Computer e difetti di vista
Venticinque milioni di italiani, quasi uno su due (46%), hanno problemi di vista. Un numero destinato a crescere, se si pensa che è candidato a sviluppare un disturbo l’88% di chi usa regolarmente un computer per lavoro, per studio o per gioco.
La situazione, denunciano gli esperti, è allarmante: un italiano su cinque non si è mai sottoposto ad un controllo oculistico, 35 milioni (più del 60%) non fanno una visita da oltre tre anni, una persona su quattro ha un disturbo non corretto ed una su tre non usa occhiali da sole. Analoghi i dati anche nel Friuli Venezia Giulia. Così in questo articolo abbiamo voluto affrontare, grazie alla collaborazione del dottor Fabio Baccara, operativo presso la Casa di Cura Salus di Trieste, i problemi di carattere oculistico derivati da un abuso di tempo trascorso davanti allo schermo di un PC. Non abbiamo toccato altri problemi fisici derivanti dalla permanenza al videoterminale, che vengono trattati in un articolo sui problemi derivanti da lavori sedentari.
Proprio l’introduzione dell’uso dei computer in ogni settore lavorativo ha sollevato già da più di un decennio, nei paesi a più alto sviluppo, numerose problematiche di carattere sociale, organizzativo e sanitario. L’utilizzo sempre più esteso dell’elaborazione informatica e dell’automazione delle mansioni ha profondamente modificato il lavoro aziendale. L’impiego di sussidi elettronici ha modificato non solo alcune attività prettamente d’archiviazione e di segreteria, ma anche quelle creative, artigianali ed umanistiche, che hanno subíto una svolta e talora un potenziamento decisivi. Il numero dei lavoratori che usano il videoterminale (VDT) è aumentato notevolmente negli ultimi anni ed è probabile che tale numero continui ad aumentare nel futuro.
D: Dottor Baccara, perché lavorare al computer provoca dei disturbi visivi?
R: Il lavoro al videoterminale richiede un’elevata concentrazione ed impegno visivo che talvolta possono essere causa di malessere visivo. La tastiera, i testi cartacei, lo schermo del computer non sono generalmente posti alla stessa distanza ed hanno una diversa luminosità. L’operatore, quindi, è costretto a cambiare in continuazione la distanza d’osservazione passando dalla tastiera allo schermo ed al testo posto sulla scrivania, e ad adattarsi alle diverse condizioni di luminosità. Questa continua regolazione della messa a fuoco nonché l’adattamento retinico legato all’osservazione di oggetti con differente luminosità sono la causa dell’affaticamento visivo.
D: Quali sono i sintomi più comuni?
R: Il disturbo più frequente è rappresentato dalla cosiddetta astenopia accomodativa, che viene definita come fatica visiva. Questa sindrome consiste essenzialmente in bruciore, pesantezza delle palpebre, irritazione congiuntivale, lacrimazione, difficoltà di fissazione, senso di visione sfuocata o sdoppiata, disturbi della messa a fuoco.
D: Quali sono le cause?
R: Responsabili di tale sintomatologia soggettiva possono essere sia le condizioni ambientali non adeguate, sia l’eccessivo carico di lavoro al VTD, sia la presenza d’alterazioni dell’apparato visivo.
D: Come si può ovviare a questi disturbi?
R: Per ottenere buone prestazioni e buon confort visivo in chi opera con i videoterminali si devono considerare l’illuminazione ambientale, il carico di lavoro, la presenza d’alterazioni a carico dell’apparato visivo. È estremamente difficile stabilire i livelli d’illuminazione adatti alle varie attività ed ai vari individui. È ormai dimostrato che illuminazioni eccessive sono poco raccomandabili: per una confortevole visione dello schermo l’ambiente non dovrebbe essere eccessivamente illuminato, ma ciò non rende agevole la lettura della carta stampata, e pertanto bisogna raggiungere una situazione di compromesso. In pratica l’ambiente dovrebbe avere un’illuminazione ambientale media ed una luce supplementare sui testi cartacei evitando un eccessivo contrasto tra i due e facendo in modo che sullo schermo non si riflettano immagini di sorgenti luminose poste di fronte allo schermo (lampade, finestre, ecc.). L’attività lavorativa deve prevedere delle brevi pause periodiche durante le quali la vista va riposata, per esempio facendo una passeggiata nel corridoio o guardando fuori dalla finestra, cioè sospendendo l’attività visiva da vicino. Alcune alterazioni dell’apparato visivo possono risultare asintomatiche in persone che non utilizzano in modo intensivo la vista per vicino, mentre possono essere causa di notevole affaticamento in chi sta diverse ore al giorno davanti al computer. Andrebbe dunque fatta una visita oculistica volta a ricercare la presenza di difetti di vista anche lievi (in particolare l’astigmatismo e l’ipermetropia), di strabismo o di deficit nella convergenza degli assi visivi. Questi sono spesso difetti lievi di cui il paziente non è a conoscenza, ma che è opportuno correggere con degli occhiali, specialmente se si prova stanchezza visiva durante il lavoro. Il computer non determina l’insorgenza di difetti di vista, ma è in grado di rendere evidenti lievi difetti che generalmente non è necessario correggere se non si utilizza così intensamente la vista da vicino. Inoltre, gli occhiali servono solo a quelle persone che hanno qualche difetto da correggere: chi ha una buona vista da lontano ed una buona messa a fuoco per vicino non ha bisogno di alcun occhiale.
D: È dannoso per la vista lavorare al videoterminale?
R: In base a quanto pubblicato finora sull’argomento, il lavoro al videoterminale non sembra poter determinare l’insorgenza di danni permanenti a carico dell’apparato visivo. La “fatica visiva” accusata dai videoterminalisti è un disagio transitorio che scompare con il riposo, e che può essere attenuato dall’uso di occhiali (nel caso sia presente qualche difetto visivo) e con un’adeguata illuminazione dell’ambiente di lavoro.
D: Chi porta gli occhiali davanti allo schermo si affatica di più?
R: Sì, i riflessi possono diventare ancora più fastidiosi (le lenti sono una superficie riflettente in più). Inoltre, gli occhiali che vengono usati per la vista da lontano, o per leggere da vicino, non vanno bene per la distanza dallo schermo, la quale deve essere mantenuta tra i 50 ed i 60 cm. Per questo motivo, chi porta gli occhiali ed utilizza spesso il computer, dovrebbe rivolgersi per qualche consiglio al proprio oculista di fiducia.
a cura di Silvia Stern