Organizzare un’esposizione di bellezza: un'utopia?
Ci sono gli sponsor, potrebbe dire qualcuno… forse, una volta. Anzi, una volta di sicuro, mentre oggi ci sono pochissime aziende che investono in una manifestazione canina, e sicuramente non si trovano nella Venezia Giulia, o perlomeno a Trieste. Senza contare che gli enti pubblici spesso brillano per la loro assenza, oppure danno dei contributi talmente irrisori e con un gran dispendio per richieste, domande, precisazioni, fatture saldate… che costa molto più fare la domanda per un contributo che quello che se ne può ricavare.
Quando parlo di sponsor, non parlo di chi offre una coppa, i premi si trovano. Parlo di chi si deve accollare tutte le spese organizzative: l’affitto del posto (per un’esposizione internazionale in Italia serve la copertura dei ring, non basta un campo sportivo qualsiasi), i giudici, i commissari di ring, la manovalanza, le imprese di pulizie; e poi facchinaggio, informatica, compilazione del catalogo (eh sì, c’è anche il catalogo, che va stampato per tempo, per poterlo consegnare agli espositori di cani), senza contare il problema dei servizi igienici, della ristorazione durante la manifestazione e della pubblicità.
Vi sembra ancora poco? Per poter scegliere una giuria che attiri gli espositori, bisogna spaziare anche all’estero: un nome famoso e gradito attira, un nome sbagliato fa il vuoto. Per poter rientrare almeno parzialmente nelle spese bisognerebbe contare su un numero di cani presenti non inferiore a 1300-1500. Solo qualche buona esposizione internazionale attira tanti iscritti, mentre nella maggioranza dei casi non si arriva al migliaio.
Dulcis in fundo, durante l’esposizione, in segreteria dovrebbe essere presente almeno una decina di persone competenti, alcune delle quali che abbiano partecipato alla realizzazione, almeno in parte, dell’esposizione. Per i giudici, almeno un commissario competente per ring, gli altri possono essere persone ingaggiate tra gli appassionati, che abbiano però partecipato almeno ad un breve corso di preparazione, oppure aver partecipato ad altre esposizioni, magari con il loro cane. Per completare il quadro, parte degli introiti degli espositori va consegnato all’ENCI di Milano, che oltre alla tassa per la richiesta del CACIB o CAC che si voglia, richiede anche una somma per ogni cane presente in catalogo.
Per ogni giudice, il numero di cani massimo da giudicare è di 70 soggetti. In generale un’esposizione internazionale va suddivisa in due giorni, per non dover chiamare più di 20 giudici, e poter sfruttare le loro conoscenze nei vari gruppi di razze alternandoli nelle due giornate. Tutto questo per quanto riguarda le esposizioni internazionali.
In una città come Trieste, fare un’esposizione nazionale è un controsenso: è una città di confine, buona parte degli espositori di cani proviene pertanto dall’estero. Un’internazionale quindi è d’obbligo, visto anche che un’esposizione nazionale non costa molto meno: il lavoro di preparazione è lo stesso, il catalogo è obbligatorio ed una buona giuria è fondamentale.
In alternativa ci si può limitare ad una mostra locale, senza titoli in palio: in questo caso è d’obbligo avere un cospicuo ed interessante montepremi, per poter attirare gli espositori; la giuria è ridotta, ma il lavoro di preparazione e le persone che servono durante la giornata non sono ridotte in proporzione.
Preparare un’esposizione, in definitiva, costa tempo e fatica. Se qualcuno vuole cimentarsi nell’organizzare un’esposizione ben venga… saremo prodighi di consigli, data la nostra maturata esperienza, ma è importante che sappia in anticipo a cosa va incontro.
Franca Maucci
Associazione Cinofila Triestina