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Fabrizio Azzarri

RSA: continuità nell’assistenza

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Le grandi trasformazioni economiche, politiche e sociali che hanno caratterizzato questo ultimo decennio hanno collocato l’assistenza agli anziani tra i principali problemi della società contemporanea.

Il rispetto dei diritti della persona, il miglioramento della qualità della vita, indicato anche dalle nuove normative in tema di assistenza sociale e sanitaria, sono obiettivi complessi che presuppongono un management avanzato, risorse umane qualificate, piani di assistenza individualizzati. L’incremento delle malattie cronico-degenerative e l’aumento delle persone che raggiungono un’età avanzata richiedono continuità nella cura e nell’assistenza.
Le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) presenti in Friuli Venezia Giulia sono strutture sanitarie volute dalla programmazione regionale e attuate dalle Aziende sanitarie nei Distretti, finalizzate a fornire assistenza continuativa a prevalente valenza sanitaria, medico-infermieristica e riabilitativa. I ricoveri sono di breve-media durata e riguardano prevalentemente e prioritariamente soggetti molto anziani, provenienti sia dall’ospedale che dal territorio, persone temporaneamente non autosufficienti con bisogni di recupero, riattivazione e riabilitazione.
Il ruolo delle Residenze sanitarie assistenziali nella rete dei Servizi sanitari territoriali a Trieste è stato al centro di un convegno svoltosi lo scorso mese nel capoluogo regionale. L’evento, organizzato e promosso dalle Rsa private “Igea”, “Mademar” e “Casa Verde ha proposto una rassegna delle esperienze e delle testimonianze raccolte nell’ultradecennale attività a Trieste. È stata un’occasione di confronto e approfondimento tra i vari attori interessati, sul tema centrale dei servizi residenziali appartenenti alle cure intermedie.
A Trieste le Rsa, tre private convenzionate e una a gestione diretta dell’Ass n° 1 per un totale di circa 230 posti letto, si integrano nella rete dei Servizi distrettuali sviluppata dall’Azienda sanitaria e svolgono una funzione intermedia fra l’ospedale e i servizi sociosanitari domiciliari, semiresidenziali o residenziali di altra natura. Sull’efficacia della loro azione, vale un dato piuttosto significativo: il 75% degli ospiti accolti (circa 3.000 gli accoglimenti annui), fa ritorno al proprio domicilio prevalentemente in condizioni di autonomia maggiore che all’ingresso, tale da consentire spesso la ripresa di una vita indipendente. Solo il 10% degli ospiti, alla fine del trattamento, deve trovare collocazione in una casa di riposo a causa delle condizioni psicofisiche fragili e non gestibili a domicilio.
Giampaolo Canciani, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste è intervenuto sul Protocollo d’intesa del sistema interaziendale che regola gli accessi e sul monitoraggio previsto dal gennaio 2011 che registra le presenze al terzo giorno di permanenza dell’utente. “Tre – ha sottolineato – sono le priorità da affrontare nel sistema interaziendale: l’appropriatezza dell’invio dall’ospedale, uno sforzo congiunto nel definire modalità più snelle, pur se accurate, per il rientro in Rsa dopo ricovero ospedaliero, e fornire informazioni corrette alla popolazione sul campo di utilizzo dei servizi erogati. L’esperienza, le idee, le capacità degli operatori delle Residenze sanitarie assistenziali rappresentano una risorsa per l’intera comunità”.
Ignazia Zanzi


BOX: SERVIZI e CRITERI D’AMMISSSIONE

La Rsa offre: assistenza per le attività quotidiane (alzata, messa a letto, igiene personale); assistenza medica di base che può essere fornita dai medici interni alla struttura o dal medico di base scelto dall’assistito; assistenza infermieristica diurna e notturna; assistenza specialistica che nelle strutture pubbliche o accreditate viene prestata dagli specialisti dei servizi sanitari dell’Ass; assistenza psicologica; trattamenti riabilitativi; attività di socializzazione, ricreative, culturali ed occupazionali; servizio alberghiero (fornitura pasti, lavanderia e guardaroba, pulizia e riordino camere, pulizia generale e riordino spazi comuni).
La Rsa può essere una struttura pubblica o privata accreditata ovvero una struttura privata. L’ammissione nella struttura pubblica o accreditata è subordinata al rilascio di una richiesta del medico di base o del medico ospedaliero, alla sottoposizione ad una visita dell’Unità valutativa geriatrica e all’inserimento in un’apposita lista di attesa.
Il costo delle prestazioni fornite dalla Rsa pubblica o accreditata è a carico del Servizio sanitario nazionale e varia a seconda del livello di assistenza prestato. Tuttavia, può essere previsto, a carico dell’utente, il pagamento di una diaria per il servizio alberghiero il cui importo varia a seconda delle disposizioni normative regionali. Il pagamento della retta dipende dal reddito della persona e del suo nucleo familiare. In caso di condizioni economiche precarie, debitamente accertate, il Comune di residenza può intervenire e farsi carico del pagamento totale o parziale della retta. Il costo delle prestazioni fornite dalla struttura privata è variabile e viene stabilito dall’amministrazione della Rsa.


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