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Un altro pentito coinvolge Berlusconi nelle stragi del '93

 |  Redazione Sconfini

torredipisaContinua lo stillicidio di rivelazioni da parte di diversi pentiti di mafia protagonisti più o meno direttamente della stagione delle stragi che hanno insanguinato l'Italia tra il 1992 e il 1993. Dopo le ultime clamorose rivelazioni di Gaspare Spatuzza, che ha ridisegnato una sorta di gerarchia nella pianificazione delle stragi e che vede coinvolti, stando alle sue rivelazioni, i fratelli Graviano e i politici Dell'Utri e Berlusconi, oggi è la volta di Pietro Romeo. Questi era l'artificiere della cosca mafiosa di Brancaccio che faceva capo appunto ai fratelli Graviano, autori delle stragi del '93 in nord Italia. Da tempo si è pentito e collabora con la giustizia.

Romeo, interrogato il 30 settembre scorso dai pm di Firenze Crini e Nicolosi, sostiene di avere appreso da un altro killer della sua cosca mafiosa, di un ruolo attivo dell'allora presidente di Fininvest Silvio Berlusconi nella strategia stragista del '93, con gli attentati a Roma, Firenze e Milano. Un rafforzamento della tesi di Spatuzza? Sembra proprio di sì anche se resta da vagliare la correttezza e l'affidabilità della deposizione.

"Ricordo che Spatuzza rispose a Giuliano (un altro componente della cosca ndr) che il politico era Berlusconi. Non si trattava di una battuta. Stavamo parlando di armi in quel momento e di altri argomenti seri. Giuliano chiese se il politico dietro alle stragi fosse Andreotti o Berlusconi e Spatuzza rispose Berlusconi. La motivazione stragista di Cosa Nostra era quella di far togliere il 41 bis. Non ho mai saputo quali motivazioni ci fossero nella parte politica. Noi eravamo esecutori. Giuseppe Graviano aveva fatto questi discorsi, che si doveva fare attentati con bombe, perché lo aveva detto un politico di farle. Il politico diceva di fare questi attentati a cose di valore storico artistico. Gaspare Spatuzza mi disse che era Giuseppe Graviano che andava a trovare il politico con il quale aveva i contatti“.

Avevano pensato, rivela Romeo, addirittura di tirare giù la torre di Pisa! Da quando collabora con la giustizia, infatti, Romeo ha fatto catturare latitanti e scoprire depositi di manette, corde, lacci, fil di ferro, guanti ma soprattutto quintali di esplosivo, in particolare T4 e Semtex, destinati nell’ambito della “trattativa” del 1993, proprio a “Pisa che doveva ritrovarsi senza la torre“.

Ed è proprio questa la domanda chiave cui i giudici dovranno in qualche modo rispondere: Quali erano (se mai fosse accertato che ci fossero questi intrallazzamenti) le motivazioni nella parte politica?

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Foto tratta da Wikimedia Commons



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