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La bufala del giorno: il porno asilo in Friuli Venezia Giulia

 |  redazione sconfini

Una clamorosa bufala è salita alla ribalta nazionale grazie all'indefesso lavoro di Libero, che ha scovato un articolo dai contorni pruriginosi pubblicato sul principale giornale di Trieste, Il Piccolo, che a sua volta riprendeva un articolo di alcuni giorni prima pubblicato sul settimanale cattolico Vita Nuova.

Leggendo l'originale si apprende che la Regione ha finanziato un progetto didattico liberoasilodal nome "Gioco del Rispetto - Pari e dispari" da proporre nelle scuole materne e che il Comune di Trieste vi abbia aderito attraverso 45 scuole dell'infanzia. Scopo delle attività è quello di offrire un punto di vista alternativo ai bambini rispetto a quello tradizionale per debellare gli stereotipi di genere.

Obiettivo interessante che certo può rivelarsi utile per evitare il proliferare di future discriminazioni e dimostrare che maschi e femmine sono in ugual modo in grado di vivere gli stessi sogni e di progettare le loro vite.

Ciò che ha creato scandalo è però, stando al racconto del Piccolo, l'attività che prevede di espolorare i corpi dei compagni per riconoscere le differenze fisiche che li caratterizzano specialmente nell'area genitale. E poi, scandalo nello scandalo, i bambini potranno travestirsi con abiti tipici del sesso opposto e giocare così acconciati. Apriti cielo! Una tumultuosa orda di genitori inorriditi vomita sui social il proprio orrore e le associazioni cattoliche infilano la cintura di castità ai propri figli partendo lancia in resta contro chiunque tenti di imporre questo metodo libertino anticamera di una nuova Sodoma.

I sedicenti giornalisti di Libero prendono la notizia e la rilanciano su base nazionale mettendo alla berlina l'adezione del Comune triestino al progetto.

Peccato che si tratti di una bufala clamorosa. E che bastava leggere già quattro giorni prima le spiegazioni del Comune per chiudere con le polemiche. Innanzitutto la partecipazione non è obbligatoria dal momento che qualche famiglia può liberamente segregare le proprie figlie a imparare a cucinare mentre i maschi vanno a caccia di cinghiali nei boschi a mani nude prima di rientrare in casa a bastonare moglie e figlie biologicamente inferiori ma, soprattutto, si legge che il progetto serve a promuovere il concetto di uguaglianza di genere.

Infatti il Gioco del rispetto non affronta né i temi della sessualità, né dell'affettività. Non si toccano temi che riguardano educazione sessuale, omosessualità né della corretta o non corretta composizione della famiglia. Quello che viene erroneamente fatto passare come "gioco del dottore" estrapolando frasi avulse dal contesto è in realtà l'ennesima proposta di gioco che mira a evidenziare la capacità dei maschi di provare emozioni al pari delle femmine, per abbattere lo stereotipo che vuole gli uomini privi del loro lato emotivo. Far sentire che i cuori dei bambini e delle bambine battono allo stesso modo, vuol accentuare la loro uguaglianza. Attribuire malizia a questa proposta di gioco è fuori luogo e offensivo nei confronti del valore educativo e scientifico del progetto.

E adesso vai a spiegarlo ai lettori di Libero.

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