querelle che ha generato tanto allarmismo per lungo tempo, senza contare gli effetti devastanti sul piano della salute perduranti tutt’oggi.
Nel febbraio 1998 Wakefield, gastroenterologo in servizio presso il Royal Free Hospital e l’University College a Londra, pubblicò sulla rivista “The Lancet”, considerata tra le prime cinque pubblicazioni mediche internazionali, uno studio su 12 bambini che rivendicava una connessione tra il vaccino per morbillo, parotite, rosolia e patologie intestinali e in più problemi neurologici sfocianti in forme di autismo. Vasta l’eco che ne conseguì in tutta la comunità medico-scientifica internazionale e immediata l’agitazione creatasi nella società civile. Secondo Gianna Milano fu particolarmente grande lo spavento, perché il 1998 era l’anno in cui si erano verificati alcuni casi di “mucca pazza” (morbo di Creutzfeldt-Jakob) e poi “il coinvolgimento dei bambini come protagonisti della ricerca medica, ma soprattutto la scoperta delle loro patologie, causò un’ampia partecipazione emotiva alla vicenda”. Cominciarono infatti a susseguirsi e moltiplicarsi interventi e studi sull’argomento, col coinvolgimento di personalità e riviste mediche internazionali, causando però riflessi negativi sulle scelte dei genitori nella somministrazione del vaccino.
Notevoli e deleterie le conseguenze dello studio di Wakefield sulle campagne di vaccinazione. “Nel 2002 – ha spiegato Icardi – i tassi di copertura vaccinale hanno raggiunto il minimo storico nel Regno Unito, con un valore intorno al 83%, ben al di sotto di quello raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (che si attesta al 95%), e così il morbillo, invece di essere debellato, è rinato con forza, con nuovi focolai epidemici e complicazioni anche molto gravi”.
Nel 2004 ecco però entrare in scena Brian Deer, reporter investigativo britannico in forza presso il “Sunday Times” e “Channel 4” della capitale britannica, conosciuto per inchieste sull’industria farmaceutica, medicina e tematiche sociali, che diede inizio a ricerche approfondite sul “caso Wakefield” sfociate, dopo ben 7 anni, nella scoperta e attestazione della truffa deliberatamente operata dal gastroenterologo britannico. Deer non solo evidenziò la falsificazione dei dati presentati da Wakefield nel suo studio, ma mise in luce i legami economicamente ambigui del medico come consulente di un avvocato che rappresentava gli interessi di gruppi di genitori di bimbi autistici, nonché un suo brevetto pendente su un vaccino singolo da immettere sul mercato al posto del trivalente.
L’indagine di Deer, supportata da molteplici, seri studi su confronti statistici, sconfessò il lavoro di Wakefield portando nel febbraio 2010 al clamoroso ritiro dell’articolo da parte di “The Lancet” e nel gennaio 2011 alla definitiva condanna sulla rivista “British Medical Journal” della “chiara falsificazione dei dati”. Dura la reazione dell’Ordine dei Medici britannico (General Medical Council, GMC) con l’immediata espulsione di Wakefield dalla professione medica: segnale forte di sdegno non solo della categoria, ma dell’intera comunità medico-scientifica internazionale. “Sul vaccino – ha rilevato la giornalista Milano – è stata montata una vera e propria fabbrica della paura e perché episodi del genere non si ripetano c’è la necessità di un’attenta vigilanza, oltre che delle istituzioni, anche da parte dei giornalisti scientifici mediante l’applicazione piena del loro senso etico, considerando amaramente che il contesto intorno al mondo della medicina sembra riferirsi a quello dell’economia”.
Alla luce del caso Wakefield, da tener ben presente l’allarme lanciato da Icardi sul problema della mancata vaccinazione contro il morbillo: “Il virus contagiosissimo provoca ancora un milione di morti tutti gli anni tra i bambini dei Paesi in via di sviluppo”. “Non c’è motivo – ha infine rassicurato l’epidemiologo – di diffidare della vaccinazione trivalente che difende da problemi anche gravi nel caso il virus venga contratto da adulti. L’importante è che i genitori recuperino la fiducia nel confronto col pediatra”.
Virna Balanzin