Prima di incontrare qualcuno, dobbiamo incontrare noi stessi
Che l’uomo sia un animale sociale è un dato di fatto e concetto acquisito. Ma al di là dei rapporti di amicizia, il desiderio che tutti, indistintamente, coltivano è quello di trovare un compagno, una compagna con cui condividere gli eventi della vita, tanto quelli felici quanto quelli dolorosi. “La nostra società – spiega Antonella Calvello dello staff di Incontri in corso, con sedi a Trieste e a Udine – non facilita gli incontri tra le persone. Chi ha divorziato si ritrova ad affrontare molto spesso problemi economici, per far fronte ai quali è costretto a fare ore di lavoro straordinario. Risultato: il tempo libero, quindi quello preposto alla vita di relazione, viene a ridursi sempre più”.
Ma non va meglio per quanti invece godono di una buona retribuzione. “Gli imprenditori – aggiunge Antonella – sono assorbiti dalla carriera. Si ritrovano così a condividere con coloro che a fatica arrivano a fine mese il problema della mancanza di tempo”. I ritmi, il tempo. Ma non solo: a non contribuire e a non facilitare gli incontri sono le stesse strutture concepite per l’aggregazione: nei pub e nelle discoteche la musica è assordante e il dialogo è impossibile.
“Le agenzie per single che sono sorte in questi anni – evidenzia Antonella – cercano in qualche modo di colmare queste lacune che si sono create. Quando una persona si sente sola e, nonostante un matrimonio fallito, vuole riprovare la vita di coppia, non ha gioco facile. Di fatto il gruppo di amici con il quale ci si vede nei fine settimana generalmente è chiuso: si tratta di rapporti importanti e consolidati dal tempo e che si basano sulla condivisione di esperienze passate, quali per esempio, l’essere stati compagni di classe ai tempi delle scuole superiori. Ma proprio per la loro natura questi gruppi possono apparire d’ostacolo per chi ha voglia di fare nuove conoscenze”.
Certo tutti sogniamo l’incontro con il principe azzurro o con la principessa dai lunghi capelli biondi, o neri che siano, e tutti sogniamo l’happy end più classica, «... e vissero felici e contenti». Ma la realtà è altra. Affinché un rapporto d’amore duri nel tempo e sia gratificante, è necessario conoscere bene l’altro, ma in primo luogo bisogna conoscere bene se stessi. “I colloqui che si svolgono nel nostro centro – sottolinea Antonella – sono volti proprio a far cadere quella maschera che normalmente indossiamo per vivere secondo le convenzioni nella società. È molto importante che ognuno arrivi alla piena consapevolezza dei propri pregi ma anche dei propri difetti. Solo così si può individuare la persona adatta”.
Sgomberare il campo dalle piccole bugie personali che ci raccontiamo non è impresa facile. Il professionista che opera nelle agenzie, ideate per facilitare gli incontri, deve essere non solo adeguatamente formato, grazie a corsi specifici di comunicazione, ma deve anche essere dotato di un’innata predisposizione ai rapporti personali. Il professionista deve dar modo al cliente di aprirsi e di raccontarsi, senza timore. Solo quando si instaura un rapporto di fiducia diventa possibile suggerire un appuntamento con una persona che potenzialmente è affine ad un’altra. Una precisa descrizione della personalità, accompagnata dall’elenco degli hobby che l’individuo coltiva rappresentano indubbiamente un ottimo punto di partenza per identificare un possibile compagno ideale.
Tuttavia l’essere umano non può mai essere riassunto in una scheda, per quanto precisa essa possa essere: c’è sempre qualcosa in più. Quel qualcosa di non definibile che rende tutti speciali e irripetibili. Ecco perché il momento cruciale è l’incontro effettivo con l’altro. “Al di là dei dati e degli interessi comuni – afferma Antonella – è quando le persone si guardano per la prima volta negli occhi che può scattare una simpatia, la percezione di sintonia”. Ma non sempre questo avviene. Quell’appuntamento rimane allora il primo e l’ultimo.
Gestire un rifiuto non è impresa facile, tanto più quando si esce da una storia d’amore a causa della quale si è sofferto. “A questo punto noi interveniamo – riferisce Antonella – cercando di individuare quali sono stati gli elementi che non hanno fatto scattare un interesse reciproco”. Il lavoro di un’agenzia per single seria deve essere quindi caratterizzato da una costante assistenza al cliente. Il che significa aiutare a identificare gli eventuali problemi relazionali ma soprattutto offrire un adeguato sostegno perché un rifiuto non venga vissuto come un dramma o, peggio ancora, come un giudizio inappellabile e negativo sulla propria personalità. “Forse, per paradossale che possa sembrare – fa notare Antonella – è proprio grazie a un “no” ricevuto che il single ha l’occasione d’oro per conoscersi meglio e per aprire la strada che conduce al compagno giusto”.
Uomini e donne tra i trenta e i cinquantacinque anni di media si affidano sempre più spesso alle agenzie per single, proprio perché al di là della buona volontà appare davvero difficile uscire senza un supporto dallo stato di solitudine. A contribuire a rendere più complicata l’uscita dall’impasse sentimentale, si aggiunge il trauma subìto a seguito di una storia d’amore finita male. “Ma tra la paura di rischiare di essere nuovamente feriti e quella della solitudine – racconta in conclusione Antonella – prevale sempre quest’ultima: è, infatti, prepotente e irresistibile il richiamo naturale a trovare qualcuno con cui sorridere e con cui piangere, qualcuno da ritrovare a fine giornata per raccontare com’è andata”. Senza maschera.
Tiziana Benedetti